La Sicilia è luccicante e oscura, nascosta e accecata dal sole, contraddittoria nel suo bianco brillante che riflette nel blu del mare e in quel rosso fuoco che esplode dal terreno nero di una lava accesa e mai spenta. La Sicilia è una, nessuna e centomila ed è anche per questo che suscita eterno interesse. La Sicilia ti fa perdere la testa in ogni senso, sia perché non ne capisci la vergognosa incuria sia perché non puoi non innamorarti della sua folle bellezza. Di quello che ti offre visivamente, gastronomicamente e umanamente. Ci sono ancora le signore di nero vestite con il velo davanti alla porta, sedute su quelle sedie intrecciate e sgangherate ma anche movimenti artistici e culturali floridi e modernità degne di vere e proprie metropoli. Un contrasto perenne che porta nel dna, la mia terra. Siculi, elleni, sicani, francesi, arabi, spagnoli, austriaci. Normanni, bizantini, egizi e aragonesi si sono mischiati al sangue degli indigeni locali creando questa nuova “specie”, questa nuova popolazione a tutti gli effetti: i siciliani. Che non appartengono ad altro se non alla propria isola, terra e se vogliamo nazione.
Il ratto di Persefone, Plutone agli inferi, l’ira di Polifemo, la porta d’entrata dell’inferno, le colonne sorrette dal gigante Tifeo e milioni di storie infinite e mai finite appartengono alla Trinacria: un triangolo magico con tre promontori, con capelli avvolgenti di Medusa e occhi capaci di paralizzare per infinite bellezze e atrocità.
Inizia ufficialmente il viaggio, cominciato già molto tempo fa e poi interrotto, nella mia Terra di cui ho sempre fatto fatica a parlare. Accade in Sicilia e in Africa il “mal”. Sentirne la mancanza a livello fisico e psicologico. Innamorarsene e arrabbiarsi. A volte, come nel mio caso, ci stai decenni a comprenderne che l’amore per la Sicilia supera l’arrabbiatura, il fastidio e la voglia di non appartenerci.
Oggi voglio dirti cinque incredibili luoghi in Sicilia se ami la natura
Sono molti di più ma direi che cominciare con cinque è già un piccolo passo avanti. La Sicilia vanta numerosissime aeree protette, più di 70 riserve naturali, aree marine protette con ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Una Sicilia tutta da scoprire con scarpe da trekking adatte – di quello magari parlerò in un capitolo a parte- zaino in spalla e qualche mandorla di Avola, che ti sarà da sostentamento (ma pure un bell’arancino/a, pasta ‘ca muddica, pasta alla norma in un bento box).
1. Parco Naturale dell’Etna
Dell’Etna in sé in questo specifico caso si può parlare solo in separata sede, ma quello che di importante c’è da sapere è che l’Etna -indiscutibilmente protagonista- fa anche da vetrina a un ambiente unico e incredibile con una straordinaria varietà di paesaggi naturali. Un ecosistema particolare e affascinante dove a fare da sfondo ci sono ben venti comuni che fanno da via e ingresso alla maestosa e incredibile Etna, che è femmina “a muntagna”, definita da noi. Nel senso assoluto di unica e sola. In questa area immensa del parco naturale dell’Etna con i suoi comuni si possono ammirare zone completamente diverse tra di loro. Tra betulle, faggi e se sei fortunato colate mozzafiato (a muntagna durante il periodo estivo, statisticamente, ti dà il benvenuto con dei fuochi d’artificio naturali nel cielo, fumi e tremolii) potrai scegliere diversi sentieri e percorsi, godere di aree attrezzate, seguire dei veri e propri itinerari che ti vengono offerti, fare escursioni che ti porteranno sulla Luna (molti hanno l’impressione che lo scenario vulcanico somigli molto al suolo lunare e onestamente è proprio così), visitare la città del Pistacchio ovvero Bronte, la piccola e deliziosa Maletto, Linguaglossa, Randazzo dove puoi gustare la granita migliore del mondo e godere dell’impostazione medievale, Sant’Alfio con il Castagno dei cento cavalli (perché è così grande che una misteriosa regina e cento cavalieri con i loro destrieri si rifugiarono lì sotto durante un temporale) e davvero tantissimo altro che riassumere in poche righe non si può. Il Parco Naturale dell’Etna insieme ai comuni ti conquisterà in una Sicilia antica e “lontana” da Catania. Dove il tempo si è fermato, gli alberi non sono mai morti e la vera anima ed essenza naturalistica sorprendente della Sicilia vive ed è più florida che mai.
