Ricette Vegetariane e Vegane

Margherite con Pesto di zucchine, caprino, datterini e menta


Succede generalmente così. Ritrovo degli oggetti in casa che fisso per qualche nano secondo riassumendo i miei interrogativi in “come e quando”. No il perché non me lo chiedo neanche. E’ un passaggio che salto a piè pari. Nel senso che avviene esattamente questo nella tempistica e una motivazione quindi, a parte il fatto di essere un’idiota, non c’è.

  • vedo un oggetto e mi piace
  • lo compro (senza alcun tipo di paranoia ma decisa come fosse imprescindibile e assodato che non possa vivere un minuto di più senza)
  • lo abbandono (ma ho la certezza di averlo)
  • lo ritrovo (o inconsciamente lo cerco)
  • mi chiedo a cosa possa servire (se ho tempo; altrimenti un’illuminazione improvvisa mi dà uno spunto)
  • comincio ad usarlo (forse) o lo abbandono.
Il Nippotorinese usa un altro metodo, che francamente trovo stupido e poco pratico.
  • vede un oggetto e gli piace
  • fa un’analisi accurata del prodotto confrontandolo con altri. Prezzo, qualità, recensioni, stelline sui siti, pollici in alto, pollici in basso. Credo intervisti pure il consumatore telefonicamente quando ha quei tre minuti liberi nella pausa caffè.
  • lo compra solo dopo attenta analisi di mercato e lo fa in un momento conveniente; per dire insomma che addirittura attende l’offerta. Un po’ come aspettare i saldi senza la paura che non si possa trovare l’oggetto del desiderio (un eroe, insomma).
  • Legge le istruzioni, lo usa giornalmente, lo aggiorna ed anche se esce un nuovo modello o qualsivoglia evoluzione rimane affezionato all’oggetto che se dovesse guastarsi sarà pure mandato in assistenza (invece di bruciarlo e cestinarlo, incredibile no?)
Insomma per dire che bisognerebbe davvero che io stessi qui ad elencare correttamente la psicologia dell’acquisto siculasicula-nippotorinese per ore. Forse giorni e non voglio esagerare dicendo mesi.

Ma chi ce l’ha tutto questo tempo di far girare i neuroni per decidere la qualità, la convenienza, il giudizio degli altri e. Ebbasta. Mi piace? lo prendo. Lo voglio? lo prendo. A cosa serve? non lo so. HO RAGIONE IO E NESSUNO OSI CONTRADDIRMI! PERCHE’ NON SONO UNA FIGLIA UNICA VIZIATA CHE COMPRA QUALSIASI COSA SOLO PER IL GUSTO DI COMPRARE ! INTESI?

INTESI?!?!

Sono una persona razionale che compra due ipad, uno bianco e uno nero, per il pendant con le smart cover. Chi può sostenere che sia io ad avere torto? eh? chi dotato di un minimo di buon senso potrebbe farlo?

Perché sto vaneggiando circa la mia deficienza? In primis per vergognarmi pubblicamente dell’essere insulso che sono e per fare un outing e in secundis (che non mi piace come primis ma non posso dire primis due volte. E primis al quadrato, posso?) perché devo parlare di pesto.

Sì in tutto questo c’entra il pesto di caprino, zucchine, datterini e menta. Incredibile no? E mica tanto. Basta solo non avere un cervello e si possono fare pure questi incredibili e sconclusionati parallelismi.

Per dire che io avevo comprato il frullatore ad immersione con il filo e pure senza filo. Anzi se proprio devo fare un outing avevo comprato due frullatori ad immersione con il filo perché ho sempre paura che uno si guasti. STENDIAMO UN VELO PIETOSO. Ho pure due sbattitori elettrici. Ed anche se il Nippotorinese sostiene fortemente che io debba omettere alcuni passaggi della mia psiche al fine di non farmi davvero rinchiudere, quest’oggi in un momento di verità assoluta, che purtroppo i miei amici sanno essere sincera più che mai, posso affermare che sì: in casa avevo sino a poco tempo fa tre frullatori ad immersione.

Come siamo arrivati a tre?

