Sceglie Wong Kar-wai come primo film da regalarmi ed esattamente Hong Kong Express. Facile innamorarsene perchè permeato da ossessione maniacale per il trambusto della città e della solitudine-alienazione al tempo stesso. Una metropoli velocissima e lentissima in un’abissale dicotomia che potrebbe disturbare ma non certamente me che sto sempre e comunque in equilibrio tra gli eccessi. Hong Kong express diventa metro di valutazione per le visioni a seguire che mi deludono. Se quel primo entusiasmo aveva fatto credere che sarebbe stato sempre un idillio durante le proiezioni, sono stata smentita seccamente. Il gusto dell’anguria ha certamente un suo peso innegabile. Ricordo così la mia fase di innamoramento iniziale per il cinema orientale, seguito da un rigetto totale che esplode infine in passione e amore indissolubile (tanto da farmi pensare di rivedere Il gusto dell’anguria). Ma da lui, Wong Kar-wai intendo, mai vi è stata una delusione proprio come con Kim Ki Duk. In the mood for love mi ha letteralmente scioccato.
Per la fotografia in primis. Tanto ne sono rimasta (e rimango) rapita che trovo difficoltà a seguire tutto il resto. Quando scendono le scale insieme,  con il bento box tra le mani sono tornata indietro proprio come se avessi quattordici anni e premessi “rew” sul videoregistratore. Solo che con il dvd fai casini perchè passi alla scena precedente. E maledici la tecnologia. Nel dvd di In the Mood for love poi, ci sono addirittura le ricette consigliate. Sì perchè il cibo è anche protagonista di quello che a mio modestissimo (lampeggiante luminoso gigante) parere rimane uno dei film più belli che la storia del cinema (mondiale) ricordi. A confermarlo, grazie al cielo, menti illustri del panorama critico intergalattico.  La lentezza di In The Mood for love, diversa dalla frenesia di Hong Kong Express, non può che intontirti e farti venir voglia di rivedere entrambi ancora. ancora. ed ancora. Perchè ogni volta ci sarà un movimento lento che diventa veloce e viceversa e si potranno cogliere dettagli che prima erano solo sfuggiti. “Ordina tu. Non so quel che piace a tua moglie”. (cit) Perchè i due scoprono che i rispettivi coniugi sono amanti e insieme incosciamente decidono di percorrere un sentiero che dovrebbe portarli alla risposta. Al “perchè”.
Le ultime volte che ho visto In The Mood for love cercavo dei dettagli culinari che potessero servirmi per il mio “progetto libroso” e se prima mi era completamente sfuggito che il cibo fosse a tratti protagonista, mi sono resa conto che diventa determinante ai fini del racconto; Kar-wai dedica inquadrature meravigliose e ravvicinate alla bistecca e alla costata impanata. Detta così mi si potrebbe pure schernire (lo farei anche io del resto) ma se stai cercando qualcosa in un determinato contesto e la trovi. E quando la trovi puoi rielaborarla e utilizzarla nell’esatto modo in cui speravi. Beh. E’ innegabilmente appagante. Con quella bistecca e costata impanata mi sono sentita appagata, sì.Stessa cosa credevo sarebbe successo con My Blueberry Nights nonostante quel titolo “Un bacio Romantico” francamente mi avesse fatto accapponare la pelle. Capisco che La notte dei Mirtilli o La notte della Crostata dei Mirtilli o La notte dove ci strafogavamo di Crostata di Mirtilli non fossero particolarmente allettanti ma Un bacio Romantico suona un po’ come una commedia da mandare la domenica dopo pranzo su canale cinque o peggio ancora quando Maria De Filippi non va in onda nelle festività e al posto di Uomini e Donne ti piazzano una storia di amore con gli stessi ingredienti insulsi: baci, passione, sole, cuore, amore. Ora non mi permetterei mai di asserire follemente che si tratta di una commediuola del genere perchè santo cielo sempre di Wong Kar-wai si tratta. Ed è un po’ come guardare una Chanel.
Lagerfeld mi può impazzire una volta con il jeans sfilettato leggermente paillettato ma lo si perdona facilmente con la Jumbo e la rivisitazione dell’apertura CC. Insomma per dire che è sempre una Chanel. Ahem. E’ sempre un Wong Kar-wai ma è giusto dimenticarlo e annoverarlo come “era sicuramente incapace di intendere e volere. era un periodo difficile. Forza Wong siamo tutti con te. aripigliatimmediatamente” e tutto il resto appresso (tutto il resto appresso, idioma napoletano, rappresenta per me un must di stagione e devo inserirlo necessariamente in qualsiasi contesto letterario e verbale). Tra i protagonisti di My Blueberry Nights (mi rifiuto di chiamarlo Un bacio Romantico) c’è Norah Jones che vorrei ricordare come cantante piuttosto che come attrice e Jude Law che come Kar-wai stava sicuramente passando un gran bel brutto periodo. E tadan sbuca pure Natalie Portman calata nella parte della ragazzaccia ma neanche troppo. Elizabeth (Nora Jones) parte per un viaggio attraverso l’America dopo una storia finita male e dopo aver innescato una relazione mentale strafogandosi di Blueberry Pie nel bar di Jeremy (Jude Law).
