La minestrina di pasta con i caliceddi. Leggera, avvolgente e calda sì ma non troppo perché nonostante questa adorabile parola “minestrina” che mi fa venire voglia di abbracciare il primo passante anche se puzza ed è cattivo, in questo caso non è prettamente invernale. Chiaramente non so quel che dico ma nel frattempo sto cercando di finire un disegno. Come faccio a disegnare e scrivere contemporaneamente? Facile. Mi sono applicata due prolungamenti meccanici all’altezza della scapola. Con due mani scrivo ticchettando con la tastiera e con i prolungamenti, mossi dalla mia bocca, disegno. E’ davvero comodo . Credo che lo brevetterò.
Riesco pure a mandare file audio dove canto a Cri e Giuli, eh. Nella mia maestrale interpretazione di I Will Always Love you. Chi fosse interessato non ha che da chiedere (cheilcielociaiuti).
Oggi oltre ad essere la Giornata Mondiale del Caliceddo sarà anche la Giornata mondiale della Non Ricetta su Gikichen perché anche qui sarebbe davvero ridicolo anche solo pensare di spiegare come ho cotto gli anellini e sbollentato i caliceddi. La particolarità di questa pasta, se vogliamo però proprio soffermarci giusto un attimino, è che io ho aggiunto un po’ di succo di limone. Davvero poco ma considerato che i caliceddi con il limone sono pazzescamente buoni anche qui una nota agrumata non ho voluto lasciarla sfuggire. Tutto qui e niente di eclatante insomma. Dipenderà poi dall’olio con il quale si deciderà di irrorare il tutto . Un extra vergine delicato e non invadente sarà vincente.
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E.
Ahhhhhhhhhh.
noncelapossiamofarcela.