Ricette Vegetariane e Vegane

Crumble con il kiwi, gelatine di mathca: la festa del verde

みどりの日 Oggi è la Festa del Verde ma. Ma Alice attraversa anche lo specchio eh.

Oggi sono 78 mesi che sto con il Nippotorinese. Altra tacca sul muro in vista della mia beatificazione. Stop.

Grazie alla fotografia, al progetto Kodomoland ,  al bisogno di usare necessariamente il verde per alcune illustrazioni e alla passione improvvisa per i servizi da cucina in tutte le tonalità,  la paura e l’avversione per il colore verde si stanno leggermente attutendo. Era già in programma una riabilitazione perchè semmai avessi avuto un bimbo sarebbe stato alquanto strano proibirgli categoricamente di possedere vestiti o qualsivoglia aggeggio che avesse una tonalità verde. Come ho fatto con il Nippotorinese per intendersi (la memoria però volge all’ anno passato quando impavida indossai addirittura un vestito resistendo ben due ore. Roba da guinness, insomma. No. Non la birra. Si fatica a crederlo ma sono astemia. Inutile dire che il coraggio fu premiato nel seguente modo: slogatura alla caviglia . Ma è un’altra storia).

Quando parlavo di questa paura per il colore verde  in pochi (leggi: nessuno) si sono soffermati a chiedermi “ma in che senso hai paura del verde?” ;  per questo motivo mi sono ritrovata spesso a non dare giustificazioni a riguardo. Dico semplicemente: ho paura del verde e basta. Questa totale indifferenza altrui ha fatto sì che diventasse mia trasformandola in una realtà imprescindibile e addirittura logica. Insomma mai nessuno lo saprà; del resto non credo faccia tanta differenza.  C’è da dire che non ho paura del verde verduroso  e questa la dice lunga sulla psicopatia bizzarra che mi vede legata a questa tonalità. Preferisco tagliare un pomodoro che una zucchina ma posso sempre farlo ad occhi chiuso nel secondo caso. Mi taglio ugualmente ad occhi aperti quindi che problema c’è?

Ma perchè sto tediando conigli e nani da giardino ancora una volta con un  papiello sul colore verde (papiello sta ad indicare che io le lezioni di napoletano online le seguo, eccome!) ?! E tuppete! Qua ti volevo!

Oggi è  il Midori no hi, la Festa del Verde in Giappone, e  come consuetudine parte l’angolo del “Ma lo sapevate che” (che sono scema sì, lo so. “Sapevate” un’altra cosa, intendo). Potremmo ribattezzarlo “Angolo del Sadismo Iaiesco” e “Angolo Masochismo Amichesco” perchè non sono mica sicura che sul serio leggiate le mie assurde pappardelle papiellose. In cuor mio spero di no perchè preservare i neuroni dei miei amici è cosa buona e giusta (posso usufruire dei vostri vista la scarsità) . A me basta che mi si dica “sì. Iaia. Sì. Certo” annuendo fino a slogarsi il collo. Basta guardare le figure insomma (qualche giorno vi frego però e metto le foto di una Victoria Sponge e parlo del Maiale allo Zenzero caramellato e voglio proprio vedere).

 Insomma dicevamo? Ah sì. Non si dica che mi perda in chiacchiere.

 La Festa del Verde , Midori no Hi, è stata spostata dal 29 Aprile al 4 Maggio ed è  la festa che celebra la natura e Midori significa letteralmente verde. Nasce nel 1989 alla morte dell’imperatore Hirohito che coincide con il periodo Showa. L’imperatore era particolarmente legato al concetto di verde  inteso come comunione con l’ambiente e natura.

