Ricette Vegetariane e Vegane

Food Lovers Viaggio tra i sapori del Mondo di Lonely Planet

Non ricordo esattamente quando ho preso Food Lovers della Lonely Planet ma sicuramente in corrispondenza dell’uscita considerando la mia perversione per i libri di cucina. Quando gli sventurati ospiti si ritrovano davanti la libreria adibita solo a questo genere, chi in un modo chi un altro il discorso non cambia: “mai visti tanti”. Adesso che li sto sistemando per benino e non ci sono più scatoloni e sto riesumando volumi che non avevo potuto sistemare durante la fase di ristrutturazione casa, in effetti viene anche a me da dire “mai visti tanti”. Qui nei dintorni, giusto per fare quella che si pavoneggia, mi ha battuto solo la Feltrinelli di Catania (l’ho scritto soffiandomi sulle unghie con fare antipatico tutto questo, eh). Insomma per dire che poi alla fine però come in tutte le cose mi affeziono davvero a pochi volumi. Voglio bene a tutti, figli miei, e vi spolvererò con amore ogni giorno della mia vita finché morte non ci separi ma.

Questo è uno di quei volumi che desta le gelosie altrui soprattutto dello stesso genere; il fatto è che in un volumetto neanche troppo grande si è riusciti a racchiudere una Guida, come solo Lonely Planet sa fare, che ti fa fare il giro del mondo andata e ritorno più volte. Si percepiscono i sapori, gli odori, i luoghi e le tradizioni. Ogni pagina, pur trasudando sinteticità e spremute di concetti all’ennesima potenza, riesce incredibilmente a non essere approssimativa ma per assurdo: più che esaustiva. Introduzioni, approfondimenti e pure spazio per le ricette. Non solo, però. Essendo giustappunto una Guida di Lonely Planet a tutti gli effetti, si trovano anche luoghi, ristoranti e pure carretti take away segnalati con tanto di via. La carta è profumata e setosa. Le foto sono incredibilmente belle e l’impaginazione delicata, precisa e ricchissima. Il formato non è poi così grande ma all’interno di una pagina si è riusciti a mettere un frullato di informazioni incredibile senza mortificare in alcun modo l’immagine; che sia piccola o grande.

Si comincia con la Cina e il tofu insieme a spezie anestetizzanti e aceto da far lacrimare gli occhi attraverso la preparazione del Riso che è il cereale presente nei piatti di tutto il mondo. Si parla dello Yunnan che è il famosissimo riso cotto nel bambù con pezzettini di fungo e degli immancabili e famigerati Ravioli al Vapore che si portano all’interno dei cestelli di bambù. La Ricetta tofu con shiitake e zenzero scritta a pagina 9 l’ho provata per la prima volta qualche settimana fa ed è entrata a far parte delle irrinunciabili. Si passa ai Mian, ovvero i noodles presenti in tutta la Cina in una vasta gamma di varianti regionali. Quelli che vengono fatti a mano tirando e ripiegando e della capitale cinese dei noodles che è Taiyuan. I jaozi con la loro forma più semplice. Si racconta di come le famiglie cinesi si riuniscono la vigilia di capodanno per preparare queste specialità che ricordano i sacchi di monete d’oro e pertanto simboleggiano la prosperità e il buon augurio per l’anno che verrà. Dalla Cina con l’anatra alla pechinese e altre infinite informazioni, ricette, segnalazioni e prelibatezze si arriva alla Corea del Sud e all’amore per il pesce. Il kimchi è l’ambasciatore della cucina coreana mentre il doenjang jjigae è il piatto quotidiano più diffuso. Si parla delle feste come l’Hadong Wild tea festival che si tiene a Maggio e che è famosissimo per i tè pregiati con tecniche tradizionali. Del Geumsan Insam Festival per conoscere e divulgare gli effetti del Ginseng. In un sol colpo si è in Francia con le Escargots de Bourgogne e con il manzo alla bourguignonne abbinata a vini leggeri e poco tannici. La zuppa del pescatore del porto di Marsiglia, che ho potuto vedere con i miei occhi e che è descritta eccelsamente a pagina 47. Le castagne di mare, il burro alla bretone e pure i Macaron, sì. L’amata Germania con salumi e salsicce corredati da pane nero, crauti e birra. La spiegazione del Reinheitsgebot o editto di purezza emanato nel 1516 che decretava che solo orzo, luppolo e acqua potessero essere utilizzati nella produzione della birra. L’Oktoberfest immancabile dove oltre sei milioni di persone da tutte le parti del mondo si riversano sul territorio. Si vola poi in Giappone (le foto sono meravigliose, voglio assolutamente ribadirlo. Soprattutto queste dedicata al Nihon) con il manzo Kobe e soba, udon e ramen. In tutto il Giappone si incontrano parchi a tema dedicati ai ramen con al loro interno negozi tra i migliori del paese. La guida ci segnala tutti quelli che devono essere visitati insieme a istruzioni per l’uso dei Noodles degni di nota; come quelli che devono essere serviti in una grande ciotola di brodo leggero o di tonno bonito e così via. Inarrestabile la mole di informazioni e siamo ancora a pagina 67, quindi a un terzo.

