Poteva non nascere il giorno dodici, la migliore amica perfetta-perfettissimapemmè? Nonostante detesti ormai il termine “migliore amica” (perché pur non essendo superstiziosa questa definizione mi ha portato una sfortuna colossale  nell’impervio cammino della mia vita amicale -?amicale si può dire?) non ve ne è uno se non questo in riferimento a Cri.
Avrei voluto organizzare  come lo scorso anno una ricetta per lei. Scrivere per lei. Disegnare per lei. Ma lei sa esattamente in che condizioni mi trovo. E quindi taccio, taglio a forma di cuore un pan carrè e lo cospargo di zucchero e amore. So che per Cri avrà più valore di qualsiasi altra stupidata impegnativa.
Mio papà ha fatto il militare a Roma e in Sardegna. Aveva conosciuto un ragazzo nell’isola bella quanto la mia. Lo ricorda, nonostante il tempo trascorso insieme sia stato poco, come uno dei migliori amici più importanti. Il più fidato, leale, sincero e silenzioso. Il più vero.
Esiste un codice silenzioso, forte e assordante tra me e Cri ormai da dieci anni. Esistono due isole, noi due, distanziate da oceani. E nonostante le onde siano tante. E nonostante ci siano mostri marini da sfidare e attraversare noi siamo sempre riuscite a vedere solo una cosa:
la spiaggia. la terra ferma. la stessa su cui poggiare i piedi. la solidità e mai la fragilità .
Io e Cri siamo due isole che diventano terra continua quando ce ne è bisogno.
Cri è quell’amico mai ritrovato di mio papà . E’ sarda. E’ un’isola che fluttua nel mio iperuranio di idee come identificazione unica di: amica. Amica pura.
Auguri Cristiana.