Spero non facesse parte di quella bizzarra congrega che ti invita ad abbracciare gli alberi pur confessando che io una volta ahem..l’ho fatto. Insomma,  fu indetta quindi questa giornata del verde proprio in concomitanza con la sua data di nascita, il 29 Aprile per l’appunto. Con il tempo però si sentì l’esigenza di dedicare completamente un giorno intero all’imperatore (diciamolo: un buon motivo per festeggiare è sempre valido!), indi per cui il 29 Aprile è unicamente dedicato all’imperatore Hirohito mentre il 4 Maggio al Midori No Hi, l’attuale festa del verde appunto. Questo spostamento ufficiale tra l’altro risale a data recente ed è riconducibile al 2007. Ogni anno durante la festa del verde si piantano nuovi alberi; soprattutto nelle zone a rischio dove vi è necessità di zone verdi (il nostro albero a Torino a proposito, il regalo del Nippotorinese, è stato piantato e porta i nostri nomi. Non vedo l’ora di fotografarlo per una settimana intera) .  I bambini imparano sin da piccoli, insieme ai loro genitori, l’importanza di questa comunione bivaccando allegramente tra prati e meraviglie della natura nipponica. L’intenzione, comprensibilissima tra l’altro, è proprio quella di aumentare l’amore nei confronti della natura nonostante sia già immensamente sentita nel popolo più rispettoso che la storia dell’umanità ricordi.

Questo tipo di campagna di sensibilizzazione esiste anche qui del resto. Non ricordo esattamente la data ma cercherò di documentarmi: pur provenendo dalla regione sicuramente meno ecologica e ambientalista d’ Italia e non è certo motivo di orgoglio per me (non devo neanche sottolineare che Torino è città Albero di Italia e ha verde che metà basta, vero? giusto per la mia personalissima fiera degli antipodi),  ricordo perfettamente che nella mia scuola elementare si festeggiasse verso la fine di settembre “La Festa dell’albero” ma adesso scopro che se l’erano inventata di sana pianta e soffro. D’accordo, confesso che l’ho detto solo per ridacchiare su “sana pianta”. In effetti non fa ridere, vabbè.

Una tradizione che  ha accompagnato la mia infanzia e che annovero tra le cose più belle alle quali io abbia mai partecipato (se contassi tutte le volte che ho detto questa frase la mia intera vita sarebbe un idillio e difatti lo è perchè santapizzetta ogni momento in fondo è bellissimo*ottimismo mode on).

Una giornata interamente dedicata agli alberi, ai fiori e alla natura. Certo è che ricordarmi in versione margherita ridicola sotto il caldo cocente siculo di settembre mentre bevo estathè ghiacciato e mangio come una disperata panini con la nutella dovrebbe farmi quantomeno vergognare  dall’imbarazzo.  Una volta ci hanno fatto anche vestire da puffi e piazzati su un carro. Ricordo perfettamente che mamma facendomi indossare la parrucca bionda disse “tu hai proprio la faccia da bionda, amore mio”. Se ne convinse a tal punto che quando a 21  anni per la prima volta mi avventurai nella difficile arte “diventa bionda con quattro meches dal parrucchiere” era così entusiasta che mi chiamò “Puffetta! Ricordi? Puffetta!”. Qualche volta qui mi si continua a chiamare Puffetta; lo si può ancora fare tranquillamente. Se poi ci si ritrova con un femore rotto si conosce il motivo. Sono tollerante, del resto.

Insomma per dire che oggi dovrei prendermi a craniate. Perchè? Perchè non solo è la festa del verde. Che pur sempre rimane un colore che merita disprezzo a prescindere (ahia, l’altra personalità. Mi spiace ma subentra così. Senza avvertire) ma è anche il 4 Maggio e oggi Alice attraversa lo specchio. E che sarà mai, mi si dirà?

