Ho sempre sognato di essere un’americana magrissima bionda con le gambe aggrovigliate sul divano tra plaid a scacchi e calzette patchwork dai colori accesi. Davanti alla televisione con un mega cucchiaione pronto ad affondare nell’immensità di quel barattolo formato famiglia. Gelato con granella di cioccolato-nocciole-mandorle e qualsiasi tipo di frutta secca.
Certo ci mettevo del mio. I capelli non erano esattamente di quel biondo. Il plaid non doveva essere scozzese ma monocolore e le calze in tinta con il divano. Il cucchiaione doveva riprendere la nuance di cuscini e il barattolo del gelato magari trasformato in un mega coppone di vetro minimalistico senza scritte. E la granella di cioccolato-nocciole-mandorle l’avrei evitata eccome perchè se c’è una cosa che mi fa innervosire è proprio trovare roba croccante nel gelato. Un po’ può essere pure entusiasmante ma se devo passare il tempo a masticare mi infilo un chewing-gum e via.
L’ambientazione americana spariva per lasciare spazio a un ordinato scenario da casa perfettamente moderna, lineare, ordinata e comedicoiosantapizzetta!
Mi piacerebbe buttarmi sul divano alla meno peggio e aggrovigliarmi in palle di pelo di plaid intriso degli odori dell’autunno precedente dopo essere stato conservato nella naftalina in un sacco aspirato per guadagnare spazio ma.
Ma prediligo il plaid appena ammorbidito profumoso e perfettamente stirato. Lo tiro in maniera lineare in modo che non penda a destra e sinistra in maniera squilibrata e con un cuscino sulla panciotta guardo la tele. Non si mangia sul divano. Non si sgranella sui cuscini.
Da quando vivo con il nippotorinese, uomo disordinato che si definisce “umano” al contrario di me “robotica”, ho imparato a non giudicare chi bivacca sul divano come “bizzarro”. Lui ha un po’ quel modo americano di stare sul divano. Non si aggroviglia tra il plaid perchè dice che è assurdo stare con il plaid in casa quando la temperatura sfiora i 24 gradi grazie ai termosifoni e fuori ci sono appena 13 gradi. Ma è un uomo del nord e bisogna diffidare sempre dalle persone che non hanno la pelliccia di volpe sintetica quando fuori ci sono 15 gradi. E’ inverno, santo cielo!
Una volta gli ho concesso di mangiare del gelato sul divano. Lo guardavo tra l’ammirazione e la voglia di trasgredire anche io mentre lui malvagio e tentatore affondava nella vaschetta (si era rifiutato di adoperare la coppa apposita) generose palettate. Gnam. Stragnam.
Una volta gli ho pure concesso di mangiare dei biscotti sul divano ( e poi dicono che sono una rompiscatole). Gli ultimi rimasti della nostra fornitura estiva da Eataly. Affondava la manina manco giocasse a tombola  e tirava fuori paste di meliga sbriciolosissime mentre io già pronta con l’aspirapolvere portatile aspettavo al varco la farina di mais che maledetta si sarebbe insinuata ovunque!
Pensando a questa scena biscottosa è riemersa ancora una volta l’immagine della bionda avvolta nel plaid a scacchi. Esistono delle figure inquietanti che rappresentano sogni, speranze e incubi che ormai fanno parte della mia vita quotidiana. Si materializzano all’improvviso nelle più disparate forme e diventano talvolta muse inconsapevoli di disegni e azioni nelle successive ventiquattro ore della mia giornata.
E’ stato in quel momento che mi è venuta voglia di fare un enorme biscottone americano. Di quelli da affondare nel gelato per un mix nauseabondo a dir poco. Quei biscottoni antidepressivi capaci di alleviari dolori talvolta profondi. I cookies americani!
Schifosamente cioccolatosi e grondanti di burro da farti venire un collasso glicemico immediato. E così sia!
Mi sono guardata un po’ in giro tra ricette cioccolatose e bibbie sul cioccolato, senza tralasciare la regina del food porn Nigella e quello che è ne venuto fuori è stato un mix di impasto tra un classico di Nigella e Donna Hay. Qualche modifica qua e là ed ecco serviti i Cookies Americani da depressione sul divano.
L’odore è sorprendentemente cioccolatoso. Chi abita in un condominio verrà assalito manco fosse una puntata di The Walking Dead. Barricatevi in casa perchè si arrampicheranno pure dai balconi.
Se dovessero farcela mi raccomando niente pallottole d’argento o crocifissi. Non perdiamo la calma e stacchiamogli semplicemente la testa. Magari se riuscite a farlo fuori dall’uscio sarebbe meglio. Già sporcherete abbastanza il divano con le briciole cioccolatose, ci manca pure che ci sia del sangue all’entrata.
Eh no. Vi  ho concesso le molliche ma il sangue all’entrata no eh!
Double Chocolate Biscuit:
Ingredienti per 16 cookies (moooooolto grandi): 110 grammi di buro, 130 grammi di zucchero di canna, 1 uovo, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia, 150 grammi di farina setacciata, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio, 30 grammi di cacao setacciato, 125 grammi di cioccolato fondente fuso e 280 grammi di cioccolato fondente tritato grossolanamente o altrimenti delle gocce già reperibili in commercio pronte.
Scaldare il forno a 160. Lavorate il burro e lo zucchero insieme nel robot da cucina e lasciar andare almeno dieci minuti finchè il composto è chiaro e cremoso. Unire quindi l’uovo e la vaniglia e sbattere altri 5 minuti. Incorporare infine cacao e farina, il bicarbonato e il cioccolato fuso. Lavorare per bene e infine unire il cioccolato tritato grossolanamente. Formare quindi dei dischi abbastanza grandi (che è poi la particolarità di questi cookies americani) e lasciare un po’ di spazio tra l’uno e l’altro perchè cresceranno un bel po’. Infornare per 12 minuti fin con l’aiuto di uno stuzzichino vi sembreranno già abbastanza croccantini. C’è da dire che a me dopo 13 minuti sembrano mollicci e stentavo a tirarli fuori ma per fortuna ho agito per tempo. Con i biscotti al cioccolato è davvero difficile capire l’esatta cottura perchè non vi è una vera e propria doratura e si rischia di bruciare il tutto. Se con questa quantità avete fatto quindi 16 biscotti circa e dopo 13 minuti siete convinte di lasciarli andare un altro pochetto beh. Tirate fuori senza indugio. Si solidificheranno un po’ di più durante il raffreddamento (c’è anche molto cioccolato fondente. Dettaglio da non dimenticare).
Ottimi per la prima colazione e per la merenda. Mia mamma li ha trovati eccessivamente zuccherosi mentre il Nippotorinese troppo cioccolatosi (e se no che double chocolate erano? tzè). Insomma per dire che se volete tentare con un po’ meno zucchero si può fare eccome .
Plin Plon Comunicazione di servizio: keepsy è un servizio che ti permette di poter stampare le tue foto da instagram, flickr, picasa, facebook e altri social. Avendolo testato e trovandolo davvero interessante segnalo un pollice altoaltissimo qualora voleste anche voi avere un libro con le vostre creazioni. I prezzi sono accessibili e la qualità è ottima. La carta di qualità inaspettata medio-alta e l’impaginazione perfetta, proprio come la desideravo. Giusto per condividere, come è giusto che sia ( e sono pure stramaledettamente puntuali) e giusto per far contenta la mia mamma che mi aveva snervato e non poco con il suo ” uffa però io non le posso vedere quando ne ho voglia perchè sono tutte al computer”