Ricette Vegetariane e Vegane

Le mie zuppe preferite

Non ero un’appassionata di zuppe anni fa. Facevo parte del team pastina e urlavo pure sugli spalti “Farfalline! Go farfalline go! Co-ralllli-niiiiicoralliniiiii”. Mamma una sera sì e l’altra pure per cena serviva pastina. Io, che non sono mai stata amante della pasta del genere e aborrivo la carbonara e tutto quello che generalmente piace ai bimbi (sono diventata obesa con tanto impegno, sì. Solo io potevo diventarlo mangiando camion di kinder cereali e pane con maionese e pomodoro), amavo spudoratamente questo formato. Fosse stato per me avrei potuto mangiare pastina ventiquattro ore al giorno. Altro che “quando sei malato mangi la pastina”! Io stavo benissimo e ancora di più se la mangiavo. Niente pollo -come amava servirla mamma- ma solo brodo sì. Niente formaggino -passione anni ottanta di mamma ma non mia- e neanche parmigiano (sempre detestato, che il cielo mi perdoni e anche tu) ma solo farfalline e brodo o corallini e brodo. Pure seicento grammi potevo buttarne giù. Ma pure un chilo, dai. Tanto “è pastina” no? E tutti a pensare che fosse dietetica, chiaramente.

Essendo sicula la zuppa di per sé non appartiene alla mia tradizione culinaria e in più papà non era un grande amante -esclusa la pastina- di brodagliette deliziose e roba morbida al cucchiaio. Mamma neanche, ergo: mai mangiate zuppe in vita mia. Ricordo ancora la faccia di mio papà davanti a un consommé a Parigi. Non so quindi cosa sia scattato (no, lo so dai e ora te lo dico) ma un giorno ho cominciato a passare qualsiasi cosa. In realtà il mio grandissimo problema è sempre stato quello di masticare poco, mangiare velocemente e digerire male. Il Nippotorinese mi odia per questo. A volte mi fissa e dice “dovresti masticare quel pezzo di pane almeno per venti volte” e a me non rimane che immaginarmi come una mucca ruminare davanti ai cerchi di paglia in una landa deserta. Venti volte? È già tanto se lo mastico una volta!

Ho cominciato con le zuppette dopo gli ottanta chili persi. In una fase piuttosto dolorosa della mia vita dove mi ero convinta di non dover mangiare mai più niente perché gli ottanta chili potevano far capolino sulla bilancia da notte a notte. Mangiavo pochissimo, ero pericolosamente sottopeso e rifiutavo qualsiasi cosa potesse contenere carboidrati o zuccheri o tutto, insomma. Per qualche strana ragione il mio cervello (malfunzionante) mi aveva detto che qualche cucchiaiata di zuppa non mi avrebbe fatto prendere peso (salvo poi salire sul tapis roulant) e che mi avrebbe aiutato nella digestione per via del mio problema di voracità. Da allora sono cambiate molte cose. Non ho fatto pace con il cibo e neanche con la masticazione. Non ho risolto alcuni problemi mentre altri sì e come in tutto da brutti momenti possono nascere anche tradizioni carine e ricordi da portare nel cuore. La zuppa è diventata da un punto di vista psicologico sicuramente qualcosa di diverso. Una coccola senza troppo stress che mi concedo spesso e che mi fa sentire a posto. Non perché contenga poche calorie o amenità del genere (anche perché adesso ci butto dentro qualsiasi cosa e chi si è visto si è visto! Pure i crostini, oh!) ma perché fa parte della mia routine e cosa più importante: mi piace. Mi piace più della pastina, anche se in verità la pastina poi non l’ho più mangiata. Ma questa è un’altra storia.

In qualche vlog ho detto che avrei parlato delle mie zuppette preferite e la cosa è stata accolta in modo molto positivo. Eccomi qui quindi a mostrarti quelle preferite del periodo e che ho avuto modo di preparare e mangiare insieme alla mia amata Ombretta, a cui vanno infiniti meriti tra cui quello di avermi insegnato un grande segreto: nella zuppa ci va il latte di cocco.

Ombretta elargisce sempre dei segreti degni di nota. Il latte di cocco conferisce alla zuppa una cremosità che puoi sperare solo se metti ottocento grammi di burro e qualche tonnellata di formaggio (sto esagerando? naaaa) e la bontà ti lascerà così basito che difficilmente ti riprenderai dallo shock. Ho usato diversi tipi di latte di cocco ma solo con uno mi sono trovata benissimo e credo sia il migliore per le preparazioni salate. Tutto sta nello scegliere l’ingrediente principale della zuppa, cuocerlo e infine passarlo facendolo andare con il latte di cocco e le spezie eventualmente. Oppure fare cuocere direttamente l’ingrediente principe (o più ingredienti) all’interno di latte di cocco (o latte di cocco e acqua per una consistenza meno cremosa). In pochissimo tempo hai davanti a te un piatto eccezionale, nutriente e leggero che puoi declinare in infiniti modi.

