Oggi, 31 Luglio,  è il compleanno di Harry Potter (ecchisenefregachilhadetto?). E un dolcetto in perfetto English Style era doveroso (no dai. E’ solo una coincidenza).
I Crumpets sono delle deliziose focaccine anglosassoni principalmente preparate con acqua e lievito (ma anche latte, talvolta. Pure uvetta, per dire, ma questa è la prima versione base) che danno davvero del filo da torcere ai Pancakes. Ci sono proprio fazioni e tifi da stadio, sì. Perfetti per il tè inglese con i sandwich ai cetriolini, cupcake e biscottini ma pure al mattino con burro e marmellata.I simpatici bucherelli dei Crumpets fanno sì che il “condimento” si insinui all’interno e renda tutto ancor più godurioso.
Ricetta tratta da “Una merenda a Londra”, Piccoli Spuntini di Guido Tommasi Editore, di Amelia Wasiliev .
Per 13 crumpets circa
Ingredienti
- 260 grammi di farina
- 1/4 di cucchiaino di zucchero semolato
- 1/2 cucchiaino di lievito in polvere
- 1 cucchiaino di lievito di birra disidratato
- 1 cucchiaino di sale
- 310 ml di acqua tiepida
- 1/4 di cucchiaino di bicarbonato di sodio
- 125 ml di latte intero tiepido
burro per  la padella
Il burro al caramello
- 65 grammi di zucchero semolato
- 1 cucchiaio generoso di sciroppo d’acero
- 1 cucchiaio di acqua
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
- 125 grammi di burro ammorbidito
Occorrerà un coppapasta tondo o rettangolare di circa 6-8 centimetri di diametro per la realizzazione dei Crumpets
In un recipiente mescola farina, zucchero, lievito e sale. Aggiungi l’acqua e mescola per due minuti. Copri e lascia riposare a temperatura ambiente per un’ora. Stempera il bicarbonato nel latte e incorpora delicatamente all’impasto. Imburra il coppapasta e la padella. Fai riscaldare la padella e a fuoco medio versa circa 50-60 ml di impasto all’interno del coppapasta (o dei coppapasta dipende da quanti ne adoperi. Io ho svolto l’esecuzione uno a uno per non far “sballare” troppo la temperatura). Cuoci per 5-7 minuti fino a quando compaiono i classici buchini da crumpets in superficie. Togli il coppapasta e gira i crumpets cuocendoli altri due minuti. Dovranno risultare dorati. Continua chiaramente fin quando finisce l’impasto.
Il burro al caramello come si fa?
Scalda a fuoco dolce lo zucchero, lo sciroppo d’acero e l’acqua fino a quando lo zucchero si è sciolto. Continua la cottura non superando i 115 gradi (lo sciroppo è pronto se una goccia versata in una ciotola di acqua fredda forma una piccola bolla molle).
Rivesti lo stampo rettangolare che hai deciso di adoperare con la carta forno. Nel frattempo quando lo sciroppo è pronto aggiungi il bicarbonato e mescola in maniera energica. Questo composto deve schiumare.
Versa nello stampo e lascia raffreddare. Fai a pezzi il caramello ottenuto. Con un mattarello stendi il burro ammorbidito tra due fogli di carta forno. Rimuovi il foglio superiore e cospargi con i pezzetti di caramello. Mescola con la sptatola. Dai al burro la forma di un tronchetto e arrotolalo nella carta da forno ben stretta. Tieni in frigo fino al momento di servire. Puoi conservarlo tranquillamente in frigo.
Non necessariamente i Crumpets devono essere serviti con il burro al caramello. E’ una chicca in più che l’autrice regala ai suoi lettori e a noi tutti. I Crumpets possono essere arricchiti anche semplicemente con del succo d’acero come i Pancakes, per capirci, o con della frutta fresca, panna e yogurt. Si può pure pensare di adoperare una classica marmellata e del burro, perché no salato in modo da creare un contrasto simpatico in abbinamento a della frutta piuttosto dolce e acida magari messa insieme. Insommainqualsiasimodo.
Rimangono una base interessante, alternativa e davvero intrigante in quanto croccante. Che non a tutti piace la morbidezza, ecco.
