E’ un formato di pasta riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale della Valtellina e si tratta in pratica di tagliatelle composte per due terzi di grano saraceno (Iaia ha fatto torta spettacolare ha fatto *disse in terza persona singolare emozionata come una seienne che si dondola sulla sedia mentre ripete la poesia del Natale. Cosa sto dicendo?). Fatto sta che il Nippo bramava di cucinare questi pizzoccheri già da un po’. Essendo moltomamoltomamoltomamolto bravo ai fornelli da giorni non faceva altro che spiegarmi come li aveva cucinati a Coriano una volta quando abitava da single felice e girava il mondo.
Adesso è segregato in Sicilia con una pazza e al massimo gira il parcheggio. Quante sorprese ti riserva la vita eh. E ti riserva pure di ritrovarti con un piatto di pizzoccheri appiccicati con piselli bolliti surgelati e scaglie di grana per coprire misfatti quando torni dal lavoro.
Diciamo che sono nel mio periodo extra creativo; ovvero quello dove mi metto in testa in un delirio di onnipotenza di potere pure ricomprare la moka e fare caffè. Ieri infatti mentre vagavo per Saturn in cerca di un cavalletto e un obiettivo, nel mio campo visivo è entrata una moka della Bialetti rossa fiammante. E mi sono detta che forse era colpa della Guzzini precedente a forma di animaletto se i caffè erano orrendi. Pur avendomi dissuaso buttandosi per terra e implorando pietà non ho dato ascolto al Nippo. Afferrata la moka e l’arriccicapelli e nessun obiettivo, in pieno stile iaioso sconclusionato mi sono diretta alle casse sostenendo che anche BestiaBionda avrebbe potuto godere apppieno (che si scrive così) delle mie capacità caffettierofere (si scrive così anche questo).
Per dire insomma che questi pizzoccheri a detta del Nippo erano peggio dei miei caffè peggiori. E’ disarmante la sua onestà tanto quanto il mio coraggio nel parlarvi di questo ennesimo primo piatto finito male.
Sogno di scrivere un libro su Primi Piatti e Caffè. E la mia memoria volge al ragù al caffè (non trovo il link, uff).
Pizzoccheri mosci-attaccati-scotti-con piselli non salati (mi dimentico sempre uff) e pezzi di grana. Poi metti un bel tovagliolo del corredo della nonna e un piattino carinocarinocarino e pare essere tutto meno peggio.
Ma è non peggio. IL (determinativo) peggio del peggio. Un po’ come i Lunedì.