Zuppa di castagne e patate

La prima zuppetta che ti propongo è quella di castagne e patate. Ho fatto bollire le castagne e le ho sbucciate. Lo so non è comodissima come operazione ma (non dirlo a nessuno) pare che le vendano già bollite. Non sono stata così fortunata da averle in casa in questa versione sprint già pronta ma ho avuto la fortuna di avere la colf che  si è messa lì a sbucciarle una a una (sarò stata una brava persona in un’altra vita. Non in questa, sia chiaro). Ho bollito (la colf, sì) le castagne e poi messo tutto in pentola con latte di cocco, pepe e sale e via. Frullatore. Servito il tutto con castagne bollite sminuzzate e la goduria suprema è servita. Ci metterei pure un po’ di noce moscata, sai?

 

La zuppa di patate e funghi shiitake

Patate bollite e shiitake già cotti tutti sapientemente frullati (c’è del sarcasmo, sì) e cotti in pochissimo latte di cocco e acqua. Speziati con pepe nero e salati. Niente di più e niente di meno. Una ricetta talmente semplice eppure particolare che ti stupirà; a patto che tu sia un amante di questi funghi perché risultano -soprattutto serviti in questo modo- alquanto “pesantini” dal punto di vista del sapore, intendo.

 

Zuppa di carota, zucca e shiitake

Mi piace rigirare gli shiitake interi dentro la zuppa. Altro che crostini! Danno la croccantezza giusta, fanno bene e soprattutto si sposano benissimo a diversi sapori. Questa è in assoluto una delle mie preferite (ma la mia preferita è quella che segue, lo confesso. Non uso il latte di cocco però ed è più consistente. Infatti non ti dà l’effetto in bocca di una vellutata ma di una zuppetta corposa e di carattere. Faccio bollire le carote e la zucca Hokkaido (o quella che ho in casa) e poi frullo tutto insieme. Aggiungo poca acqua in pentola così l’allungo un po’ e i due ingredienti arancioni che amo si vogliono bene e si abbracciano e via di curcuma, curry e cumino in polvere. Pepe e sale.

 

La mia preferita di sempre e per sempre

La mangerei tutti i giorni (leggi: la mangio tutti i giorni fin quando non mi viene a nausea). Facilissima. Fai bollire le carote e la zucca in forno. Poi trasferisci tutto in un pentolone da strega come fosse il calderone delle meraviglie e vai di latte di cocco. Ma di brutto eh. Tipo che io vado anche di mezzo litro ma non dirlo a nessuno (ne vengono fuori tre piattoni che chiaramente non riesci a mangiare. Anche se non ci giurerei). Curry, spezie per tajine (sai che sono buone anche quelle della Lidl?), curcuma, zenzero in polvere, cumino in polvere, paprica e ciao. Il paradiso. Credo che sia una delle zuppe più buone e facili da preparare e che se servi con crostini o abbellendo con delizie assortite puoi anche presentare in occasioni particolari e speciali. Stupirà e piacerà anche a chi difficilmente apprezza questa consistenza nel cibo. Io penso sempre che a papà nonostante tutto sarebbe piaciuta.

Oppure avrebbe fatto la faccia da consommé a Parigi.

 

 

Ultima arrivata: la zuppa di pomodoro!

Sempre Ombretta mi fa: facciamo la zuppa di pomodoro! Essendo Halloween, all’epoca, mi sono detta che la zuppa del vampiro era davvero una buona idea. Solo che io con il pomodoro, nonostante sia uno degli alimenti del mio cuore (in tutte le salse, è proprio il caso di dirlo), ho sempre problemi. E non importa se lo mastico tanto o poco, se lo cuocio poco o tanto o se faccio delle preghiere indiane prima di ingerirlo. Io con il pomodoro faccio proprio a botte. Se lo mangio -in qualsiasi modo- devo essere conscia del fatto che patirò le pene dell’inferno. La domanda che mi pongo generalmente è: oggi ce la faccio a combattere con i demoni del pomodoro?

Quando la risposta è sì vado di pomodoro e via. Sofferenza e felicità.

La zuppa di pomodoro è un evergreen irrinunciabile e basta del pachino meraviglioso o del pomodoro buono davvero con un po’ di sale e pepe per farci sognare (e poi tormentare tra le fiamme dell’inferno).

 

L’altro giorno -ma non l’ho fotografata purtroppo- ho cotto dei piselli (surgelati, sì) e poi li ho frullati con poco brodo vegetale. Ho aggiunto del basilico, dei pistacchi e un pochino di wasabi. Ma sai che è venuta una zuppetta eccezionale? Mi sa proprio che urge un secondo puntatone. Tu che ne dici?

E soprattutto: la tua zuppa preferita qual è? Ne hai mica una da consigliarmi? In caso affermativo: un bacio. In caso negativo: un bacio pure, dai.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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