Fortuna che le uova qui in casa si autogestiscono e attraverso bagni cioccolatosi si preparano all’imminente Pasqua.
Se prima la Pasqua era momento di giubilo estremo per le strafogate di cioccolato, adesso con la vecchiaia che avanza inesorabile mi ritrovo ad emettere gridolini perchè gli oggetti conigliosi sono di facilissima reperibilità . Certo è che l’annaffiatoio con le orecchie di coniglio è a dir poco imbarazzante e la terrazza sta assumendo come non mai contorni inquietanti. Non tanto per i Nani da Giardino con forti crisi di identità ,  perchè inesorabilmente trasformatisi contro il loro volere in “Nani da Terrazzo”, (specie in via d’estinzione)  ma per una folta varietà che ha generato un microcosmo non sense paurosamente variegato.
Purtroppo ci saranno tristi aggiornamenti giusto per condividere follie. E l’arrivo di Monsieur Alain è imminente (a questo punto dovreste fingere interesse nei confronti del misterioso Monsieur Alain)
 Il Tour Pasquale, intaccato da questa stramaledetta febbre, procede inesorabile. Come ribadito più volte è una missione la mia. Senza un perchè, sia chiaro. Pura e fulgida follia, tutto qui.
 Profanare le ricette della tradizione? altra missione ( ho obiettivi importanti ). Come non ricordare il babà e il panettone, su tutte?
La colomba di certo non poteva sottrarsi allo scempio ed eccomi puntuale come una fastidiosa tassa da riscuotere in questa ennesima vergogna culinaria. E potevo sottrarmi anche ad una sottospecie di rivisitazione ? Giammai!
Per questo motivo habemus Colombinam Pasqualem Monoporzionem al the Matcham. Suppongo che Matcha si declini in accusativo anch’esso. Del resto avevo tre in latino e posso davvero concedermi qualsiasi licenza poetica.
Fare la Colomba Pasquale è rilassante quanto passarsi il Silk Epil la prima volta quando il pelo è ispido, duro e lungo circa 6 centimetri nel caso più fortunato. Quello ancorato al bulbo manco ci fosse del cemento armato per intenderci.
Prendi l’impasto. Lo lasci riposare. Lo ripigli. Fai la palla. Lo riprendi. Rifai la palla. Butta la palla. Prendi la palla. Acchiappa la palla. Riposa la palla. Francamente c’è stato un momento che ho lanciato in aria l’impasto e fatto un bagher, in memoria di Mimì Ayuara. Mi sono talmente confusa che non capivo più bene cosa fare. Immaginavo i miei Nani da Giardino in squadra non troppo utili per il muro sotto rete e robe così. Tra partite immaginarie e voli pindarici con un’immenso colpo di fortuna sono riuscita a sfornare questa cosetta qui.
Ho trovato, non con poca difficoltà , lo stampo per la colomba tradizionale giusto ieri. Riformulo: non uscendo da settimane quella Santa donna della Mamma ha trovato il suddetto omaggiandomene. Questo per dire che la versione monoporzione è stata una scelta obbligata. Del resto una prova generale ci sta sempre onde evitare di arrivare a Pasqua con un ciambellone finta colomba (vabbè qui si prospetta proprio questo ma è un’altra storia). L’impasto ha convinto uhm. Per un buon settanta per cento il Nippotorinese mentre i giudici più clementi si sono lanciati in un lusinghiero ottanta. Per decretarne le sorti attendo di fare la versione tradizionale nello stampo adatto; è risaputo che questecacchiodimonoporzioni ( devo calmarmi. inspiro. espiro) alterano un po’ la consistenza e il risultato di prodotti di questo tipo. Un po’ come i panettoni va. Un po’ per darsi una giustificazione.
Infine visto e considerato che vanno tanto di moda le barzellette e che nel mondo stiamo confermando per la gioia dei luoghi comuni “Italiani, pizza, mandolino, mafia, uomini marpioni, caciara, barzellette” anche io voglio dare il mio importante contributo alla Nazione. Premesso che:1) detesto le barzellette 2) detesto chi racconta barzellette 3) non ho mai riso ad una barzelletta 4) non ho mai riso forse perchè sono andata via dando le spalle al povero disgraziato/a.
Premesso altresì che non ricorderei mai una barzelletta insomma. Ne so una. Lo ammetto. Ne so una, sì. Ed è indicata per il Periodo. Ricordo (Purtroppo) perfettamente che fu l’unica volta alla quale non mi fu possibile sottrarmi. Ero in classe. Liceo. Periodo di Pasqua. Professore di Inglese (inciso: un pazzo, senza tanti giri di parole)
Un Signore entra in un bar e dice “Posso avere una colomba ?” . Il Barista ” Certo. Quale?” – “Una Colomba Motta, grazie”. Il Barista ” eccerto ! mica gliela davo viva”.
Bene. Credo sia giunto il momento di riflettere. Ed a fondo pure. Sul mio grado di istruzione in primis e sulle sevizie psicologiche liceali alla quale sono stata sottoposta in tenera età . I Risultati sono visibili.
Adesso la domanda è: Non è che qualcuno ha una ricetta della Colomba Pasquale, magari estorta con la forza alla nonna o parente o vicino di casa o passante? Perchè nel caso affermativo la conseguenza è. Non è che vi va di consegnarmela ben sapendo che finirà in catti…ahem… buone mani? !
La Ricetta della Colomba la trovi cliccando qui >>>
Versione The Matcha (perchè io ormai lo metto pure nella cartuccia della stampante e per appiccare il fuoco del barbecue) : Il Link sopra rimanda alla versione stampabile della ricetta presa da “Accademia Maestri Pasticceri Italiani” . Nella versione con il the Matcha basterà togliere i canditi e aggiungere un cucchiaio colmo ( a secondo dei gusti si può sempre aumentare) di the matcha. E su questa direi sinceramente: da provare, assolutissimamente.