E perché quello cordless poteva sfuggirmi? e andiamooooooooooooo.
Insomma per dire che alla fine due frullatori ad immersione con il filo (uno bianco e uno nero eh. Perché ho bisogno di questo yin e yang tecnologico e sì. Pure con gli iphone e i blackberry ma shhhhhhhhhhhhhhhhhhhnondiciamonienteanessuno) e uno senza filo a me servivano solo ad una cosa: occupare spazio. E solo il cielo sa quanto ottocentometriquadratipertre a me non basterebbero quindi non vi è certo bisogno di occuparlo utilmente.

Poi come sempre avviene nel mio processo (idiota) mentale un giorno capisco cosa fare con questi frullatori ad immersione. E come succede con tutto una volta capito divento feticista e l’uso meccanicamente diventa smodato. Non solo. Capisco di averne bisogno di più e allora vi è il processo irrefrenabile dell’accumulo. Ho ancora bisogno di un altro frullatore ad immersione piùpotentepiùnuovopiùbello. Non ho fatto in tempo ad usare quello che ha stazionato per lungo tempo senza motivo in un angolo buio che quando l’illuminazione mi coglie: tuppete! Sette! Ne voglio sette.

Questa scandalosa introspezione psicologica porta sempre al pesto di caprino, datterini, menta e zucchine sì. Ci sto arrivando. Forse l’ho presa un po’ larga come ragionamento (forse) ma ci sto arrivando.
Per dimostrare che adesso ho bisogno di un nuovo fiammante frullatore ad immersione, nonostante non ci siano modelli superiori a quello cordless in mio possesso (e anche qui si potrebbero pure fare partire i buuuuuuuuuuuuuu e le pernacchie registrate ) che uso giornalmente. Sperando addirittura che si rompa pur di poterne comprare un altro. Anche lo stesso modello cordless superaccessoriatoimbattibile, ok. Perché la parola “assistenza” in casa non viene mai pronunciata. O per meglio dire. Ci vanno le cose in “assistenza” ma nel frattempo io ho già ricomprato. E mamma si ritrova (sottotitolo: santa donna) con aggeggi non richiesti. Ed è bello vederla con in mano lo sbattitore elettrico che mi dice “ma quindi con questo ci posso fare il tritato?”.

A dimostrazione del fatto che necessito di frullatori ad immersione e che sarebbe opportuno averne una scorta perché l’uso eccessivo potrebbe a breve portare alla rottura del suddetto, FACCIO PESTI.

Faccio pesti come non ci fosse un domani. Faccio pesti sognando di imbarattolare qualsiasi cosa e regalarli. E surgelarli. E venderli. E aprire un’industria e.

E mi date il vostro indirizzo che comincio a spedire? Perché se dovessi farli anche per voi amici miei allora sarei autorizzata a comprarne quindicimila e nessuno oserebbe dire che sono esagerata.

(organizziamoci).

Ho detto no sia a valsoia (non è vero perché la amo ma devo agganciarmi al jingle perché ho deciso così) che ai pesti artificiali a meno che non abbia una pistola alla tempia o si tratti proprio di un prodotto di ottima qualità.

Fare un pesto in casa è ridicolo e ci si impiega pochissimo. Anche per chi sta conducendo una dieta ipocalorica è facile organizzarsi e controllare la quantità (senza parlare della qualità) dell’olio e la freschezza delle verdure.

Avevo delle zucchine a vapore fresche e buonissime in frigo che avrei mangiato io semplicemente con un po’ di sale come piace a me e una spremuta di limone fresco e allora mi sono detta: uhm.

Sìsì proprio uhm. Caprino in scadenza. Menta rigogliosa sulla terrazza e.

Frullatore ad immersione; mio migliore amico ormai.

Ho buttato dentro il bicchiere del frullatore ad immersione un po’ delle mie zucchine al vapore, una confezione di 125 grammi di caprino e qualche datterino freschissimo. Tanta menta. Poco olio e sale macinato sul momento. Frullatore ad immersione e via.

Ho condito le margheritine, ahimè finite ormai, che avevo adoperato per la pasta con arancia e rucola (ve la ricordate?). Ed è importante per me servire al Nippotorinese un condimento del genere. Salutare, fresco e leggero.

Perché ci tengo moltissimo alla sua salute, ecco. Ha priorità assoluta.

(e ci tengo soprattutto a dire queste fesserie in modo che si impietosisca e non mi prenda in giro perché io questo pomeriggio ho deciso che tre. Me ne vado a comprare altri tre frullatori ad immersione. Devo spedirvi i pesti no? Abbiamo già deciso giusto?)
(mentite. siete miei amici santocielo! mentite!)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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