Quando sei anni fa il Nippotorinese mi raccontava della sua vita in Giappone ne ero completamente affascinata.
Il fascino dell’inconsueto aveva colpito e affondato. Era solito raccontare delle usanze nipponiche tediato dai miei continui incitamenti. Ho capito con estremo ritardo che aveva ragione. Divulgare la sua conoscenza linguistica orientale non era stata propriamente una furbata. Quando amici/parenti/conoscenti/passanti invece di salutarlo come prima cosa gli chiedevano “mi scrivi il mio nome in giapponese? mi dici cosa ho scritto qui sul tatuaggio? dici che devo tatuarmi una pantegana nana o un dragone assassino?”. La colonna sonora di noi comincia con quel “tadan tada- tadan tadan” di Forbidden Colours di Sylvian e Sakomoto.
Prosegue con Lullaby dei Cure fino a straziare con Hisaishi a colpi di Creep. In sei anni e più di blog ho avuto modo di dedicargli parole diverse dallo scherno continuo nonostante mi renda conto che raccontare la grandezza di questo colosso sia pressochè impossibile. E no. Non è certo perchè lo amo più della mia stessa vita che perdo di obiettività. Un uomo capace di salvarti la vita guardandoti dalle tue malattie ogni giorno che aspetta in silenzio che tu capisca gli errori senza giudicarti ma comprendendoti è la fortuna che mi è stata concessa. Il Cha no yu, la Cerimonia del The, ne riassume esattamente l’essenza. La Spiritualità.
I suoi movimenti delicati ed eterei lo allontanano dal comune catapultandoti in una dimensione che non può non prendere il suo nome. E’ la dimensione Pier. Che ti regala per sessantaquattro mesi insieme una coccinella. Esasperare la sua saccenza da parte mia in questa versione ridicola fumettosa che gli ho attributo è l’esatto contrario per chi come lui conosce e sa e mai dice di sapere per non mettere in difficoltà. Uomini ridicoli e stolti incontrati nel mio cammino hanno creduto di essere dei geni solo per essere capaci di fare la lettera O con l’ausilio di un bicchiere e girare intorno con una matita al bordo era in effetti per il basso quoziente intellettivo già un’ardua impresa. Lui che i bicchieri li costruisce con la forza della mente giammai ha pensato di.
La mia vita senza di lui sarebbe stata una vita senza tè matcha. Senza la conoscenza dei verbi intransitivi. Senza racconti e parole giapponesi sussurrate all’orecchio. Non sarebbe stata “perdonami ti prego” “perdonati tu amore mio. Io non ho niente da perdonarti. Tu devi imparare solo ad amarti”. Non lo merito eppure è mio. Non meritava me eppure vuole che sia sua.
Per Natale, al contrario delle classiche ovvietà maschili, si è superato mettendomi a disposizione orde di spezie particolarissime scovate in ogni parte del mondo, roba stranissima fatta recapitare da ogni dove, teiere e servizi particolari che saranno protagonisti delle foto per il mio libruncolo e the matcha. Come se piovesse. E dopo l’albero al Parco Valentino di Torino e quella lunghissima lista che non stilo solo per non sembrare una donnetta che si pavoneggia arriva pure questo. Che ha quel sapore dell’incitamento per farmi credere davvero in questa nuova avventura dal titolo: “Credi in te e falla finita”. Amando lui il the matcha come poche cose mi sono dedicata a qualcosa di più elaborato per ringraziarlo che sbatterlo con il chasen. Non escludo, vista l’esorbitante quantità regalatami, di provare qualsiasi cosa con l’oro verde. I macaron sono in cima alla lista, ad esempio e troneggiano alla voce“idee per il cenone di capodanno”.
Tre diversi momenti della giornata con la quale si può pensare di entrare in comunione con questo the spirituale. Un Muffin con la farina di Riso e The Matcha, Biscottini semplici al The Matcha e Gnocchi al The Matcha. Questo prevede il menù giornaliero.
Muffin al The Matcha (due varianti)
Ne ho fatti di due tipi. La prima ricetta è di Bob mentre la seconda una prova che ho voluto fare usando la farina di riso, per la quale il tizio pelato ha una predilizione manco a dirlo.
Muffin al The Matcha e Cioccolato Bianco di Bob
*per 12 muffin circa: 255 grammi di farina bianca o semi integrale, 20 grammi di the matcha, 2 cucchiaini di lievito chimico in polvere, 300 grammi di zucchero, 330 grammi di burro, 7 uova (albumi e tuorli separati) , 100 grammi di cioccolato bianco, 50 grammi di pinoli.