Io non ho neanche un cheshire cat cupcake da offrire. Detesto non arrivare a cancellare tutta la To Do List. Nel frattempo però per appagare la mia insana voglia di stakanovismo si lavoricchia perchè immediatamente dopo il Midori No Hi c’è il Kodomo No Hi. Checavolostodicendowillytistaichiedendo? Beh. Domani è la Festa dei Bimbi ! (è importante nonostante la situazione drammatica in Giappone ricordare questo grande popolo e le loro tradizioni)

Novità dal Fronte. Su Kodomoland cominciano a spuntar fuori omettini poco originali in stile imprescindibilmente kokeshi con caratteristiche, ruoli, mestieri e addirittura mansioni definite. Debelleremo il Galbanone e il Riso trionferà. Ogni riferimento ad ometti bellissimi nipotosi che tiran fuori conigli da cappelli è puramente voluto, sì.  Per questo motivo il Gikitchen e Kodomoland sono attualmente impegnatissimi nella realizzazione di sorprese per oggi e domani (leggi: non dormirò neanche stanotte).

Come si evince dalle foto la ricetta di oggi è una roba talmente semplice da far impallidire. L’ho preparata giusto stamattina per la colazione del Nippotorinese (impiego più tempo ad uplodare foto e caricarle che a prepare e scattare, per dirla tutta. E odio scattare la roba verde. Difatti le foto sono orrende).  A lui fa sempre piacere ricevere questo tipo di sorprese perchè si sente ” a casa” mentre a me fa davvero piacere usarlo come cavia e basta. Il Crumble è forse il dolcetto più facile (ipocalorico, yuppidu!)  e veloce da realizzare e ci sarà modo di disquisirne fino allo sfinimento soprattutto su Kodomoland perchè è la classica leccornia che possono preparare anche i bimbi senza alcun problema. Lo smoothie è suo degno compare.

La Ricetta del Crumble al Kiwi e Zenzero Caramellato la trovi cliccando qui >>>

La Ricetta dello Smoothie al Kiwi, Lime e Zenzero la trovi cliccando qui >>

La Ricetta della Gelatina al The Matcha la trovi cliccando qui>>>

Visto che il 4 Maggio resta comunque una ricorrenza letteraria onirica (Carroll indica proprio oggi la data in cui Alice attraversa lo specchio)  non indifferente qui  in casa ho cercato di unire le due cose facendo una semplicissima gelatina di The Matcha. Mentre il crumble cuoce mica pettino orecchie di coniglio o mi crogiolo nell’oblio. Si impega qualcosa come: tre nano secondi per prepararla ed è elegante, sfiziosa e anche molto particolare. Può essere servita con delle palline di gelato alla vaniglia (certo è che un sorbetto al the matcha ci starebbe meglio ma anche un gelatino semplice andrà più che bene). Se non avete in casa del Matcha o un The verde qualsiasi provatela comunque perchè ne vale davvero la pena. Un the qualsiasi. Se non avete il The santocielo . Con la camomilla?

Buona festa del verde a tutti! (mi romperò un’altra caviglia, lo so)

Buon attraversamenti di Specchi a tutti! (sette anni di disgrazia? macchè. Li rompevo apposta io. E visto che cosa meravigliosa mi è capitata? Il Nippotorinese)

(Ah. a pensarci bene. uhm. bene. da oggi divento superstiziosa, ho capito)

 

Inciso: Tengo a sottolineare che oh. Mica ho dimenticato di. Tzè. Ieri tra lumache e corse frenetiche non sono arrivata a segnalare che Amaradolcezza ha una sorpresa per tutti! Non solo il sito è stato trasferito dentro un template meravigliosamente pastelloso ma c’è anche un Givauei (si scrive così anche lì eh) che la nostra incredibile Giulia ha preparato per noi. Insomma catapultiamoci in massa e lottiamo con le unghie e con i denti . E con le orecchie. Cosa sto dicendo non lo so, devo calmarmi. So però che faccio i miei più sinceri complimenti e auguri a Giulia per la nuova avventura. Non che abbia bisogno di una mia segnalazione (oh! Ha cucinato su Alice Tv con Mattiadettofatto e l’ha pure segnalata la rivista!) Seguitela perchè è una ragazza davvero speciale. Ecco la verità è questa.

Speciale.

(in bocca al lupo Pulcetta !!!)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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