Ricette Vegetariane e Vegane

Giochiamo a domino con cioccolato e mandarino?

Anche questo Natale sarà all’insegna della sobrietà.

Come ho avuto modo di dimostrare decine di volte amo indossare occhiali con quel quid di discrezione. 

I glitterati modello mosca con l’alberello e stella sbirluccicante con paillettes dorate ne sono un fulgido esempio;  ergo faceva proprio al caso mio.

E così giusto per esagerare in discrezione e sobrietà ho usato il servizio  di Iphoto che dopo tre giorni dall’ordine ti recapita comodamente a casa il tuo bel calendarietto;  giusto per provare qualche scatto ad alta risoluzione dei pasticci fatti al Gikitchen. Il risultato è sorprendentemente “profesciuuuonal” ( scritto così).

E vedere su stampa le proprie foto, fa sempre un certo strambo effetto. E visto che siccome su Instagram si sono messi tutti d’accordo per farmi credere che il Calendario del Gikitchen è oggetto del desiderio (masochisti!) mi impegno ufficialmente a pensarci su e rovinarvi definitivamente tutto il 2012. Del resto è l’ultimo anno per l’umanità.

Passiamo agli appunti in cucina di oggi. Di cioccolatoso sinora si è fatto davvero poco per il periodo Natalizio. Ci sono i biscotti al cacao con il gelato al pistacchio (clicca qui per la ricetta), muffin al cioccolato e curry (clicca qui per la ricetta), muffin al cioccolato bianco e pistacchio (clicca qui per la ricetta), pandorini al cioccolato (clicca qui per la ricetta), il tronchetto di Natale (clicca qui per la ricetta) e il tiramisù al cioccolato bianco (clicca qui per la ricetta).

Il dodici ottobre del 2010 postavo I biscotti Domino (clicca qui per la ricetta e le foto) ed ero pure felice di fotografare al pomeriggio con la luce orrenda la cucina. Dovevp essere un’inguaribile ottimista per credere che dopo due anni non avrei voluto prendermi a ceffoni rivedendo cotanto scempio.

Non solo non mi piace rileggermi ma a quanto pare nemmeno rivedere le mie vecchie foto. E per vecchie intendo anche questa. Nel momento del click mi accontento, un po’ come con le parole, ma quando arriva il momento di rivederle e giudicarle è sempre tutto molto e dico molto negativo.

Se da una parte il risvolto positivo di migliorarsi c’è, dall’altra diventa devastante perchè in una cosa sono bravissima in seguito al conseguimento di innumerevoli master: non essere mai contenta di quello che realizzo.

 

E’ una difficile arte. Proprio come quella del Domino. Ora io al domino mi ci sono avvicinata un po’ per caso. I giochi da tavola, eslcuso Taboo e Pictionary, hanno per me un’attrattiva pari ad una bastonata sulle gengive quandomenotelaspetti, va da sè che durante il Mercante in Fiera  la vigilia di Natale io possa offrirmi volontaria non solo per sparecchiarerassettareriappararecchiare ma pure per pulire le tende e spazzare la strada circostante fosse anche del raggio di duemilachilometriquadrati.

Ma ho vissuto una passione (passeggera chiaramente) con il domino. Perchè non richiedeva chissà quale sforzo logico e logistico. Contavi le palline. Qua ce ne sono due. Bene cercane una con altre due. Una roba facile che non richiede applicazione.

Perchè se sono frenetica nel cucinaredisegnarescrivereticchettarerelazionarmi e riesco ad essere la Dea Kalì che cucina mentre ticchetta e fotografa sono mortalmente pigra in alcune cose. E riflettere è una di queste.

Riflettere, pensare, capire e applicare la logica e la razionalità non è una cosa che mi appartiene.

Santocielocheoraèèè?!?!? (non dovevo guardare in basso a sinistra del monitor)

Insomma.

Questi quadrotti sono una valida alternativa a quei biscottini adorabili che tanto avevano riscosso successo e che si possono portare in tavola durante le feste. Così si mangiano velocemente e nessuno è costretto a sorbirsi qualsivoglia gioco da tavola.

Ne deduco che dovrò fare biscottimazzidicarta così mi eviterò lo sfinimento del rubamazzetto, tresette, esoloilcielosacosa in cui sono abile come un bradipo lo è nel salto in lungo veloce.

Sono dei semplicissimi quadrotti che chiamiamoli brownies o rettangolotti o ciambellottotagliatoaquadrotto rimangono dei malloppotti adorabili di cioccolato a cui è difficile che anche lo zio sdentato di terzo grado dica di no.

Simpatici sono simpatici. Inusuali sono insusuali. Facili da realizzare sono facili da realizzare. E devo smetterla di ripetere le cose devo smetterla di ripetere le cose.

Preparati in netto anticipo, perchè si conservano bene nella latta anche per quattro giorni, si potrà poi pensare di glassarli magari qualche giorno prima giusto per non far sporcare troppo la glassa con le mollichine  di cacao.

Ottimi da accompagnamento a un tè aromatizzato e al sapore di mandarino, conquisteranno e potranno essere presi in seria considerazione per un’idea regalo (lo so è straziante ripeterlo ogni volta ma poi penso sempre ” mica tutti si leggono tutti i post” non pensando ovviamente ai miei amici storici che vinceranno il Nobel per la sopportazione).

Ingredienti

per 6 persone circa: 200 grammi di cioccolato a pezzetti, 250 grammi di burro a pezzetti, 200 grammi di zucchero di canna, 4 uova, 40 grammi di cacao amaro in polvere setacciato, 150 grammi di farina setacciata, 1/2 cucchiaino di lievito, scorza di 2 mandarini.

Scaldare il forno a 160 gradi. Fondere il cioccolato e il burro in una pentola su fuoco basso e mescolare fin quando il composto risulterà liscio. Fare raffreddare il composto dopo averlo tolto dal fuoco. Mettere in una ciotola lo zucchero, le uova, il cacao setacciato e la farina con lievito. Unire quindi il composto di cioccolato e la scorza di mandarino grattugiata e mescolare bene. Versare infine in uno stampo quadrato o rettangolare (imburrare o sistemare per bene la teglia con la carta da forno). Cuocere per 30 minuti circa controllando con uno stecchino finchè fuoriuscirà asciutto. Lasciare raffreddare e tagliare a quadrotti.

Preparate la glassa con albume e zucchero a velo (sbattere insieme 600 grammi di zucchero a velo e 100 grammi di albume. Vien fuori una quantità esagerata e per questa ricetta ne basta anche meno di un terzo) e ricoprire i quadrotti. Sistemare le gocce di cioccolato sopra la glassa componendo le varie parti del domino.

Sto facendo un po’ fatica, visto il periodo, a parlare di tutti i meravigliosi regali che ho ricevuto. Fatti di parole, abbracci sognati e momenti.  Tutto troppo ed eccessivamente frenetico; le novità in arrivo sono talmente tante che forsecheforse alla Vigilia di Natale non arrivo (ci-sperate-ehhhh?!?!) . Due righe (per adesso), anche se ne meriterebbero migliaia di più, su queste strepitose nanosità si trovano cliccando qui >>>

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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