Beh sì mi sa che quella che verrà sarà un’altra settimana di VideoRicette, ahimè. Basta spegnere le casse e riflettere insieme sui miei scoordinamenti linguistici, acuti e bassi. Chi mi conosce davvero sa quanto io provi un’avversione nei confronti della mia voce. Nel senso che. Ci sono voci che rilassano, divertono, ammaliano, seducono e infastidiscono (mi piace dire ovvietà . Inciso la mia sta alla categoria: infastidisconoparecchio-sanguinanoleorecchie). Noto moltissimo il tono di chi si rivolge a me. A pochi riesco a prestare attenzione forse perché vi è una sorta di divertimento represso durante l’ascolto, e vengo distratta. Mi spiego meglio (risate registrate): trovo molto divertente “imitare” le voci. Ma solo quelle che catturano la mia attenzione. Alcuni toni mi affascinano a tal punto che li ascolto silenziosamente e ripetutamente. Poi quando sono sola li imito e ridacchio. Cercandoli “dentro” e sperando che vengano fuori dalle mie corde vocali. Acutizzando i difetti.
Per dire insomma che la mia voce non mi attrarrebbe. Mi ritrovassi davanti mi darei una badilata sulle gengive al grido di “ZITTASTAIZITTA”. E detesto (FORTEMENTE) riascoltarmi. Per questo motivo registro la voce delle videoricette una sola volta. Se va bene: pubblico. Se va male: cestino videoricetta e amen poi si vede. Il giudizio “va bene”-“va male” varia a seconda del momento perché si tratta comunque di qualcosa di surreale a prescindere.
Credo di essere nata attrice (ma solo dentro) e le maschere pirandelliane che sfrutto a mio uso e consumo ne sono esempio, tanto quanto la psicolabilità che non è proprio bipolarismo ma multipolarismo. Essendo figlia dell’elettricità mi piace definirmi: ciabatta. La presa multipla è quella dove infili dentro due o tre spine mentre la ciabatta è quella meravigliosa sfilza di prese dove infilare numerose spine di diverso wattaggio e potenza (tecnicamente discutibile ma metaforicamente adatto). Ecco, io sono una ciabatta che accoglie questa varietà elettrica di idiozie, per dirla molto semplicisticamente (Turi amore mio sei o no orgoglioso di me?).
(menti papà ti prego)
Ho diverse voci ma le malgoverno; forse perché non ho la voglia (il tempo lo cerco e trovo sempre nel caso) di misurarle. Mi piace che escano spontanee senza costrutti. Il mio tono cambia a seconda della persona con cui  mi relaziono. Come tutti, si direbbe. Uhm no. Un po’ come una psicopatica con disturbi di personalità giusto per sottolineare ancora ovvietà .
Sono giocosa, divertente ed esasperante con acuti fastidiosi in molti meno casi di quanto si possa immaginare. Ho un tono cupo, profondo e lento. Certo come tutti, ribadisco. Chi però, e sono davvero pochi, si relaziona con me riuscendo a vedere “la ciabatta (uditiva in questo caso)” rimane a tratti spaventato dalla reale diversità di toni.Â
Emerge che quando clicco su “microfono” di Imovie venga fuori la bimba entusiasta che gioca con le pentoline e ridacchia con gli amichetti. Confesso, mi contengo un po’ perché vorrei proprio andare a ruota libera e dire più sciocchezze di quante ne dica. Credo che, giusto per fare una dietrologia psicologica anche qui, i video in questo periodo siano un chiaro segnale di quanto io vorrei avervi vicino. Non mi ero mai esposta così, giornalmente intendo, con la voce. Con il movimento. E’ sicuramente la paura di quello che sto affrontando e il contatto reale che “a causa” del libro avverrà a breve.
La paura di essere inadeguata e di non avere una voce comprensibile. Il terrore di piangere e abbracciarvi tutti e non riuscire a dire “a”. Inconsciamente credo di starmi mettendo alla prova con me stessa e i miei mostri pian piano. Non mi mostro blaterando sulle doppie punte perché è un processo lento e diverso. Prima le mani. Poi compaio un po’. Poi riappaio. Come una Maghetta. Fuori dal Cilindro. Dentro il Cilindro.
E’ davvero tutto molto difficile, surreale e a tratti bellissimo. E’ un ascensore continuo che mi porta all’inferno e poi al paradiso senza neanche passare da un Purgatorio. Pieno di eccessi, senza sfumature in uno yin e yang di dolore. Tutti i tasselli e vaneggiamenti tornano prepotenti e io mi riscopro davanti a un video e una torta al Cioccolato. Capisco cosa sto diventando e cosa sono stata. Chi devo essere e chi non vorrei. Dai toni, dalle voci e dalle ciabatte. Dai movimenti delle mie mani. Dai pianti e dalle risate. Quando poi capita di ascoltarmi perché mamma mi sta guardando o per svariate ragioni mi fermo.
E cerco di imitarmi. Rendendomi conto di scioccolata. Di sughetto. E un po’ rido. E un po’ piango. E un po’ vi sento vicini. E un po’ vi sento lontani.
Un po’ sono io. Un po’ non ci sono più. E non so neanche se voglio rivedermi.
Non è mai stato un Food Blog questo e l’ho ripetuto sino alla nausea ma una cura alla luce del sole. Sono stata psicologa di me stessa, sbagliando e a volte no. Lo siete stati voi psicologi e cure. Critiche e abbracci. In questi video c’è molto di più di quello che riesco a dire e scrivere. C’è una parte di me un po’ più reale che mi sforzo di far emergere per guarire.
O perlomeno per credere che possa accadere. Non solo a me.
Ecco. Le VideoRicette sono questo.Â
( alle 19.19 La SuperTombola con la Rubrica della Libreria di Iaia )Â