Ricette Vegetariane e Vegane

Come fare un figurone con la tavola di Natale

Come Apparecchiare la Tavola per le Feste: Eleganza e Semplicità che ti faranno fare un figurone!

Accogliere i propri ospiti con una tavola apparecchiata con cura è un gesto d’amore, un modo per farli sentire coccolati e rispettati fin dal primo sguardo; e lo ripeto fino allo sfinimento da anni tanto da diventare insopportabile e ancor più. La tavola delle feste non deve essere un’esibizione sfarzosa (perché esagerare è pur sempre un grande errore) ma un raffinato invito a condividere momenti preziosi in un’atmosfera di eleganza e calore. Ecco, le due parole d’ordine dovrebbero essere questo: eleganza e calore. E aggiungerei per la triade perfetta: cura. Parola che sai amo particolarmente. Cura per gli altri, per se stessi, per i dettagli, per tutto. Ogni dettaglio racconta qualcosa di noi, e una tavola ben apparecchiata è come un abbraccio, un modo per dare il benvenuto a chi amiamo. Far sentire l’ospite amato, voluto e desiderato è proprio il principio cardine di tutto per quanto mi riguarda. Non mi piace ricevere con trascuratezza buttando due cose di qua e di là. Non mi piace farlo neanche con chi ho massima confidenza; anzi proprio la confidenza determina l’intimità e non deve essere una scusa per far meno o per non coccolarsi/coccolare come ci si deve. È un po’ come adoperare il servizio buono per gli altri, possibilmente persone che conosci anche poco giusto per fare bella figura. Bella figura con gli estranei? No, Bella figura con chi amiamo e soprattutto per noi stessi. Il servizio buono voglio e devo godermelo io prima di tutti. È proprio la base di tutto. In questi anni ho dedicato diverse puntate del mio podcast Christmas Lights, disponibile su tutte le piattaforme, all’argomento della tavola e dell’accoglienza in casa ma voglio fare adesso un vero e proprio catalogo veloce punto per punto riassuntivo di tutta la vicenda. Che ne dici?

    Partiamo dalla tovaglia: la regina

La tovaglia è il fondamento della tavola. Opta per un tessuto di qualità, come il lino o il cotone, in tonalità sobrie che evocano la stagione, come il bianco neve, l’avorio o un verde bosco. Evita fantasie troppo cariche: una tovaglia tinta unita o con un leggero ricamo aggiungerà un tocco di grazia senza risultare invadente. Bellissime quelle con le renne, i pacchi regalo e pure con le luci intermittenti ma eviterei se quello che vogliamo trasmettere è raffinatezza e cura del dettaglio; magari quelle sono perfette per una cena un po’ più informale tra amici a cui segue una bella tombolata o dei giochi da tavola. Non voglio discriminare le tovaglie orrende come i meravigliosi orrendi maglioni natalizi ma c’è spazio per tutti e tutto. E se qui stiamo parlando di figurone, di figurone si deve trattare nella stragrande maggioranza delle ipotesi no?

Il Centrotavola è il cuore pulsante

Il centrotavola è il cuore della tavola natalizia. Protagonista indiscusso insieme alla tovaglia.  Può essere una composizione di rami di abete, pigne, qualche candela accesa e piccole bacche rosse per un tocco di colore; che rimane, lo confesso, il mio centrotavola preferito. Anche inserendo, come faccio spesso, della melagrane e degli agrumi che aggiungono quel quid in più.  L’importante è che non sia troppo alto, per non ostacolare la conversazione, né troppo voluminoso, così da lasciare lo spazio necessario ai piatti; belli i candelabri alti e questi grandi cesti che si usano adesso stracolmi di fiori ma se non vedi il commensale davanti e bisogna aggirare l’ostacolo per dialogare forse è il caso di rinunciare a questa maestosa figura.  Un centrotavola sobrio ma curato comunica immediatamente attenzione ai dettagli e delicatezza. Si è proprio pensato a tutto. Alla conversazione e al non mettere in imbarazzo i commensali. Che è uno degli scopi principi.

 

La semplicità vince sempre: less is more, del resto no?

