Ricette Vegetariane e Vegane

Polpette di Salsicce e Caliceddi

Costruisci un Mini Vulcano con me ?

Queste polpettine semplicissime non sono altro che salsiccia, privata del budello, mischiata ai caliceddi. In pratica la tradizione sicula che pretende che il Caliceddo venga accompagnato dalla salsiccia ma in rielaborazione iaiesca. Dei Caliceddi e della loro origine vulcanica e folkloristica ho già blaterato abbondamente in questo post per l’appunto nella classica preparazione di Salsiccia e Caliccedi. Il sapore è decisamente superbo ed io continuo ad amarli. Con la salsiccia il Nippotorinese poi dice che “uhm sì”. Non riesce ad esprimere maggior gioia, in primis perché in lui non vi è tanto il problema del dna freddonord (fattore x che non esiste e lo ben so) ma proprio del gene nippotorinese presente solo in un individuo nel pianeta a quanto pare. Oltre a questa strana mutazione genetica c’è da sottolineare però  l’avversione per la salsiccia sicula. “Troppo grassa, troppo grossa, troppo alta, troppo cosìtroppocolì. Non va bene”.

Capisco perfettamente che è assolutamente imparagonabile il tipo di carne che vi è qui in Sicilia rispetto a quella piemontese ma è vero anche, come mi piace ribadire al simpatico forestiero, che qui siamo conosciuti per una bella fetta di pesce spada e non certo per un bel pezzotto di vitello tonnato.

Tiè.

E’ raro che si dica “andiamo in Sicilia a farci una bella scorpacciata di chianina!”, ma chiaramente vaneggio *ghigno malvagio. Uno a zero per Iaia. tiè.tiè e aritiè.

Uff, tanto non mi legge perché è pure fine mese e sarà sommerso. Solo che AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH lui non riuscirebbe a farlo neanche se il tetto di casa stesse crollando sui cappelli dei nani da giardino.

Liti casalinghe “carne VS pesce” messe alla mercè di tutti a parte, direi che queste graziose polpettine, al contrario dell’alieno turista in terra straniera, sono piaciute agli indigeni del luogo. Abituati a questa “salsiccia orrenda-alta-grossa-grassa e blablabla” non hanno  potuto che apprezzare questa elaborazione semplicissima che mi ha reso protagonista per un giorno di “Regina della polpetta con salsiccia e caliceddi“. Certo non mi è stato consegnato nessun riconoscimento o  targa come non mi è stata fatta nessuna intervista, foto ricordo o discorso su di un palco; e nonostante mi chieda come sia possibile tutta questa disorganizzazione sono qui a blaterare circa l’impolpettamento di questi ingredienti.

Contando che i caliceddi si trovano solo nelle terre vulcaniche, arrivati a questo punto voi tutti siete in fila a prendere il numerino per elargirmi una sonora pernacchia ma è pur vero che si possono sostituire con spinaci o qualsiasi verduretta.

Si perde  un po’ il senso del binomio siculo ma chi se ne importa, del resto? Oppure potete trasformare la vostra verdura in una verdura vulcanica? Come? Semplice. I metodi possono essere moltissimi ma mi piacerebbe ricordarne solo due:

– Sotterrare le vostre verdure in giardino o dentro un vaso e nelle vicinanze costruire un mini vulcano (che insomma è facile no?). Per rendere il tutto più credibile dare fuoco al vulcano e scattare qualche foto.

– Infilarvi sul primo treno-aereo-cavallo-qualsiasicosa e venire qui a raccogliere caliceddi con me. Sono espertissima nel raccogliere caliceddi eh? Il viaggio ne varrebbe la pena.

(So raccogliere i caliceddi perché vado dal mio fruttivendolo di fiducia e li dissemino lungo la strada che porta sull’Etna. Poi con la macchina vi ci porto e: “uh guarda quanti caliceddi!” e il gioco è fatto. Semplice la vita no?)

E ora vorrei parlare del mercatino sardo dove ho comprato la pasta, il formaggio e i savoiardi allafacciadelnippo in diretta telefonica con Cri  e pure del fatto che a al banchetto romano ho trovato il Guanciale di Norcia e le salsicccciiiiette aricciose piccanti e no, e che per rendere orgoglioso di me Max ho pure detto “Scialla!” e tutto il mio repertorio (no. Non ho cantato ‘nnamo a Ostia Beach in onore di Vale ma).

Ma spero di poter farlo più tardi perché.

AAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

Insomma alle 21: 21 un’altra sicilianissima elaborazione con i caliceddi. Se sopravvivo al pomeriggio l’estrazione per il Bento Box Matrioska Style.

E.

E sembro uno di quei palinsesti tristissimi di reti regionali. Devo solo inserire l’edizione del tiggì ed è fatta.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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