Sempre della stessa edizione di cui parlavo qui pubblicando i Biscotti Gelato tratti da Una merenda a New York esiste l’adorabile volumetto firmato da Amelia Wasiliev con le fotografie di Lisa Linder “Una merenda a Londra” (se non mi fanno tutte le merende delle galassie adesso mi arrabbio veramente, però). Supppergiù (si scrive così ma con più p, in realtà ) le divisioni, impostazioni, spiegazioni e blablabla sono le stesse (ettecredoèunacollanamicaperniente). Cakes e Cupcakes, Scones & Soci, Biscotti e Quadrotti, Pies & Crostate.Ci sono pure gli English Muffins da non confondere con i dolcetti dallo stesso nome; quelli a base di lieviti che tostati e accompagnati con il burro, le confetture o le uova Benedict fanno fare sempre un figurone. Solo che non avevo la semola di mais e neppure il lievito di birra disidratato e neppure lo yogurt bianco. E neppure lo yogurt bianco a dirla tutta. Insomma non avevo praticamente niente.
Suonino le trombe, rullino i tamburi, partano le majorettes e se è possibile arrivino pure i Carramba Boys, con Raffaella e Japino, direttamente dal Brasile al ritmo di comèbellofarlamoredatriesteingiù perché: (è possibile pure avere tre bicefali e quattro clown assassini con Japino o è finito il budget?
LA CUCINA E’ FINITA.
Propriofinitafinita no. Ma la parola finita pare non essere più utopia (sì, hanno dimenticatolo zoccoletto. Vabbè ma dai, è normale. Dopo novemilamesi capita di dimenticarsi ottomilasettecentoquarantacinquecose, no? La prossima volta IKEA. Quale prossima volta?). E allora la colazione-merenda all’inglese non la fai al Nippotorinese? Crumpets con burro al caramello. L’epoca a cui risalgono è quella che mi ispira più in assoluto in fatto di racconti. L’epoca vittoriana sforna infatti l’ennesima meraviglia con questo malloppotto squisito, croccante fuori e morbido all’interno che diventa parente del pancakes, ma a quanto pare molto più gustoso, intrigante e di carattere. La Wasiliev accompagna questi crumpets con un burro al caramello che credevo fosse di fastidiosa realizzazione e invece in men che non si dica si prepara in casa un adorabile panetto di burro con dentro scaglie caramellose. Mi sarebbe piaciuto, confesso, fare la videoricetta di questi Crumpets, anche perché non è che vi sia molto in giro. Poi accadrà come sempre (come è accaduto con i macaron, con i whoopie, con la torta al cioccolato dentro il microonde e blablabla che il web impazzisce all’improvviso come se la “scoperta” appartenesse a un recente presente e non a un lontanissimisssimissimo passato).  Per dire che? Ah sì. Che devo fare la Videoricetta dei Crumpets e che lo scrivo qui così me ne dimentico totalmente, anche perché chi si rilegge? (scema fino a un certo punto, sono *disse con sguardo intrigante da Lappara Frinzia, coppola, suonando il maranzanu e mangiando Liquirizie Pastiglie Leone)
(la conoscete la Lappara Frinzia, sì?)
Insomma oggi io vorrei informare il mondo intero circa la mia nuova ossessione. Voglio insomma contribuire all’ennesima informazione di cui non importa assolutamente nessuno. In pratica vengo a sapere che Party Pieces (sì sì proprio l’azienda di Pippa e della nuova Regina di Inghilterra che mai potrà eguagliare la grandezza della mia amata Elizabeth. Che fa pure i photobombing dopo essersi rifiutata di sedere sul Trono di Spade. Amoquelladonnaamo) ha lo shopping online. Abbè. Mi dico proprio così. Abbè. Mentre mi si parla di versamenti, scadenze, pali elettrici, quadri elettrici, forniture ospedaliere, ferie, ici, ipi, yupi, lupi, esiglechenoncapisco (quando hanno detto IRPEF come una bambina di tre anni mi sono alzata e ho detto lasolasoquestalaso. Poi non la sapevo, ma l’entusiasmo prima di tutto). Insomma sì. Mi si parla di roba noiosa e io penso solo a Pippa con il perizoma mentre accompagna la sorella all’altare e fa strage di cuori. Credo che quel giorno la Beckham l’abbia pure maledetta avendo lei un outfit discutibile e non perché fosse incinta. INSOMMA sono una donna di un certo spessore culturale. Non sono adatta a sentire paliluceirpeffornitureospedaliere. Sono adatta invece a disquisire per ore di outfit, perizoma e partipisisisis.