L’ordine e la semplicità sono le chiavi per un’eleganza senza tempo. Posiziona il piatto piano al centro, con il sottopiatto se desideri aggiungere una nota di ricercatezza; confesso che per me il sottopiatto è irrinunciabile e investire su dei sottopiatti fa sempre la differenza nelle più disperate occasioni. Il tovagliolo può essere posto al centro del piatto o alla sinistra (in genere a sinistra in Italia è l’unico posto corretto per il tovagliolo, va detto), piegato in modo semplice ma curato. Disporre i bicchieri leggermente in diagonale, con quello dell’acqua accanto e quello del vino subito dopo, crea armonia e simmetria. Evita l’eccesso: bastano pochi elementi posizionati con garbo è proprio la Bibbia. Alla base di tutto ma anche qui essere troppo rigidi potrebbe rendere impersonale la nostra tavola quindi atteniamoci al galateo sì ma aggiungiamo sempre il tocco di personalità senza paura. L’importante è non eccedere e non strafare perché potrebbe esserci lo strafalcione dietro l’angolo (ti ho terrorizzato abbastanza?)

Tavolo principale e tavolo bibite da la differenza? Sì.

Una scelta sofisticata per gestire meglio gli spazi e non sovraccaricare la tavola principale è predisporre un tavolo separato per le bibite e l’aperitivo; questo confesso è proprio un mio vezzo, chiamalo così. Io amo dividere le cose e mi rendo conto che l’idea è sempre vincente e ricevo sempre grandi complimenti.  Qui nel tavolo piccolo che fa da supporto al principale, puoi disporre una selezione di bevande analcoliche, vini e spumanti, creando un piccolo angolo di degustazione per gli ospiti. Perché no anche l’aperitivo! Magari aggiungi anche qualche bicchiere elegante e piccole stuzzicherie per intrattenere chi arriva in anticipo. È sempre importante poter già offrire qualcosa in attesa che arrivino tutti. Un segno di grande gentilezza che mette a proprio agio e fa sì che tutti comincino il convivio. È un dettaglio che dona subito un tocco esclusivo e permette agli ospiti di sentirsi liberi di servire ciò che preferiscono. Non devono aspettare che qualcuno li serva ed è, ribadisco, un senso di grande cura. Fa sì che possano fare da soli mettendoli nella posizione di essere: a casa.

L’illuminazione: sai argomento che mi sta a cuore

L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale. Utilizza candele basse, disposte lungo il centro della tavola o accanto al centrotavola, per creare un’atmosfera calda e accogliente; e ti prego, se posso permettermi, presta attenzione alle profumazioni perché molte persone sono allergiche o provano fastidio per le profumazioni troppo forti e invadenti; potrebbe sul serio rovinare le serate!  Se temi che le candele possano risultare scomode o pericolose (per una serie di ragioni squisitamente personali), puoi optare per le luci a LED in stile candela, che replicano l’effetto senza rischi. La luce soffusa delle candele aggiunge sempre un tocco di magia e intimità.

Segnaposto? Fa la differenza sempre

Un segnaposto semplice ma curato può fare la differenza: un rametto di rosmarino legato con un piccolo nastro, una pigna naturale o un biglietto scritto a mano con il nome dell’ospite. Sono dettagli che costano poco, ma che comunicano l’importanza che dai alla loro presenza. Per una nota ancora più personale, puoi aggiungere un messaggio di auguri per ciascuno, un gesto che renderà ancora più speciale l’atmosfera. E mi piace anche l’idea dei segnaposto/pensierino da portar via. Sono apprezzatissimi.

Ogni elemento racconta una storia. La tua.

Dai un’attenzione particolare alla disposizione dei cibi, all’armonia dei colori e alla cura dei dettagli. Ogni elemento può raccontare una storia e un augurio di serenità; ogni elemento racconta di noi, della nostra cultura, della nostra attenzione, della nostra arte nel ricevere-dialogare-dare-ricevere.  La disposizione ordinata e bilanciata dei piatti, l’attenzione al centrotavola e agli accessori come tovaglioli e bicchieri fanno sentire ogni ospite accolto e apprezzato. Ogni argomento di discussione, dettaglio racconta proprio la storia. Come fosse un libro. Un libro scritto di ricordi e momenti da ricordare tra quelli più preziosi

Ricorda che non serve sfarzo: l’eleganza è spesso racchiusa nella semplicità e nel buon gusto. E noi avremo modo di parlarne ancora e ancora.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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