L’innegabile attrazione tra i due viene interrotta dalla “maturità ” della protagonista che decide di far perdere le sue tracce partendo senza meta alla classica “ricerca di se stessa”. Girerà il paese lavorando in diversi locali e raccontandoci la vita dei clienti mentre compila lettere rivolte a Jeremy che lasciano intuire un lento crescere di sentimenti. Lui disperatamente la cerca. Ora non sto qui a fare spoiler ma se si ha avuto occasione di vedere una delle succitate commedie del sabato pomeriggio non è difficile intuire su dove si voglia  andare a parare. In questo film occidentale, l’unico tra l’altro, Kar-wai a mio personalissimo avviso (sì tendo a giustificarlo) ha quasi voluto schiaffeggiare il cinema occidentale regalando quello che vuole. Cosa vuole? Idiozia. Perchè nulla c’entra con la poesia, lentezza e fotografia di In The Mood for Love e Hong Kong Express e. No. Sì forse in alcune scene (l’ultima soprattutto) avrei detto che qualcosa di speciale rispetto alla commediucola c’era ed era facilmente palpabile ma il resto no.
Fuggire e ritrovarsi è un tema che conosco e ho vissuto. Ritornare e capire, pure. Ho rielaborato mille volte queste immagini e questo racconto e credevo che Kar-wai mi avrebbe potuto donare visivamente sensazioni e ricordi. Non c’è riuscito ma vabbè oh. E’ sempre un Wong Kar-wai e volente o nolente vale la pena di vederlo degustando perchè no una classica Pie americana. Burrosa. Tremendamente burrosa. Con i mirtilli freschissimi che il fruttivendolo di fiducia ti spiega come lavare. Delicatamente. Come fossero delle perle di Labuan.
La frolla di questa Pie è stata preparata dal Nippotorinese mentre seduta sull’isola della cucina guardavo i suoi movimenti lenti e scrivevo. E’ una crostata preparata da noi. Confezionata da ricordi, dolori e gioie. E quando ci siamo baciati poggiandoci sull’isola ho capito che sarei potuta scappare ancora e ancora e ancora. Ma sarei scappata solo dalla felicità . Fortuna che sono rinsavita, come spero Kar-wai e Lagerfeld. Di Jude Law poco importa.
La Ricetta della Blueberry Pie americana la trovi cliccando qui >>> (formato stampabile).
La Ricetta della base e copertura la trovi cliccando qui >>>Â (formato stampabile)
Non c’è mica bisogno di ricordare che dentro alla Pie classica americana ci si può mettere qualsiasi cosa, vero? Tranne il vicino di casa tutto è concesso (Il Tortino di Miss Lovett di Sweeney Todd , ve lo ricordate? Fingete entusiasmo)
La ricetta è copiata di sana pianta da Simply Recipes paese dei balocchi americani. Sito affidabile che mai delude e che consiglio caldamente. Ma così caldamente che  si potrebbe con questo consiglio trascorrere l’inverno in Siberia vestiti di soli shorts e canottiera.
 Se in un insano gesto di follia si volesse approfondire qui  si è anche provata, sempre per la categoria Cinema e Cibo, la torta di Biancaneve (Link alla ricette e delirio di foto) : la Gooseberry Pie.
E vogliamo dimenticare la Cherry Pie dell’Agente Cooper di Twin Peaks?
Infine e smetto di tediare: Su Kodomoland ci sarebbe la ricetta sfiziosissima per i più piccini: Le Lasagne di ToastÂ
L’angolo dell’aggiornamento Iaiesco. Sottotitolo “machefregaanoidiquellochefaitu” (faccino triste):
1. Che siccome (Ale perchè abbiamo smesso di dire che siccome?) sono in piena full immersion catartica di scrittura qualcosa potrebbe sfuggirmi. Chiedo venia pertanto perchè si preannuncia un periodo ancor più confuso dei precedenti. Diciamo che sono confusa quanto una stagione di Lost a caso. E sembrava impossibile.
2. Che siccome ho solo 23428048204823048 mail non vorrei apparire scortese se allegassi uova di pasqua glitterate in formato .gif con su scritto Buona Pasqua 2019 a te e famiglia.
3. Che siccome dico sempre di non lavorare ed essere fortunata blablablabla ma. Ma  tutti stanno in ferie tranne  me. Oggettivamente voglio riconoscermi che da sei mesi non smetto un attimo che sia uno e. E forse che forse sto meditando seriamente di prendermele pure io e fuggire giusto due-tre mesi. La Costa Crociere a quanto pare fa partire il Tour “Giro del mondo in 100 giorni”. Confesso di star meditando profondamente a riguardo. Vendo tutto. E Ciao.
4. Che siccome siete tutti talmente adorabili con me ed io talmente distratta e confusa che mi sento giusto un tantinello in colpa. Per punizione prometto di infliggermi la visione di Pomeriggio cinque (no. Sul serio. Merito davvero questo?)
5. Che siccome. Grazie.
6. Che siccome sei è la metà di dodici ed è pari. Con cinque non si poteva mica finire, santapolpetta.
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