Vabbè ogni volta che mi dicono “Iaia c’è un pacco per te- Una busta per te- Una fattura per te” so già che piangerò. Sì anche per la terza e quindi sono pianti diversi. I primi due per la gioia e per isteria nell’ultimo caso; ma è colpa mia e poco mi posso lamentare del resto se compro borse online.
Mi bacchetterei la mani in modo che non possano ticchettare il numero della carta ma non posso perché devo indossare questi due splendidi doni e accoppiare magistralmente la nuance adatta alle unghie. Luci e Frugoletto, santocielo. Caffè a portata non di mano ma di dito e micro torta con cucchiaino. Adesso io cosa dovrei dire se non essere ripetitiva fino allo sfinimento e. E. E io davvero faccio fatica ad esprimermi. Non ho ancora avuto il tempo di scrivere a Luci. Per ringraziarla di. Non ho ancora. E lei. E. Pure l’uovo pulcino per Frugoletto non ho ancora sistemato e. E. E io davvero a parte ringraziare smocciolando sulla scrivania, ribadire che spero fortemente di meritarlo e blaterare frasi incomprensibili non posso fare. Ti voglio bene Luci. Grazie infinite (secondo me il messaggio è “quando ci prenderemo il caffè insieme e tu lo preparerai per me, io mangio il tuo anello in fimo occhei?”).
Dlin Dlon: Da oggi ad inizio articolo comparirà la ricetta in formato stampabile (sottotitolo: quando me ne ricorderò che sonovecchiasantocielo). Così per tutti quelli che saggiamente vogliono saltare il delirio grammaticale. Ricordo poi che nella sezione “Light” vi sono tantissimi formati stampabili di ricette eseguite qui e per vedere l’elenco basta cliccare qui >>>
Per gli impavidi basterà masochisticamente proseguire. A fine pagine comparirà ugualmente con tanto di appunti, note e scemenze fondamentali per la cattiva riuscita dell’elaborazione. Amen.
Dlin Dlon, fine comunicazione di servizio.
Ho adorato il buio di queste foto. In realtà non sono molto avvezza allo sfondo scuro ma essendo in una fase di colorazione “diversa” per quanto riguarda i disegni, credo che ciò si rifletta in altri contesti. O semplicemente sto ticchettando frasi a caso in preda ai miei soliti raptus frenetici e quindi basterà saltare tutta la pappardella di lettere che segue e andare al fondo per leggere le indicazioni della ricetta. Ecco sì, perché qualora si fosse verificata la sfortunata ipotesi che voi siate arrivati qui (e già dopo sei righe è un atto di coraggio. Impavidi!), consiglierei davvero a tutti di provare questa semplicissima elaborazione culinaria. Io con la crema pasticcera (come con il novantanove per cento delle cose “semplici ma difficilissime” in cucina) ho giusto qualche problemino. Grumi, impappettamenti, bruciature e puzza di uovo e aromatizzazioni forzate e. Insomma mai piaciuto preparare la crema pasticcera; così giusto per un dolcetto veloce da accompagnare alla frutta che ne so.
Complice il fatto che il Nippotorinese non ne vada matto ho sempre messo da parte l’idea di prepararla. Poi mi capita il libretto sulle Cocotte su cui tanto ho vaneggiato e un’epifania improvvisa mi si para davanti. Umamma la crema pasticcera nella cocotte! Dopo aver letto le indicazioni mi sono chiesta se fosse davvero possibile quello che era stato trascritto. Se davvero fosse venuta fuori una crema pasticcera da quell’esecuzione velocissima, io a sarei stata a cavallo. Nel senso che prima avrei dovuto comprare un cavallo e poi. Ma cosa sto dicendo? Insomma io per un dolcetto veloce, che generalmente piace a tutti e blablablabla, avrei potuto ricorrere all’escamotage della cocotte. E così è stato. Ma non è venuta fuori una crema pasticcera improvvisata ma una vera e propria Signora Crema Pasticcera.
Con tanto di bruciaturina sopra che la fa tanto somigliare alla cugina della Creme Brulèe. Il successo inaspettato ma soprattutto la velocità della preparazione (e non si sporcano tanti attrezzi, che è cosabuonaegiusta) mi hanno entusiasmato a tal punto che ne ho subito preparato una versione cioccolatosa. Ed anche lì plausi e applausi. In programma confesso di averne una con il tè matcha e una aromatizzata sì ma in versione salata, giusto per non accantonare questa mia passione smisurata nel preparare roba che appartenga all’ambito Pasticceria salata.
La cocotte continua a darmi conferme e a farmi credere che sia stata inventata per realizzare meraviglie in pochissimi secondi. A farmi credere che davvero basta pochissimo per preparare pranzetti romantici con tanto di dolce. Nei periodi frenetici è mortificante per me non servire il dolcetto al Nippotorinese che sopporta le mie isterie da pazza creativa che scrive. Mi dispiace sempre non poter portare in tavola qualcosa che sia, non tanto ricercatissimo, quanto una pietanza adeguata. Lui per la pazienza meriterebbe di ricevere venti portate da gran gourmet realizzate da Ducasse e Adrià ma purtroppo deve accontentarsi di una matta invasata che ripiega sulla cocotte.
Chi mi segue (machivelofafare?) sa che mi entuasiasmo pochissime volte e che generalmente invito a provare le cose che pasticcio, elaboro, trasformo, copio di sana pianta e blablabla ma se vi capita una cocotte tra le mani, questa provatela senza indugio perché ne vale davvero la pena.
E che una valanga di cocotte ci travolga!
La Ricetta
Ingredienti per due cocotte di grandezza standard: 380 ml di latte intero, 2 uova grandi, 2 cucchiai di zucchero colmi, vaniglia o aroma che si preferisce ( cannella, essenza di fiori o frutti).
Si può coprire la superficie della crema dopo averla tirata fuori dal forno con riccioli di cioccolato bianco o fondente o altrimenti usando il cannello da cucina si può ottenere una sorta di crema catalana.
Scalda il forno a 180 e nel frattempo con la frusta sbatti le uova velocemente e versa a filo il latte un po’ tiepido e non troppo freddo. Aggiungi l’aroma che hai scelto e lo zucchero. Versa il composto nelle cocotte e posizionale a metà altezza. Cuoci per 15-20 minuti. Vedrai quasi gonfiarsi il composto e formare una sorta di cupoletta. E’ il momento di spegnere il forno e tirar via la crema. Dopo qualche minuto quando non è troppo calda servi come preferisci accompagnata da un buon tè nero o tisana rinfrescante che magari richiama l’aroma prescelto per il dolce.