Ieri notte su instagram ho postato questo pasticcio, fatto velocemente durante la cena dopo una giornata a dir poco devastante. Non poteva non venire in mente Charlie disperato anche per il significato profondo che lo lega alla Rivista. Mi scrive la CNN. Vogliono sapere il mio nome e cognome, la mia provenienza e la possibilità di pubblicarla insieme a grandi artisti che da tutto il mondo hanno voluto rendere omaggio. Mi dico che è stata ancor più devastante di quanto credessi vista l’entità del delirio. Non è assolutamente un sottolineare, perché qui non si vince nulla se non emozioni, ma è innegabile che ne sia rimasta immensamente onorata e commossa. Per chi come me vive da sempre dentro gli scarti di una matita e sa cosa significhi respirare solo grazie ai fogli e i fumetti che racchiudono mondi è stato un undici settembre di dolore. Non è mai un Dio, un’etnia, l’ignoranza soltanto. Solo assenza di sogni e la generazione di mostri.
Non in ultimo un pensiero per chi, stolto e orrendamente debilitato neuronalmente vede tutto questo come una possibilità di like e visibilità. Mi viene in mente solo una cosa: Chi vede marcio ovunque significa solo una cosa: lo è.
Liberté, Égalité, Fraternité. Attuale e incisivo come un fermatempo perenne.