Tu mi sembri ben disposta verso di me
hai sorriso al mio piccolo dono.
E se soltanto io ho il tuo favore,
allora nessuna tavoletta di cioccolato
E’ troppo piccola…
(Goethe)
I Polifenoli fanno vivere di più. Il Flavonolo è capace di combattere gli odiosi radicali liberi. E non contenta questa molecola contenuta nel cacao riesce a curare malattie cardiovascolari e ictus. Paradosso dei paradossi poi contiene un antibatterico che vince sulla placca. Mica vera la storia che provoca la carie. Tuttaltrotuttattaccato. Contiene feniletilamina che “fa sentire innamorati” . Teobroma il cibo degli Dei. E non è difficile immaginare il Barbuto Zeus ingurgitarne ettolitri/quintali prima di concupire qualche ignara donzella e trasformare stangone bionde in querce secolari e femminone more in struzzi o ornitorinchi.
Ed è in buona compagnia il barbuto fedifrago. Maria Antonietta con il suo cioccolataio di fiducia, Madame de Maintenon e la fissa di portarlo sempre e ovunque con sé, Voltaire e le sue dodici tazze quotidiane di Cioccolata, Casanova per i suoi strabilianti effetti afrodisiaci ne tracannava quantità industriali, Mozart, Strauss, Stendhal, Sciascia, Manzoni, D’Annunzio.
Probabili cioccolisti affetti da cioccolismo. Al pari dell’alcolismo e tabagismo pare proprio che attanagli ben il due per cento della popolazione femminile stando a recenti strambi sondaggi; pur sembrando una cifra irrisoria e non contemplando l’universo maschile ma tant’è. “Non riuscivo a separare la bocca dai bordi deliziosi della sua tazza. Una cioccolata da morire, morbida, vellutata, profumata, inebriante” ( Guy de Maupassant). Viene quasi voglia di sbattersi la testa contro il muro focalizzando i bordi deliziosi. “Il tabacco può uccidere, la cioccolata no” ( Fidel Castro). “Se le regali dei cioccolatini è a dieta. Se le regali dei fiori è allergica” (Legge di Murphy). “Non pensate che il cioccolato sia un sostituto dell’amore… L’amore è un sostituto del cioccolato” (Miranda Ingram). Santa Subito. Perché pare che gli altri si siano pure impegnati ma Miranda santa pazienza ci ha preso in pieno. Mi viene voglia di impacchettare il Nippotorinese e proporre un baratto senza pensarci due volte se focalizzo quel cremino gigante da Gobino in via Lagrange. Dopo aver visto il museo del Cioccolato, dove puoi esordire al mattino con“Salve. Mi da trecento chili di cremino affettato sottile? grazie” mi vien voglia di buttare tre coperte, quattro piumini e una stufa portatile e andare nella mia seconda città.
Torino tra l’altro risulta essere insieme a Firenze la prima in assoluto ad avere a che fare con l’oro nero. Non si fa fatica a crederlo visto la tradizione cioccolatttara con tre t della città Sabauda che offre prodotti di imbarazzante bontà. Il Giandujotto fino a poco tempo fa era solo quel cosetto trapeziopiramidaloso dorato della Pernigotti. Un po’ come pensare che L’Arancino sia quello che ti propinano sul traghetto Reggio Calabria-Messina. Focalizziamo insieme il ragù chappi per cani felici e i piselli recuperati in latte scadute? Bene. Sono gli ottimi ingredienti per la realizzazione di codesta meraviglia. Ed è normale avvertire la sensazione “mare forza sette” in questo momento qualora anche voi abbiate compiuto l’estremo gesto di mangiucchiarlo allegramente sulla barcarola che vi ha condotto poi in Trinacria. Il tourinot Maximo di Gobino. Ecco cos’è il Giandujotto Piemontese. Cialdina extra bitter 63% , Cialdina Oro Venezuela 70% , Cialdina aromatizzata al Pepe Rosa. E parlo con cognizione di causa perchè sì. Nonostante non mi conceda zuccheri e roba varia quest’estate mi sono riempita la panza di granita da Vanilla, gelati di Grom e qualcosa come 10238130281203981023182318231 bicerin estivi accompagnati da 1318209381203981203182031823018231 giandujottituttigusti.