2. Parco Fluviale dell’Alcantara e le Gole
Il fiume Alcantara ha origine dai Monti Nebrodi e questo incredibile parco fluviale apre visivamente scenari di una vastità incredibile e variegata. Compreso in una parte di territorio delle provincie di Catania e Messina, il parco è situato nel versante nord dell’Etna. Il territorio è attraversato dal fiume Alcantara che ha scolpito attraverso il suo passaggio e percorso un vero e proprio canyon di rara bellezza. Le gole dell’Alcantara ti catapultano in un mondo parallelo senza tempo e tra acque gelide, dove i siciliani amano bagnarsi grazie anche al sole prepotente, cascate che tolgono il fiato, meravigliosa vegetazione verdissima che si può ammirare tra scosci di acqua e lunghissime scalinate da percorrere, ma anche arrampicate organizzate che faranno impazzire di gioia i più sportivi ed esperti scalatori. Sono letteralmente innamorata delle Gole dell’Alcantara e ti consiglio vivamente di visitarle se vuoi avere un contatto fortissimo con la natura. Se sull’Etna lo avrai con Terra e Fuoco, le Gole dell’Alcantara daranno equilibrio con Aria e Acqua perché tra strapiombi mozzafiato ma anche angoli dove portare i bimbi -perché la parola d’ordine è sport ma anche natura e divertimento sereno e tranquillo- te ne innamorerai. Potrai fare trekking fluviale, body rafting ma anche picnic perché ci sono aree attrezzate o più semplicemente trascorrere una giornata al fiume con una vista spettacolare tra gole, grotte di incredibile bellezza e cascate.
3. Isola Bella
Ho trascorso molte estati della mia vita lì, ma adesso i tempi sono cambiati ed è tutto molto diverso. Nonostante questo l’Isola Bella rimane una tappa importante per tutti gli appassionati della natura. Le acque che circondano questo “enorme scoglio”, inteso morfologicamente ma che è a tutti gli effetti un isolotto di bellezza esagerata, sono ricche di forme di vita preziose. Puoi godere della bassa e dell’alta marea. Attraversare un pezzetto di sabbia al mattino e doverti bagnare un bel po’ le gambe a fine giornata quando rientri. Si trova a Taormina, che già di per sé come impatto visivo lato natura offre qualcosa di estasiante. L’Isula Bedda è stata chiamata così dal barone Wilhelm Von Gloeden che diffuse in tutto il mondo il valore artistico dell’isola. Gestita dal WWF come monumento e riserva naturale, diventa uno scenario incredibile per una giornata tra escursioni in barca, passeggiate e snorkeling perché qui il mare offre impareggiabili meraviglie. Non ci sono insomma grandi escursioni da fare a piedi in questo caso specifico ma con braccia e gambe in mare, sì. L’unico consiglio, se posso permettermi, è quello di andare al mattino molto presto soprattutto nell’alta stagione. Solo così hai buone probabilità di farcela perché se arrivi già alle 09:30 la coda per accedere ti scoraggerà e anche tantissimo.
4. Isola di Capo Passero
Le altre estati della mia vita, Taormina a parte, le ho passate qui. Molte di più a onor del vero. Se mi dicessero cosa sia per me la Sicilia risponderei “Portopalo e l’Etna”.