Ed è già tutto incredibilmente variegato, pazzesco e incredibilmente interessante. Il Pane dell’India e un capitolo a parte con l’eredità dei Moghul. Poi arriva l’Italia, meta indiscussa dei buongustai da tutte le parti del mondo. Si parla di Happy Hour e si segnala pure il Caffè San Carlo in Piazza San Carlo a Torino. Una pagina interamente dedicata a Mulassano di cui ho parlato qui più volte e fotografato (decinedecinedecine) di volte. Il risotto alla milanese, la pizza e Napoli ovviamente, Le orecchiette, la pasta e la Trattoria del Rosso a Bologna tra i palazzi medievali. Non manca il ragù alla bolognese e il prosciutto di Parma. Si consigliano salumerie in quel di Parma e formaggi e aceto balsamico. Si arriva al Messico con i red hot chili peppers e i mexican chilli cookoff. Senza dimenticare l’incredibile varietà della cucina marocchina che non sa solo di cous cous e spezie ma di molto altro. Tra colori incredibili, mercatini e tajine dove fare incredibili stufati che rievocano anche il Cous Cous Festival, San Vito Lo Capo e le mie origini. E’ come un treno che corre all’impazzata e gira per tutto il globo portandoti pagina dopo pagina ovunque. Avvertendo i sapori. Ed è inarrestabile l’impatto visivo grazie, ribadisco, a queste foto incredibili. Non ce ne è una che vorrei fosse diversa. Sono intense, con contrasti forti e colori accecanti ma che non disturbano; piuttosto fanno bene al cuore delle pupille. I barbecue e la cottura lenta negli Stati Uniti, la California cuisine e il seafood chowder che è più di una zuppa di pesce. Il Gummo che è il deep south riassunto in unico tegame. Le versioni cajun e creole. I crostacei e il pollame. E poi la Turchia che non è solo Kebap e l’incredibile America Latina sino ad arrivare all’Australia e al nuovo continente.

Sono sicura di non essere minimamemente riuscita a trasmettere cosa ho in questo momento tra le mani. E’ un volume che non solo deve essere acquistato,ma ribadisco studiato. Chi ama tutto quello che il mondo racconta attraverso il cibo perderà la testa. Ho altri due volumi altrettanto belli e incredibili che riguardano sempre Ricette dal Mondo ma nessuno sinora è riuscito a battere questo. Per il mio progetto Pappamondo poi è innegabile che sia una manna dal cielo. Quindi semmai dovessi ergermi a giudice (di idiozia) e dare un voto, per questo volume non ci sarebbe. O al massimo un otto coricato che sa di infinito.

Prezzo 26.50

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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