Ora io che seguo le notizie del gietsetinternescional so bene che in Inghilterra una fazione detesta e non poco (i soliti snob, tzè) gli arricchiti genitori di Pippa mentre un’altra li idolatra. A me interessa poco questo simpatico schieramento perché non ho molto tempo considerato che devo focalizzare i miei pochi neuroni funzionanti sul cappello della Beckham e il modello del perizoma. Va da sé però che so bene quanto siano trendy i prodotti venduti dalla famiglia di Pippa (si è capito che non ricordo il cognome e porto avanti Pippa o no?). In un articolo sul web avevo letto che addirittura avevano lanciato una linea di incredibile beltà chiamata tipo “Little Prince” allor quando il regale erede emise il primo vagito. Di quella linea sul sito non vi è traccia ma attendo trepidante “Little Prince cresce” in vista del suo primo compleanno. Per il compleanno del Nippotorinese (3 Luglio) c’erano in visita Dottoressa Suocera, AmoremioCognatoso Piola e Fidanzato Architetto Gatto (siamo una famiglia normale come tutti voi, lo giuro). Motivi per festeggiare, tra Koi in arrivo (quel’esatto giorno), casa distrutta, anniversario secondo mese papà in arrivo e tante altre bellecosechenonvidico ce ne erano davvero ben pochi ma proprio per non gettarsi nella disperazione assoluta abbiamo deciso in men che non si dica di organizzare proprio un minipartyinfamigliaepochissimiamici.
Una trentina di persone; che qui una trentina di persone corrisponde a: “non fare nulla”. A otto giorni dall’evento mi dico che è il momento di mettere alla prova Party Pieces, che decantava una celerità invidiabile. Faccio un giro sul sito e rimango abbagliata dall’incredibile offerta. Chi avesse voglia di farci un giro rimarrà esterrefatto perché si tratta di un’organizzazione visiva degna di nota con prodotti oggettivamente belli. Ma proprio belli assai. C’è quell’odore di “festa da film”. Quella che hai sempre sognato per il tuo bambino. Ci sono pure i coordinati in chiave circo per i muffin. Ci sono bandierine deliziose e tocchi chic, shabby e sognanti. C’è davvero di tutto. Essendo la “festiccciuola in famiglia” organizzata sia per il compleanno del Nippo che per l’arrivo di Koi mi sono fiondata come luogo comune impone in prodotti rosa  e azzurri; trovavo la cosa talmente comune e ridicola da diventare innovativa e entusiasmante. Pois rosa e strisce azzurre. Ahhhhhhhhhhh *sospiro.
Poi mi sono lasciata andare compilando un ordine di vergognosa entità  sempre con la solita scusa “Per lavoro. Per le foto. Eh. Purtroppo lo DEVO fare. Sono COSTRETTA” che funziona sempre (con chi non lo so) e pure quattro bandierine personalizzate, dai. Perché sì ci sono pure i classici festoni a bandiera in puro stile English che amo, con tanto di personalizzazione Happy Birthday erobacosì.
Insomma striscio la carta di credito eciaoplafonannuale e mi viene spiegato che non bisogna assolutamente scegliere un tipo di spedizione diverso. Party Pieces vuole solo sapere la data della tua festa e senza alcun problema provvederà a mandarti il materiale in tempo perché mica vogliono rovinarti la festa! Fiduciosa nella famiglia di Pippa mi dico “Ma che organizzazione Siore e Siori!” e scrivo: Festa 4 Luglio (in realtà sarebbe stata il 6. Oh fiducia sì ma fino a un certo punto. Ordine emesso 29 Giugno). Mi dicono oknoncèproblematiarrivatutto e io zompettando immagino già bandierine ovunque, un cane pulito e dolce che corre tra i prati (?) e il Nippotorinese alto, con i capelli lunghi e la barba incolta (?).