Mescolare la farina, il the e il lievito. Rompere il cioccolato bianco a piccoli pezzi di taglia irregolare. Sbattere energicamente il burro con lo zucchero per qualche minuto fino ad ottenere una consistenza cremosa. Montare gli albumi a neve. Incorporare i tuorli d’uovo al composto di burro e zucchero, poi riunire il tutto al miscuglio di farina, the e lievito. Alla fine incorporare gli albumi a neve con movimenti lenti e decisi dal basso verso l’alto. Suddividere la pasta in stampi da muffin. Dividere le pepite di cioccolato in 12 parti e farcire ogni muffin inserendole nella pasta. Dopo la cottura, non si distingueranno più le pepite di cioccolato bianco ma il loro gusto rimarrà ben presente. Guarnire i muffin con i pinoli affondandoli leggermente nella pasta. Disporli vicino al centro perchè non rischino di cadere durante la cottura. Fare cuocere per 20-25 minuti fino a quando saranno ben gonfi e dorati.
Muffin con la Farina di Riso al The Matcha di Iaia
*per 6 muffin circa: Prendere come unità di misura dei bicchieri di plastica. 3 bicchieri di farina di riso, 1 e 1/2 bicchieri di zucchero a velo, 1 bicchiere di olio di girasole, 1 bustina di lievito, 3 uova, 1 bicchiere di panna liquida.
Mescolare tutti gli ingredienti echisièvistosièvisto. In forno a 180 gradi per trenta minuti e amen. Insomma una ricetta complicatissima. Il fatto è che il gusto di questi muffin di riso al the matcha improvvisati inventati da me è pure buono ma non hanno consistenza e si sbriciolano manco fossero minighiacciolinisbriciolosi al soledelgiappone. Che se non era il sole del giappone non calzava a pennello, ovvio.
Biscottini semplici al burro al sapore di The Matcha
*40/50 biscottini circa: (Il procedimento è alquanto bizzarro essendo stato inventato di sana da pianta da me ma il risultato sorprendentemente ottimo): 400 grammi di farina OO, 160 grammi di zucchero, 300 grammi di burro, 5 tuorli, 100 grammi di farina di riso, 5 cucchiai di the matcha (ho esagerato giusto un po’ io). Setacciare la farina. Aggiungere lo zucchero al burro ammorbidito a temperatura ambiente. Aiutandosi con lo sbattitore elettrico amalgamare lo zucchero e il burro fino a formare un composto spumoso. Aggiungerlo quindi alla farina e impastare fino ad ottenere un composto morbido e leggermente elastico. A questo punto unire i cinque tuorli. Diventerà appiccicosiccio e vi verrà anche un po’ da piangere. Niente paura! Accorreranno in aiuto i 100 grammi di farina di riso. Il tutto si trasformerà da ” impasto irrecuperabile maledettagiuliatiodio!” a “impasto perfetto maledettagiuliatiodio!” (odiatemi come è giusto che sia in entrambi i casi). Palla avvolta nella pellicola e in frigo per almeno 30 minuti. Trascorso il tempo stendere la pasta con un spessore di un centimetro circa e ritagliare i biscottini che andranno messi in forno preriscaldato a 180 per non più di 13 minuti. Devono essere di un verde brillante. Se trascorre anche un minutino in più diventeranno verdeboscobruciatoorrendo. Attenzione!
Gnocchi al The Matcha
Inciso: Quando nonna preparava gli gnocchi credevo compisse un’impresa epica. Aggiungere farina ad una patata è una di quelle cose che si fa più in fretta di aprire una busta quattrosaltiinbarella.
Ingredienti per 4 persone: 400 grammi di patate lesse, 1 cucchiaino di sale fino, 180 grammi di farina circa, 4 cucchiai di the matcha
(Dico subito che odio dare indicazioni approssimative ma non posso neanche dirvi la verità, ovvero: 4 patate grandi lesse, farina quanto basta, the matcha come se piovesse echisièvistosièvisto. Perchè francamente ho fatto così)
Dopo aver sbucciato le patate precedentemente lessate in acqua bollente schiacciarle con l’apposito attrezzo, unire il the matcha e la farina. Impastare per bene fino ad ottenere un composto modellabile con le mani dal colore verde intenso. La ricetta prevedeva (da Fashion Food di Csaba) molto meno the matcha ma mi piace esagerare. Formare quindi dei salsicciotti, infarinarli leggermente e tagliare a tocchetti formando poi i nostri gnocchetti. A me piacciono più non passati nella forchetta ma de gustibus. Cuocerli in acqua bollente giusto due minuti e servire con un po’ di salvia, parmigiano e burro fuso o con una leggerissima fonduta di formaggio . Nell’ultimo caso però il sapore particolarissimo del Matcha verrà disperso e non è cosa buona e giusta.
E che un’onda di Spiritualità travolga tutti. E di silenzio, soprattutto.