La riflessione profonda (risate registrate) dopo questo snervante blablabla su molecole, cenni storici, dipendenze, sondaggi, considerazioni e numeri da ingurgitamento è: allora perché non posso strafogarmici fino a morire e vivere felice senza denti cariati? Semplice al limite dell’ovvio e del razionale. La storia dei grassi, vero. Saturi insaturi. Il burro di cacao e altre amenità. E se adesso facessimo tutti insieme il gesto dell’ombrello a questi simpaticoni grassi saturi/insaturi che immagino come dei body builder oliosi/oliati con i capelli rasati e il petto villoso? No si fermi il mondo. Ho focalizzato esattamente l’immagine del grasso Saturo/insaturo: il bestemmiatore pugliese della scorsa edizione del Grande Fratello (ha un nome?) che chiede vendetta per il perdono concesso all’ennesimo bestemmiatore-nuova edizione. Il televoto dovrà decidere se quest’anno dovranno esserci: solo un bestemmiatore nella casa o due? Avvincente! (non che guardi il Grande Fratello eh ma la gente mormora). Insomma per dire solo che. Bestemmiatore pugliese scorsa edizione senza nome = Grasso Saturo/Insaturo ( è un blog di complicatissime formule matematiche e massimi sistemi internazionali (?) questo. L’ho sempre detto)
Eh? Se salissimo sul tavolo o qualsiasi superficie possa sorreggerci e a ritmo di lambada facessimo una gran pernacchia sonora corredata dal fatidico gesto dell’ombrello a questi loschi individui? (lambada o salsa a scelta. Non so muovere ugualmente le anche in nessuno dei due casi per quanto mi riguarda)
Mentre preparavo le Madeleine in questa versione cioccolatosa non ho potuto fare a meno di pensare a Proust. Non perchè sia una persona de curtura ma semplicemente credo sia normale come Sicilia: Cannolo, Torino:Mole, Nippotorinese: ttttonzo*, Iaia: brava bimba. Cose di questo tipo.*Per non farci mancare nulla abbiamo anche la citazione cinematografica di “Ti presento i miei”, sì. Questo delizioso simil plumcake in versione monoporzione risale a quanto pare al XIX secolo ed insieme ai Macaron sono portabandiera della patisserie francese in tutto il mondo. Bella storia sì. Se solo mi fosse riuscita la famosa gobbetta ne sarei stata anche più felice. Suppongo quindi che ci sarà a breve un’altra full immersion madelein gobba ediscion per cercare di colmare questa imbarazzante lacuna gobbale. La madeleine e la capacità di evocare ricordi di infanzia un po’ come il croissant di Estasi Culinarie mi dico mentre peso gli ingredienti.
E in quei cassetti cerco di ravanare anche io qualcosa. Spostando persone che non hanno più volto, dando colore ad episodi che mi feriscono ancora, accarezzando volti gonfi e morti di chi non c’è più rassicurandoli che no nonmisonomicadimenticadite, occhi cattivi, sensazioni sbagliate. E sbang. Ti ritrovo cosa? Un kinder cereali. Un kinder cereali dentro un panino che costava esattamente 500 lire. Nel senso che no. Il panino era con la mortadella ed anche lì in cuor mio l’animo vegetariano a sei anni forse cominciava ad emergere. “No. Non con la mortadella. Mi può dare un panino senza nulla e un kinder cereali, perfavore?”. Scartavo quella foglia di allumino quadrettosa. A volte tiravo pure linee precise sulla foglia d’alluminio perchè mi piacevano i quadratini definiti. Li contavo. Perché ho sempre contato tutto. Anche, in un giorno che avevo marinato scuola, le mattonelle dell’istituto e aprivo. Aprivo il panino. Infilavo il kinder cereali e sgranocchiavo riso, cioccolato e pane. Carboidrato più carboidrato più cacao più zucchero più grasso. Uguale: felicità. Cinquecento lire di felicità. Una cifra modica. Ho sempre creduto che fosse la nutella la mia madeleine. E lo è anche. Una madeleine. Ma quella. Quella perfetta con la gobetta che non riesco ancora a sfornare è un pezzo di pane. che costa cinquecento lire. e ha il sapore di cioccolato, cereali e riso. E la vostra madeleine? Qual è la vostra madeleine?
Due ricette francesi e una tipicamente Piemontese. Come è giusto che sia in questo contesto cioccolatoso assai.
Madeleine al Cioccolato
Ingredienti per circa 48 Madeleins dipende chiaramente dalla grandezza delle formine: 110 grammi di farina bianca, 50 grammi di cioccolato fondente, 110 grammi di burro, 25 grammi di cacaco amaro, 3 uova grosse, 110 grammi di zucchero, 1 cucchiaio di miele.
Fare fondere 90 grammi di burro e lasciarlo raffreddare per qualche minuto. Unire il cioccolato tritato e mescolare bene. Setacciare insieme la farina e il cacao. Lavorare le uova con zucchero e il miele con un frullatore elettrico fino a ottenere una crema omogenea. Unire metà del burro e cioccolato e mescolare. Incorporare delicatamente la farina e il cacao, e infine unire il resto del cioccolato rimestando con cura. Versare il composto negli stampi precedentemente preparati (se non si usa il silicone imburrandoli con 5/10 grammi di burro circa) e fare cuocere le madeleinsper 10 minuti circa nel forno preriscaldato a 200. Se si hanno pochi stampi, visto che la quantità è per circa 48 Madeleins di media grandezza, lasciare raffreddare lo stampo, imburrarlo nuovamente e ripetere tutto il procedimento fino a esaurimento degli ingredienti.
