Ricette Vegetariane e Vegane

Un rotolo Primaverile

Un Ro(sa)tolo che sa di P al quadrato: Primavera e Pasqua

C’è un sito dove si possono acquistare titoli intelligenti per post riguardanti il Food? Grazie.

A me questo rosa mette una pace interiore e una tranquillità che mi viene voglia di afferrare una mazza ferrata e uccidere qualsiasi entità vivente che mi gira, per sua sfortuna, intorno. Ah no. La Pasqua, i coniglietti, le farfalle, le rose e la tenerezza. Giusto *disse colpendosi le nocche delle manine con un piccolo cacciavite americano da borsetta.

Dicevo. A me questo rosa piace moltissimo. Riesco senza alcun problema a quietare la mia anima nera e il periodo poco divertente che sto vivendo (sto andando bene? Poso il cacciavite?). I colori pastello del resto riescono sempre ad ammorbidire anche i caratteri più spigolosi (che posano la sega elettrica e afferrano la mazza ferrata. Si sporca meno, si sa). Pasqua che è per antonomasia l’esplosione primaverile e di colore anche in tavola, con l’arrivo della frutta (s)oggettivamente più affascinante, porta quindi quel tocco estremamente glamour ed etereo; che contrasta fortemente con la decisione del rosso, marrone e ocra tipicamente autunnali. Le stagioni in fondo altro non sono che una tavolozza di colori. Diversi mesi fa sfogliando un catalogo di pantone avevo proprio avuto questa sensazione. Ero partita da un verde bosco intenso che per la prima volta non mi aveva terrorizzato. La sensazione era stata quella della pioggia bagnata che vira a diventare marrone. Sul finire dell’estate e all’avvicendarsi dei primi venti autunnali. Un calendario di colori e sfumature per i trecentosessanta giorni dell’anno mi è apparso. Come se fosse sfogliato dal nulla del vento. Verde bosco, arancione, ocra, nero, rosso. Blu e azzurro. Tuffi nel mare di Portopalo.

Il Calendario, inteso come (ferma)tempo, ha assunto definitivamente un significato profondo e radicato nel mio essere. E’ diventato importante questo calendario di pantone, che vorrei aver il tempo di disegnare e fermare in qualcosa di più concreto diversamente dal mio immaginario, e quindi su carta-tela-foglio elettronico. Al rosa ero arrivata in corrispondenza dell’inizio della Primavera che comunque mi sa di giallo. Tra i tanti colori che detesto e di cui ho paura, tra l’altro. Ma di quel giallo molto slavato come se il secchio canarino fosse finito sotto un’acquazzone. Di quell’ibrido senza carattere che vira al pastello sì ma ancor più forzatamente si potrebbe definire bianco con una goccia di giallo.

Perché i colori li concepisco come sfumature e non imposizioni. Ed è per questo forse che ultimamente ho fatto pace con gli acquerelli e non posso farne a meno, a dispetto degli acrilici e dell’olio. La mia fase di insicurezza, paure e dolore si sta smorzando così. Il carattere che ho sempre affermato nei pasticci con la decisione del bianco, nero e grigio per poi esplodere con il rosso, è diventato anche un calendario di pantone. Come a volersi preparare a qualcosa di orrendo e brutto. Come a volersi abituare al fatto che c’è una fortissima gamma di colori della vita e non solo quei tre che ho deciso io. E’ per questo che quando coloro sento e dico che sto male. E’ per questo che quando eseguo delle azioni incomprensibili per certi versi capisco che avrò chiavi di lettura a breve che mi forniranno risposte e talvolta soluzioni.

Un rotolo di dolore meravigliosamente confezionato e avvolto. Tenersi strette poche cose sperando che non fuoriescano via. Sperando che al taglio della prima fetta tutta la delicatezza dell’impasto e del rosa riesca a trattenere almeno la forchetta che infierirà.

 

Qui di rotoli se ne sono fatti parecchi e abbiamo pure (un’orrenda) VideoRicetta che lascio a fine post. La prima volta in assoluto che ho colorato l’impasto del rotolo è stato a Carnevale quando ho pubblicato le Stelle Filanti; idea tra l’altro che è piaciuta parecchio. Io (bottesullemanine) non riesco mai a conservare, collezionare e pubblicare tutte le ricette che mi inviate sia attraverso i social che in privato sulla mail dove colleziono brutte figure epocali. Il rotolo nella versione Stelle Filanti è stato eseguito da tre ragazze dolcissime su instagram. Devo assolutamente ritrovare immagini e nick e ringraziarle pubblicamente (sono vergognosa lo so).

