Tutte le ciambelle riescono con il buco. TUTTE. Basta avere una teglia con il buco in centro. Lo voglio cominciare così questo difficile Lunedì mattina. Con un po’ di sano genio. Ogni volta che sforno una ciambella mi siedo quindici secondi sullo sgabello dello snack. Poggio la mano sotto il mento. Fisso un elemento della mia cucina disastrata a caso (dove ci sono buttati i libri che prima erano nel salottochenoncèpiù. Dei Nani random. E pure i doposci. Ma che poi perché ho dei doposci se dove vivo ci sono quindici gradi a Gennaio?) e mi pongo una domanda. Solo una. Semplice, diretta e lineare.
“Ma è davvero così semplice fare una ciambella?”
Non riesco ancora a farmene una ragione. D’accordo che non ho mai cucinato in vita mia e da tre anni non smetto di cucinare ma davvero è così semplice fare una ciambella? Me lo continuo a chiedere, dopo accurata indagine psicologica, molto probabilmente (la diagnosi non è ancora certa, si evince) perché quando la facevano le mie amiche annianniannifa a me sembrava davvero che fossero delle eroine (e perché invece di farmi sempre la stessa domanda dopo che ho fatto una ciambella non rispondo alle email? Oppure perché non mi depilo le sopracciglia? Oppure perché non me le estirpo con un lanciafiamme e me le faccio tatuare come tutte le attempate quarantenni che vogliono sentirsi ragazzine? E perché Venerdì sono finita alle Bahamas con cumuli di cocco nel reggiseno e oggi confesso di essere una quasi quarantenne? E soprattutto perché NESSUNO CONTINUA A CHIAMARE IL 118?).
*inspiro con il naso* e ricomincio:
Rimanevo allibita alla vista della Ciambella bigusto. Assistevo incredula al montaggio degli albumi e a quella misteriosa-miracolosa-sorprendente fusione tra l’impasto bianco e quello nero. Era come una magia. Credevo che avessero un’abilità fuori dal comune. Era ai limiti del paranormale. Io, che non sapevo accendere il fornello. Io, che non sapevo la differenza tra cotoletta e agnolotto. Io, che non sapevo cosa fosse esattamente il lievito. Io, che ero venuta da un pianeta lontano. Io ancora oggi non riesco a farmene una ragione. E allora sto lì con la mano sotto il mento a fissare un elemento a caso mentre ripercorro i miei pensieri passati che si mischiano a questi. E poi senza volerlo, nonostante abbia già molte più risposte di quanto ne avessi prima, mi chiedo sempre solo.
“Ma è davvero così semplice fare una ciambella?”
(e qualcuno di voi ha le sopracciglia tatuate? Parliamone. Soprattutto di quelle che fanno “pelo a pelo”. Ma su un blog di cucina si può parlare di sopracciglia tatuate pelo a pelo? Perché a volte mi sfugge che due o tre persone mi leggano. Nonostante non capisca seriamente come possano infliggersi questa pena. INSOMMA! Apriamo un dibattito sulle sopracciglia tatuate ve ne prego. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che non sia la mia cover dell’iphone, unica amica in questi giorni di solitudine *musica straziante in sottofondo*)
La realtà è che semplice diventa sempre un concetto astratto e relativo a seconda di come e dove si colloca (sono brava a passare da un discorso a un altro? Adesso per esempio vorrei introdurre il discorso: copriocchiaie di silicone sì o no? Dai la smetto). Rapportato ai miei pensieri passati sì. Semplice pare essere l’unico termine esaustivo. E’ come quando si sente quella frase leziosa e anche un po’ troppo abusata: “se si fa con amore è tutto più buono”. Uhm. Non che mi avesse mai convinto del tutto all’epoca. Ma poi negli anni i luoghi comuni che in fase adolescenziale e post ti sono sembrati di una noia mortale diventano improvvisamente cemento e base per la vita stessa. Quando si è giovani e spensierati (disse quella che Giovedì Sera si è fatta la Tinta Marron Glacé senza ammoniaca e adesso ha i capelli “nonnetta mogano style”) si crede sempre che i pensieri comuni siano troppo vecchi e pieni di polvere, scontati. Allora si crede di dare una bella ripulita-spolverata a quei concetti che odorano di antico (o meglio vintage, visto il periodo) apportando freschezza. Per poi scoprire che quest’ultima rimanda sempre e solo a quell’odore. Antico. Che non sbaglia mai e che rimane fresco sempre. Nel tempo (qualcuno mi dia un caffè perché arrivati a questo punto non so più cosa sto dicendo. Oppure qualcuno mi dia un cervello che facciamo pure prima).
Una ciambella riesce sempre con il buco se fatta con amore (e con la teglia con il buco, ribadisco fortemente). Volevo dire questo. Sono stata brava a farlo con un delirio neuronale in millemila caratteri inutili? Sì.
Soffice soffice soffice. L’ho notato solo visivamente e al taglio ma è una sensazione confermata e corredata da ilarità . Da chi l’ha bella impappettata nel cavo orale. Non si mantiene per moltissimo tempo però. Neanche conservata in latta. Non so però se dipenda dal fatto che attualmente mi trovo in un luogo freddissimo e umido. Senza mobili in casa è chiaramente più difficile riscaldare gli ambienti e in più unendo piano sotto-piano sopra siamo attualmente in un vortice-voragine di freddo. Per dire insomma che non sono molto attendibile in fatto di conservazioni considerato che vivo in un igloo (fortuna vuole che in Sicilia non ci siano comunque temperature rigide. Ma per una sicula 15 gradi è inverno rigido inoltrato *disse battendo i denti sotto la sua copertina di feltro cuoriciosa).
Che fa. Sopravviviamo a questa settimana o no?
(è sempre la seconda)
Ma sarà la prima se parleremo seriamente dell’annoso problema “sopracciglia pelo a pelo”.
Ingredienti per un ciambellone classico da 22-24 centimetri
120 grammi di burro, 6 uova, 190 grammi di zucchero a velo, estratto di vaniglia, 200 grammi di fecola di patate, 1 bustina di lievito, 20 grammi di noci sgusciate, 2 mele di 180 grammi circa cadauna, 35 grammi di farina bianca 00, 1 cucchiaino di cannella, un pizzico di zenzero e anice stellato in polvere. Anche un pizzico di chiodi di garofano non sarebbe affatto male.
Fai fondere il burro nel micro o a fuoco basso ma non farlo cuocere. Separa gli albumi dai tuorli e lavora questi ultimi con lo zucchero e le spezie per almeno 8 minuti aiutandoti con uno sbattitore elettrico. Aggiungi un pizzico di sale agli albumi e poi monta a neve fermissima con l’aiuto delle fruste elettriche. Incorpora quindi la neve che hai ottenuto con gli albumi ai tuorli seguendo dei movimenti dal basso verso l’alto. Ottenuto questo composto aggiungi la fecola, il lievito e la farina setacciata mescolando per bene e alternando con il burro fuso. Aggiungi le noci spezzate e lavora con un cucchiaio di legno o una spatola questo composto. Delicatamente e cercando di far amalgamare bene tutto. Alla fine sbuccia le mele e tagliale a dadini piccolissimi. Aggiungili al composto incorporando delicatamente (per ultimo il passaggio delle mele) e alla fine di tutto imburra e infarina la tortiera da ciambella e versa il composto. Fai cuocere a forno già caldo per 30 minuti a 180 gradi.