Non è chiaramente una Charlotte questo dolce ammasso sgangherato di biscottini con farina di riso e cioccolato che racchiudono la morbidezza della panna montata fresca sopra una pioggia di fragole. Un abbinamento solito e scontato ma sempre vincente quello del cioccolato-panna-fragola. Come lo è la voglia di frutti proibiti sotto le luci di Natale. Papà va ghiotto di ciliegie ultimamente e io grazie al supporto del grande Fruttivendolodifiducia gli faccio delle sorprese fruttose che lo fanno sorridere. Ed è questo il regalo più bello. Poi ne raccolgo i noccioli e decido di farci una cosa che mi riprometto da tempo; non tanto il liquore (perché quello se non me lo spiega il mio amore-Estella mica lo faccio! Sia chiaro!) che è comunque nell’interminabile wish list quanto un utilizzo sorprendente di cui ho letto meraviglie. Ci mettiamo un “coming soon” che non fa mai male. Vedo se risulta e funziona davvero e nel caso pubblico.
Vaneggiamenti a parte, la forma di questo sgangherato (ma succulentissimo) dolcetto rimanda naturalmente all’immaginario comune visivo della Charlotte; che ho fatto e pubblicherò presto nella versione più “classica”. La charlotte è un dolce costituito da una crema, generalmente definita “bavarese” che viene racchiusa in una corazza biscottosa dolcissima; i biscotti di forma oblunga sono identificabili in “savoiardi” (e per una versione light si potrebbero pure adoperare i pavesini. Che a confezione fanno 90 calorie con pochissimi grassi ed è sempre cosa buona e giusta tenerli in considerazione. Pure per il tiramisù. Ricordo di averne fatto una versione tiramisù-pavesino che non riesco a trovare in archivio. EQQQUANDOMAI!?!?!?!).
Il dolce Charlotte che viene spesso confuso per un dolcetto francese è in realtà bandiera dell’Inghilterra eseguito da un pasticciere in onore della Regina Carlotta Sophia di Mecklenburg-Strelitz che diede ben quindici figli al re Carlo. Appassionata di botanica (pare che amasse le mele ed è per questo che la charlotte originale a lei dedicata era proprio con le mele), amica di penna della Regina Antonietta e abile nel cucito e nel ricamo, non disdegnava affatto le golosità (contando poi che ha partorito ben quindici figli tutti sani e longevi direi che avesse bisogno di zuccheri anzichenò).
Mozart le dedica composizioni mentre lei diventa martire della follia del marito. E lascia come testamento culinario uno dei dolci più sfarzosi e scenografici ma incredibilmente semplici. Per dire insomma che sto vaneggiando su origini e pettegolezzi di reali e charlotte ma devo parlare di altro. Solo che l’immagine biscottosa che ho ritratto la ricordava (se non la ricorda: mentite. E’ un periodo difficile. Devo solo capire quale non sia un periodo difficile per me e il gioco è fatto).
Insomma i biscottini, che sembrano quasi dei savoiardi, sono delle charlotte di riso al cioccolato di Montersino (li chiama così). La panna è montata fresca e circonda questa gabbia gustosa e poi la pioggia di fragole fa il resto. Certo è tutto molto scenografico e carino ma l’assemblaggio tanto quanto la distruzione no. Perché una volta tirato via il nastrino succede quello che era prevedibile sì, ma che per qualche inspiegabile ragione si sperava non accadesse (mi passate un vocabolario e un libro di sintassi italiana? grazie!). Insomma i biscottini sfidando la legge della fisica potevano pure impegnarsi e fluttuare in aria senza macchiarsi troppo di panna.
Pretendevo troppo? Solo che i biscottini fluttuassero, uff.
Lascio quindi soltanto la ricetta di questi adorabili biscottini perfetti per altri tipi di preparazione e non la costruzione che risulta interessante per gli scatti ma niente affatto per la presentazione. Al contrario invece prometto di sistemare (come se qualcuno stesse aspettandomi, ok? continuiamo a mentire) tutto l’archivio fotografico culinario in esplosione e tirar fuori la charlotte. Quella vera. E tradizionale.
Così rovino pure quella ricetta, ok? Roba che ne vado sempre più fiera.
Biscotto-charlotte con farina di riso e cioccolato:
160 grammi di tuorli, 160 grammi di farina di riso, 40 grammi di cacao amaro in polvere, 240 grammi di albumi, 200 grammi di zucchero semolato bianco, 1 pizzico di sale.
Monta gli albumi con lo zucchero semolato preferibilmente adoperando una planetaria. Incorpora a filo i tuorli leggermente sbattuti con una forchetta e poi pian piano la farina setacciata con il cacao. Dopo aver ottenuto un impasto omogeneo stendi su carta da forno con la forma che preferisci e cuoci a 240 preriscaldat per 8/10 minuti ma dipende sempre dalla grandezza e dallo spessore che hai dato. Non sarà comunque difficile, nonostante ci sia il cacao e tradisca un po’ l’effetto “dorato”, capire quando saranno pronti.