Ricette Vegetariane e Vegane

Arrivano i carciofi e la zia Iaia! E pure il Mago di Oz!

Una full immersion di disegno mi attende. Alzerò gli occhi dalla tavoletta grafica per socializzare circa tre minuti ogni ora. E’ già un gran bell’obiettivo quello mi sono prefissa. Considerando che ultimamente leggo pochissimo per ragioni che spiegarle sarebbe superfluo mi sono detta: audiolibro.

Era l’ultima soluzione. Davvero l’ultima. L’idea solo mi disgustava. Solo che poi con la vecchiaia, come mi sta giusto accadendo, capisci che ottimizzare i tempi e trovare soluzioni alternative diventerà il tuo secondo lavoro. Preferisco ascoltare Frankenstein come sottofondo per due ore e 12 minuti piuttosto che Chopin misto a muratori che cantano D’Alessio (mi danno le attenuanti, vero? Nel caso in cui li uccidessi, sì).

Il Mago di Oz con Jasmine Trinca come narratrice, fossi una che dà consigli lo farei, è davvero ben fatto ed è stato meraviglioso in tre ore e 42 minuti ripercorrere le parole del libro con una voce che diventa amica e che a volte hai proprio necessità di riascoltarla anche solo per un attimo.

L’emozione del libro blablablabla. L’odore della carta. La sensazione di relax. Sì, certo. Ed è assurdo anche solo tirare fuori la vecchia pappardella noiosa. Sta di fatto che anche io preferirei annusare le pagine del libro distesa su di un prato crogiolandomi sotto un albero e lasciando che i miei capelli si muovano al ritmo del vento mentre gioco con una farfalla. Sfogliando piano piano, immergendomi nell’avventura e assaporandone ogni singolo momento.

E invece scarico un file e  lo pago anche troppo, poi  lo ascolto con un sottofondo di muratori che cantano ” sìììììììììììììì tuuuuuuu nonmevuoibeneeeeeeeeeee PECCHEEEEEEEEEEEEEEE??|?!?!?!?! aggià ritttttttttttt cheeeeeeeeee” mentre disegno mostri, twitto, rispondo ad email, parlo al telefono, spiego roba in inglese a papà che deve fare i compiti e altre 23904892048204820482420348048 cose.

E’ gia’ incredibile che io abbia voglia di risentire Il Meraviglioso Mago di Oz invec che azionare la motosega e fare come faccia di cuoio: sterminare il villaggio mio, circostante e pure quello dell’altra contea.

Quindi sì in definitiva ho ceduto e anche io faccio parte della schiera che ha dovuto ammettere: ” audiolibro? bella idea”. Perché sostenere che un audiolibro è confezionato per chi non ama leggere è un po’ come farlo dicendo che internet è per maniaci sessuali in cerca di prede appetibili. Il qualunquismo, insomma.

C’è anche chi ama smisuratamente leggere e non può farlo e questo diventa un’alternativa. E grazie al cielo, esiste.

Oggi mi sparo in vena Cime Tempestose, uno dei miei preferiti nell’adolescenza. Mi strapperò i capelli, urlerò ITTTTTTTCLIFFFFFFFFFFFFFFFFFFF con perfetta pronuncia e solo allora potrò uccidere il primo muratore con un caffè letale. LETALE*rideva satanicamente*

Sì lo confesso. Oltre alla fave qui si fa un abuso smodato di carciofi.

Del resto il piatto preferito del piccolo Nippotorinese da quando è picciuino picciuò rimane il risotto con i carciofi. Essendo brava nella preparazione dei primi quanto potrebbe esserlo Lady Gaga in una gara di sobrietà, rare volte mi cimento in questo tipo di preparazioni.

Giusto per non farmi prendere in giro come quando con la caffettiera in mano dico “faccio il caffè?” .