Colorare l’impasto del rotolo, come confessavo sgrammaticamente nel post carnevalesco, credevo fosse pressoché impossibile; forse perché ho sempre creduto che fosse molto “delicato”. Seppur per certi versi abbia ragione affermando questo (ed è una rara occasione, sottolineerei), c’è da dire che l’impasto del rotolo non subisce alcuna variazione durante la colorazione. Né di sapore (mi è stato assicurato dopo molte mie insistenze) né di consistenza.

Avevo da parte la sacra bottiglietta dell’acqua di rose acquistata da San Cristaldi a Catania. La stessa che ho adoperato per preparazioni di poppadoms (vedo la Bionda drizzare le antenne e sbavare copiosamente), ricette etniche e roba Pappamondosa. Improntando tutto nel contesto rosa-romanticismo-pastello-sega elettrica ah no- cuore-amore, il sapore dell’acqua di rose mi sembrava la scelta scontata sì ma giusta. E’ chiaro che si possa aromatizzare come si preferisce questo dolcetto. Rimane sempre una base perfetta per diversi tipi di elaborazione. Che sia cocco o cioccolato o che sia crema al burro leziosa e dolcissima o crema compatta poco importa. E’ bene solo non far ricadere la scelta su una crema troppo liquida perché potrebbe inumidire l’impasto, compromettere la struttura stessa del rotolo e fare senza girarci ulteriormente intorno un vero e proprio disastro.

 

La Ricetta base del Rotolo

Come colorare l’impasto del rotolo? Pur avendone vaneggiato a sufficienza (e anche troppo) sul post di Carnevale in questione che lascio sotto, va assolutamente ribadito che bastano davvero pochissime gocce di colorante alimentare. In questo caso vi sono tre varianti di rosa che vanno in una forma di degradè tanto di moda anche sulle unghie (sono una fashion blogger. Non una food blogger, si sa). Basterà quindi eseguire l’operazione molto velocemente prima di infornare colorando l’impasto. Qualche goccia in più donerà all’impasto ovviamente una nuance più forte. Scegli quale ti piace di più e procedi. A me piaceva proprio l’idea di dividere a metà un fucsia acceso da un rosa pastello chiarissimo. Ho eseguito una semplicissima glassa al formaggio aromatizzando con acqua di rose e ho aggiunto una micromicromicro goccia di rosa anche lì giusto per colorare leggermente. Le rose di ostia si trovano facilmente in commercio soprattutto nel reparto alimentari (si trovano anche al supermercato a dirla tutta. Alla Coop ad esempio trovo sempre tantissime decorazioni).

Largo sfogo alla fantasia. Sia come colore. Sia come gusto. Sia come decorazione. Una base perfetta dalla quale partire per infinite variazioni. Nei prossimi giorni per l’appunto una versione ancor più Pasquale (un po’ di suspense, suvvia).

Per la glassa al formaggio base generalmente le dosi sono queste: 450 grammi di formaggio fresco tipo Philadelphia, 115 grammi di burro, 300 grammi di zucchero a velo.

(si può aromatizzare e arricchire come si preferisce. Aggiungendo acqua di rose o di fiori d’arancio. Essenze, spezie, gocce di cioccolato, frutta secca, farina di cocco)
Crema al formaggio e cioccolato bianco: 450 grammi di formaggio cremoso tipo Philadelphia, 85 grammi di burro, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia, 225 grammi di cioccolato bianco.
Il burro e il formaggio devono essere a temperatura ambiente. Fai fondere il cioccolato bianco a bagnomaria. Quando sarà ben sciolto, togli dal fuoco e lascia raffreddare per dieci minuti. Sbatti il formaggio, il burro e l’estratto di vaniglia a velocità media. Incorpora il cioccolato fuso e mescola  vigorosamente per tre minuti almeno. Se devi conservarla mettila in frigo dentro un recipiente ricoprendo per bene con pellicola a contatto.
Va da sé che essendo proprio una base e potendo comunque a prescindere procedere “a occhio”, si possono equilibrare i sapori semplicemente assaggiando e di conseguenza zuccherando-speziando-eliminando-aggiungendo/arricchendo secondo il proprio gusto.

La Videoricetta

Il Rotolo di stelle filanti di cui parlavo lo trovi cliccando qui

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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