Portopalo di Capo Passero in provincia di Siracusa è una tappa obbligatoria in generale se vieni in Sicilia, ma ancor di più se ami la natura. Una Sicilia poetica, silenziosa e con un mare -onestamente come tutto quello che offre il Siracusano- che ti emozionerà e toccherà corde emotive mai sfiorate. Un paesino delizioso dove ci sono ancora le case dei muratori e purtroppo un po’ troppo cemento. Dove c’è un castello meraviglioso a strapiombo sul mare (purtroppo -parere mio- restaurato perché fino a poco tempo fa nella sua meravigliosa decadenza faceva emozionare innescando un’inquietudine cupa e al tempo stesso poetica). Puoi raggiungere l’isola con una barchetta di marinai e goderti una giornata sull’Isola di Capo Passero con un mare incontaminato, una tonnara come in un film e ammirare la vastità della fauna marina. Prima c’erano le tartarughe marine, che ahimè non ci sono più ma rimangono aragoste, saraghi, cefali e un manto di ricci. È stato lì che mio papà quando ero piccola mi ha fatto vedere la prima volta la murena, gli occhi di bue e i polpi come si nascondono e mimetizzano. L’isola di Capo Passero e poi una bella passeggiata per il paese, dove il tempo si è fermato, dovrebbero essere inserite nella tua to do list senza pensarci. Nemmeno un minuto. Per arrivarci poi potrai fermarti a Pachino a comprare dei pomodori indimenticabili, a Noto per prendere le migliori mandorle tostate del mondo e mangiare una granita all’arancia rossa che non dimenticherai mai e che mai avrà eguali. Un percorso che parte dal barocco e arriva all’essenziale. E l’essenziale è invisibile agli occhi. A Portopalo anche nel niente troverai tutto.
Prova la granita di Fichi a Portopalo, mi raccomando e non dimenticare l’isola delle Correnti (e se puoi fermati a Marzamemi).
5. Riserva dello Zingaro
Area naturale protetta tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo. Si estende tra Scopello e San Vito Lo Capo (delizioso paesino con un mare meraviglioso). Il tratto è lungo circa 7 chilometri. Una costa frastagliata interrotta da cale, insenature e lagune blu tutte da scoprire. Massicci rilievi calcarei sovrastano questo blu accecante e magico regalando una scenario imperdibile dal punto di vista di flora e fauna. Ci sono infinite varietà di pesci, uccelli e mammiferi. Mondi sommersi da scoprire e da cui rimanere abbagliati. I fondali marini in questo tratto attraggono moltissimi appassionati da tutti le parti di Italia e senza esagerare del mondo. Spiagge caraibiche, giusto per intenderci come colori, ma spiagge made in Sicily di quelle che ti sorprendono e ti fanno pensare che le meraviglie in fondo sono anche sotto casa. Gli antichi greci la chiamavano “cetaria” per l’abbondanza di tonni. Si può camminare facendo escursioni, andare in barca e passare giornate indimenticabili e scoprire la palma nana che è presente in tutta la zona e che è il vero simbolo della Riserva dello Zingaro. All’interno della riserva si trovano anche dei musei, tra i quali quello dell’intreccio: particolarissimo museo che mostra un’arte ormai purtroppo perduta dove si intrecciano fibre vegetali. Un arte antica in via d’estinzione che racconta, attraverso ogni trama fitta, quello che è anche la Sicilia.
Come anticipavo cinque luoghi sono pochi ma la Sicilia ha dei tempi lunghi, un po’ come i siciliani, un po’ come me. Perché ci piace fermarci a parlarti. A raccontarti. A volte anche con dettagli che possono sembrare inutili. Ma che nel tempo ti accorgerai non lo saranno. Perché la cerimonia, l’attenzione e la cura è una delle più grandi verità di noi e della nostra terra.
Di me e della mia Terra.
Buona Sicilia a te. Sono sicura che ti tratterà bene.