Essendo al momento sommersi dagli ultimi carciofi di stagione mi sono detta che qualche fotina avrei dovuto (vabbè dovuto si fa per dire) farla ed ecco che arriva una semplicissima preparazione quale le lasagne con i carciofi e un contornino davvero sfizioso amato dal pelato. E la speranza è pure che possa andare bene a Mat. Io e Cri ce la stiamo mettendo davvero tutta per studiare “metodi alternativi verdureschi” da rifilare all’ignaro passerottinodicasabellissimo. Prima di passare verbalmente alle minacce “non esci di casa se non mangi la verdura!”  o “la zia Iaia ti prepara il caffè!” (temutissima questa) ci stiamo quanto meno provando, insomma. E stiamo provando pure a lasciare ospiti senza cena e adolescenti digiuni mentre noi chiacchieriamo di domini, pizzette, hosting, promesse e deliri. Ieri sera un mio amico, invitato a cena, si è cibato di pistacchietti e mandorline abbandonato a se stesso con il nordico saccente mentre io chiacchieravo amabilmente con la mia Cri. Cheemmmefrega? (Povero Alesantocielo. Chetuttiinanidagiardinomifulmino!)

 Io sono quella che mette il limone sul riso bianco. Sull’ananas. Sul limone stesso. Spremo limone pure sull’insalata di arancia. Mangio mele con il limone e pure il finocchio e le fave. E’ il mio condimento preferito in assoluto, seguito dall’aceto balsamico. Quando ero piccola mamma mi diceva sempre che la sera, non solo d’estate, la guardavo con quella “faccia da limone”.

“Ce ne mangiamo uno?” e finivamo a mangiar tanti limoni con sale e bicarbonato mentre mamma dopo aver accuratamente pulito la scorza, se di quelli da giardino e non comprati né trattati, ne mangiava fino a farsi scoppiare un adorabile mal di pancia.

Ho sempre trovato inquietante mangiare la scorza sino a qualche anno fa ma adesso qualche pezzetto me lo concedo pure io. Non è poi così malaccio. Forse che forse le scorze d’arancia con il cioccolato sono buone? dovrei dar ragione al pelato? uhm… indagare. Devo indagare.

Il carciofo con i pezzotti di limoni è stata una mia idea che ho leggermente modificato per il Nippo. A volte mi vien voglia di mangiare le stesse cose e accade davvero raramente, ma avendo io in programma i carciofi (trenta chili) bolliti con il limone mi sono detta che anche lui in qualche modo avrebbe dovuto mangiarli. E’ stato così che è nata l’idea del carciofo saltato in padella con il limone. In pratica ho tagliato in sei parti il carciofo e pulito dove richiesto e poi l’ho lasciato tostare nell’olio dopo una marinatura nel succo di limone per quindici minuti circa. Tutto sfrigolava ed io salavo come un’ossessa.

Nel frattempo mi sono detta che anche qualche generosa fetta di limone sarebbe stata bene lì a saltellare con il ciuffetto verde e via. Mentre per il nippotorinese, dopo aver bollito i carciofi e frullato i cuori incorporando un po’ di parmigiano, mentuccia freschissima, sale, olio e pochissima besciamella ho composto le lasagne. Questo pranzetto carciofoso (le lasagne erano di farro) è piaciuto davvero al Nippotorinese e la cosa non ha potuto che farmi oltremodo piacere.

Da allora ho più volte fatto saltare i pezzotti di carciofo con il limone. Il pollice in alto è stato decretato anche da mamma e papà che con questa semplicissima elaborazione hanno stabilito che i carciofi con limoni alla Iaia (giusto per farmi felice e farmi credere che qualcosa so cucinare. Forse) sono entrati a far parte del corredo cucina di famiglia. Mi sono entusiasmata in un modo tale che anche io li ho fatti arrostiti, senza olio, ma solo con la padella antiaderente caldissimissimissimissima, dei pezzotti carciofosi e ho fatto saltare con succo di limone, scorza e frutto stesso. Una bontà infinita e prelibata. Una scoperta simile a quella delle carote e coriandolo per le prove natalizie.

Un gusto completamente diverso dalla versione bollita e quel bruciacchiato limonoso…uhm. Amore eterno. Ho giurato amore eterno manco fossero fave.E a proposito di fave e limone credo proprio che dovrò blaterare per ore ore ore ore ore ore. In effetti il quesito di questi giorni è “si può morire per abuso di fave?”. Perché seriamente se lo stanno domandando in molti. E soprattutto: è possibile che una persona con un cerchietto munito di  orecchie da coniglio che scrive graphic novel (la conoscete? io no!) possa mangiare quintali di fave e pur contorcendosi dal dolore continuare? Io ho la risposta ed è: Sì.

Perché la massima di oggi è: meglio morire di crampi allo stomaco dopo abuso di fave che star lì tranquilla e felice senza averle mangiate.

Credo di essere una donna matura, arrivati a questo punto.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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