Già il Giovedì 5 Luglio qualche dubbio lo avevo. Il Venerdì 6 Luglio mi sono detta che sarebbe arrivato in mattinata perché mica avevano detto che ti facevano organizzare la festa con netto anticipo ma che ce l’avrebbero fatta e basta. Magari proprio a un’ora dalla festa. Sono inglesi ragioneranno in maniera diversa. E mentre tentavo di giustificarli pure il Sabato mattina 7 Luglio dove per loro la festa era già bella che passata e io nutrivo la speranza di poterli adoperare l’indomani: niente.
Arriva Mercoledì della settimana successiva il mega pacco e mi rispondono che il problema sono state proprio le bandierine personalizzate; che capisco hanno richiesto una stampa ma: informarmi durante la settimana via email? Certo è che io perdo le email ma dopo un’attenta indagine (del Nippotorinese eh. Perché già io Sabato ero da Tiger. Ho svaligiato quello e ciao Party Pieces facciamo tutto sui toni dell’anguria, dell’uccellino che spegne le candeline sul Muffin e arrotoliamo tutto con la carta igienica a cuoricini allafacciadiPippamiddelltonnn. Uhhhhhhhh. Vero. Si chiamano Middelllltonnnn!) si è risaliti all’increscioso fattaccio:
no. Non mi hanno proprio scritto. Delusione massima da una parte ma consapevolezza che i prodotti di Party Pieces oltre a essere di una varietà  vergognosa ed esagerata sono ancor più belli dal vivo. Sono rimasta letteralmente scioccata, dimenticando di avermi fatto correre da Tiger (che diciamocelo è sempre un’esperienza mistica a prescindere) quando ho avuto tra le mani questa marea di prodottini deliziosi. Adopererò il servizio compleannoso del Nippotorinese e dell’arrivo di Koi per altre occasioni e utilizzerò il resto per un mio progetto messo in cantiere lo scorso anno per ovvi motivi.
Ho due libri in preparazione e ho intenzione di finirli al più presto. Uno riguardante il cibo. L’altro la mia Graphic Novel.
Tutto questo per dire che questi adorabili pezzi di carta adoperati per le foto provengono proprio da Party Pieces. E che a Pippa alla fine si perdona un po’ tutto (devo comprare il libro di Pippaaaappproposito!).
Su Facebook qualche giorno fa ho avuto modo di scrivere due righe riguardo questa meravigliosa Torta che meriterebbe enciclopedie. Andrea, figlio di un’anima profonda che amo e amico a sua volta, da poco tempo ha finalmente (un finalmente che dovrei scrivere in grassetto font 200) cominciato a credere nelle sue incredibili capacità sfidando la sua timidezza e aprendo una pagina Facebook dove pubblica i suoi capolavori in Pasta di Zucchero (La pagina è questa e non mettere “mi piace” è perseguibile per legge e pure perseguibile per Iaia, ecco).
Andrea ha realizzato anche la torta per la Presentazione del mio Libro a Catania, di cui non ho mai scritto. Non ho mai pubblicato foto. Sicuramente perché riassunto di troppe cose belle e orrende insieme. Non sono mai riuscita a esternare le emozioni di quel giorno; a dire il vero non ho neanche per una volta tentato. Questa torta realizzata per il 3 Luglio mi ha ricordato, tra quelle trame di zucchero e cementi di dolcezza, tutto quello che di più bello rimane a parte il polistirolo e il senso di nausea. E mi è venuta voglia di scriverne. Di quel 12 Ottobre. Di quando papà alla fine non è potuto venire in Libreria perché in ospedale ricoverato d’urgenza. E di come poi la sera abbia indossato il completo, mi abbia aperto lo sportello e abbia riso, mangiato pasta alla Norma e si sia divertito tra gli amici e la vita di sempre.
Quel 12 Ottobre per me, lui e mamma è stato il matrimonio di sua figlia. L’unico matrimonio. E lui, in cuor suo, credo lo sapesse. Tanto quanto me.
Voglio parlare ancora e ancora della Torta di Andrea. Di questa. Di quella di Maghetta. Di quel 12 Ottobre. E di matrimoni, consoni e non. Il mio grazie infinito va ad Andrea; che è riuscito a riprodurre in realtà (e non soltanto in formato torta e presto capirete di cosa parlo) molti dei miei sogni. Ne sentirete molto parlare perché il mostro ha ucciso il protagonista della mia fiaba e del mio cuore.
Ma posso ancora sconfiggerlo e finirlo come è giusto che sia.
E vissero tutti felici e contenti.