Baci di Dama
La Ricetta per questi Baci di Dama l’ho trovata su “Ricette di Osterie Italiane” che mai è riuscito nell’intento di deludermi neanche un po’. E’ la ricetta originale della pasticceria Bottaro e Campora ad Ovada provincia di AlessandriaGli ingredienti sono: 500 grammi di farina OO, 500 grammi di zucchero, 250 grammi di cioccolato fondente al 56%, 300 grammi di mandorle, 400 grammi di nocciole sgusciate, 500 grammi di burro, vaniglia Bourbon (le quantità sono francamente esorbitanti. Metà bastano a sfamare la popolazione dei nani da giardino mondiale. Così giusto per fare un inciso).
Tostare nel forno le mandorle e le nocciole. Pelarle, ridurle a granella e infine mescolare con lo zucchero e la vaniglia ottenendo una farina granulosa. Incorporare delicatamente il burro ammorbidito a temperatura ambiente, maneggiando l’impasto il meno possibile, solo il necessario ad amalgamare gli ingredienti, Con le mani formare tante palline della dimensione di una ciliegia e allinearle su una placca da forno, distanziandole leggermente. Riscaldare il fono a 170 e cuocere per 15-18 minuti, cercando durante la cottura di far fuoriuscire il vapore che si crea all’interno del forno, in modo che l’impasto risulti croccante e friabile. Una volta sfornati lasciarli raffreddare e staccarli dalla placca. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e quando sarà diventato una crema liquida spalmarne una parte sullo strato superiore del biscotto e u nirne un altro. La crema al cioccolato raffreddandosi li terrà insieme creando la caratteristica forma a semisfere sovrapposte.
Dopo i Macaraon al Limone, Macaron alla Papaya , Macaron Kiwi e Papaya, Macaron al Mango , Macaron al pistacchio è la volta dei Macaron al Cioccolato di Nigella. Nonostante creda che la ricetta con Einstein come professore sia in assoluto la più riuscita non potevo certamente non dare fiducia a quella che reputo in assoluto una meraviglia del creato. Sì. Mi piace Nigella. E spudoratamente, pure.
Ingredienti per circa 36 biscotti ovvero 18 macaron finiti: 250 grammi di zucchero a velo, 125 grammi di mandorle macinate, 25 grammi di cacao, 4 albumi (abbastanza grandi), 25 grammi di zucchero semolato
Ganache di Nigella
90 ml (6 cucchiai circa) di panna, 150 grammi di cioccolato fondente tritato, 45 grammi (3 cucchiai) di burro.
Riscaldare il forno a 180 e rivestire le placche con la carta da forno. Setacciare insieme lo zucchero a velo, le mandorle macinate e il cacao. Montare gli albumi a neve semi-ferma, cospargerli con lo zucchero e poi finire di montarli. Incorporare gradualmente gli ingredienti setacciati. Mettere la bocchetta sulla sac-à-poche con una punta liscia non troppo piccola e riempirla con l’impasto. Formare sulle placche rivestite dei cerchietti di 5 centimetri e poi lasciarli riposare almeno 15-20 minuti fino a quando non si formi sopra la superficie una leggera pellicina. Cuocerli per 12-15 minuti circa. Devono esssere asciutti in superficie e morbidosi alla base. Trasferirli su una grigilia di metallo e una volta freddi unirli a coppia con la ganache che si potrà preparare durante la fase di cottura dei nostri macarons essendo facilissima e veloce. La ganache si ottiene scaldando tutti gli ingredienti in un pentolino finché il cioccolato si fonde. Toglierla dal fuoco e mescolare con una frusta fin quando non si sarà addensata. Una volta fredda spalamarla con l’ausilio di un coltello sul lato inferiore di un biscotto e poi unirne un altro, Continuare così fino a che finiscano tutti.
Oggi copierò ed incollerò (dovrei fare il bagnetto ai miei Rabbids e pulire la casa del Nano da Giardino ma non mi va proprio di svolgere attività casalinghe primarie) quasi tutte le ricette nel Gikitchen Light con una funzione che permetta di stampare direttamente nel caso assurdo in cui voleste davvero imbattervi in un mio pasticcio ( nel caso vi prego: quelli collaudati e non appartenenti alla sezione “Esperimenti personali” ). So per certo che non è una comunicazione ufficiale che vi farà strappare i capelli e saltellare per casa al ritmo di “The Dope Show” di Marilyn Manson (una robetta romantica, sì) ma ne abbiamo un altro di comunicato ufficiale tedioso e noioso quindi è una gran bella giornata intrisa di paranoia:
Non trovo i capellini e le pernacchiette per il Cenone di Capodanno. Seriamente: si può cominciare il 2011 senza?