La torta preferita in assoluto dal Nippotorinese è la torta di mele; difatti la prima che abbiamo cucinato insieme (quando ancora non sapevo neanche fare la pasta. Ah vero non la so fare neanche adesso) è stata proprio una rivisitazione della più classica di questo genere ma con l’aggiunta del riso. Ne ho parlato qui lasciando la ricetta (da provare assolutamente). Ne ho fatte diverse di torte di mele negli anni poi, sempre un po’ alla ricerca proprio come la mia Elli e BestiaBionda, che hanno dedicato alla regina tra i dolci anche un intero blog (eh mi sono persa il link. Qualcuno mi aiuti!). Sul mio libro in occasione dell’uscita di Frankenstein Junior ho realizzato un tortino di mele davvero speciale da dividere con la mia Valebrì tra risate e gobbe (gobba? quale gobba?). Negli anni, insomma, l’unica torta che non ho mai assaggiato in vita mia (dai non fare quella faccia. Non ho davvero mai mangiato una torta di mele, lo giuro! Ma un giorno ce la farò) è diventata simbolo di amore e di amicizia. Mi sono costruita insomma un ricordo importante in questi ultimi anni visto che in quelli precedenti (al contrario di quasi tutta l’umanità) niente mi lega alla Torta Di Mele. Mia nonna Grazia non faceva dolci ma mi comprava la granita. Mia nonna Angela faceva solo Turdilli e solo a Natale e comunque io non li apprezzavo. Mia mamma infine non ha mai fatto nulla che potesse andare anche solo lontanamente oltre una crema al cioccolato (e anche quella non troppo crema) perché ha sempre dichiarato che: “i dolci a me piace mangiarli. Mica farli”. Provengo insomma da una famiglia matriarcale assolutamente rivolta al salato.
Ed è per questo che mi sono specializzata nei dolci e amo soprattutto realizzarli (non in ultimo mangiarli ma rimane comunque un problema visto le mie “ristrettezze alimentari” in fatto di ingredienti).
La Torta di mele con il pane raffermo volevo proprio provarla già da un po’. L’ho fatta la prima volta (guarda un po’) in occasione del Compleanno della Biondina (trattasi di 12 Novembre); a distanza e in vicinanza la bella Bionda Ferrarese Romanese lo scorso anno ha ricevuto un gran bel numero di torte davvero speciali (se vuoi vederle puoi cliccare qui per essere catapultati sul suo blog. Ne vale davvero la pena perché è un post intenso e profondo). Un ottimo modo per riciclare il pane e sfornare una delizia che ben si conserva, oltre al fatto che come sempre può essere arricchita con gli elementi che piacciono di più. Povera, tradizionale e di quel gusto intramontabile diventa ottima per la merenda e la colazione e certamente non per un fine pranzo o cena (ho finito con le frasi ovvie, sì. Solo che è difficile distrarsi. Al momento l’hit parade del muratore è “una rotonda sul mare. Il nostro disco che suona. Sento gli amici cantare. Ballare. Cantare. ma tu non sei qui con me AMORE MIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” con fortissimi acuti. Sono LEGGERMENTE distratta).
Quando ho rifatto la torta di mele e pane mi è venuta come una folgorazione. Ho capito che ne volevo fare una versione salata. Dapprima, visto e considerato che è ormai risaputo quanto l’abbinamento frutta -soprattutto mela- con carne sia gustoso, per una versione “carnivora” poi mi sono convinta che invece fosse il caso di virare al vegetariano (se riuscissi con il latte di soia però potrei farne una vegana.Uhm) e: Patata. Torta salata di Patate, Pane e Mela. Non ho ancora provato ma è nella pole position
La Ricetta
Ingredienti per otto persone:
160 grammi di pane vecchio, 450 grammi di latte intero, 3 uova di 60 grammi circa cadauna, 60 grammi di zucchero, 40 grammi di uvetta, 4 mele di 200 grammi l’una, zucchero semolato per spolverare. Burro e farina per imburrare, aroma che piace: cannella o vaniglia.
Taglia il pane e immergilo nel latte intiepidito finché diventa morbido. Poi metti in ammollo l’uvetta in poca acqua tiepida in modo che si idrati. Sbuccia le mele e privale del torsolo; poi mettile da parte annaffiandole un po’ con del succo di limone. Strizza bene il pane e comincialo a impastare con le uova, l’uvetta e lo zucchero. Imburra e infarina la tortiera (da 20 centimetri è perfetta) e poi versaci l’impasto. Cospargi la superficie con zucchero semolato e inforna a 180 già caldo per un’oretta circa.