Ricette Vegetariane e Vegane

Scone/Bun di American Horror Story

Myrtle Snow, ti amo!

Partiamo da questo vaneggiamento significativo:

Mi sono convinta che Myrtle significhi mirtillo e non mirto.

(anche perché gli scones col mirto non potevo farli)

La ricetta

675 grammi di farina, 110 grammi di burro, 140 grammi di zucchero semolato, 3 cucchiai di latte intero, 1 bustina di lievito, 1 uovo, 1 presa di sale e poco più di mezzo bicchiere d’acqua. E una manciata di mirtilli disidratati: due pugnetti circa.

Fai fondere in un pentolino il burro. Unisci il latte e l’acqua. Mescola con cura il tutto. Raccogli poi la farina setacciata con il lievito e il sale e aggiungi lo zucchero. Versa sopra questi ingredienti secchi il latte e burro del pentolino e pure l’uovo. Lavora fino a ottenere un composto omogeneo dopo aver lavorato molto e per bene l’impasto. Aggiungi i mirtilli secchi idratati leggermente con l’acqua o altrimenti se preferisci la classica uvetta sultanina. Dividi l’impasto in 14 porzioni circa formando delle palline e disponile su una placca imburrata. Lascia riposare così per un’ora in un luogo fresco e asciutto e poi inforna a 190 caldo per 15 minuti fin quando non gonfieranno e doreranno. Puoi pure spennellarli con un po’ di zucchero, latte e uovo se vuoi la superficie con un aspetto lucido.

Ho già detto di essere una grande appassionata di American Horror Story, serie antologica che da un po’ di anni alberga nel mio cuore. La terza serie, dopo la stupefacente stagione di Asylum, la trovo a dir poco spettacolare. Coven, che racconta le storie di alcune streghe, è girata magistralmente con una fotografia cinematografica.

Ricette che ho fatto in onore di American Horror Story 

Sto valutando seriamente  l’ipotesi (e non escludo che già sia accaduto nella realtà considerato che ticchetto sempre con quasi sempre dieci-dodici giorni di anticipo rispetto alla pubblicazione sul blog) di farmi i capelli rossi-arancioni-pel di carota alla Myrtle Snow (leggi: l’unica nuance di colore capace di farmi perdere la ragione insieme al Rosso Tiziano). Ho cercato a lungo su Amazon una parrucca, una montatura di occhiali, un guanto, uno scialle, un qualsiasi cosa che potesse ricordarmi questo personaggio, di cui mi sono chiaramente invaghita, ma niente. Mi è accaduto solo nella fase adolescenziale, di “innamorarmi” così di un personaggio, mi dico. E’ preoccupante adesso, mi ridico. E’ strano perché non sono mai attratta davvero in maniera così persistente da un personaggio. Frances Conroy e le maschere che le fanno indossare in American Horror Story hanno con sé qualcosa di ancestrale che mi riporta a storie e visioni passate. Rimango catturata, ai limiti dell’ipnotizzata e ogni dettaglio mi apre varchi, storie ed enigmi. Non riesco molto a concentrarmi perché un flusso di idee si impossessa di quel neurone saltellante.

Che cos’è il Bun? (che somiglia allo scone)

 I miei sembrano più bun che hanno sposato degli scene, in effetti ma il risultato è buono. Letteralmente e senza girarci intorno: BUONO. E pure, tanto.  Volevo mettere i mirtilli in onore di Myrtle e in preda a un attacco geniale (c’è dell’ironia, sì) proprio come aveva fatto Jessica Lange con i Muffin alla violetta mettendo la violetta (e bistrattati da Violetta. Ok basta dire Violetta!). Il risultato seppur la lavorazione sia stata confusa, improvvisata e veloce (c’è da dire: come sempre) è piaciuto e molto. Mi sono ispirata alla terza stagione; proprio quella in cui a Frances Conroy va dato il giusto rilievo da protagonista che a ben guardare non le era stato concesso nelle due stagioni precedenti. E’ un frullato di ironia, arroganza, saccenza e bellezza. Un gusto eccelso e fine che si riflette anche nella sua personalissima passione nei confronti del cibo. Durante tutta la terza stagione, da quando fa ingresso sotto i riflettori è un continuo enunciare piatti  raffinati, semplici e che per certi versi rappresentano dei cliché; come i Blinis al caviale (che inutile dirlo: farò) e come il Burro con l’aragosta servito con il melone per rinfrescare e molto altro. Una gourmand a tutti gli effetti che declina i suoi gusti, indossando abiti dal gusto retrò ed estremamente chic, tra una portata e l’altra.

Delphine sforna un vassoio di quelli che giurerei siano scones. Myrtle “leggero e delicato come una piuma. Il segreto è il lardo, vero?” le dice con quella pacatezza che riserva a tutti senza escluderla. Lardo e mirtilli era forse un abbinamento un po’ azzardato anche se a ben pensarci potrebbe comunque essere un componente interessante in un panino dolce-salato di questo tipo (me lo appunto nel taccuino dimenticatoio insieme a quell’altro miliardo di idiozie che dico e ticchetto ogni giorno, ok?). Come dicevo sono venuti fuori comunque dei panini dolci perfetti per accostamenti con il formaggio salato (del resto il mirtillo si sposa benissimo con le preparazioni salate. Caprino e Mirtilli. Pasta ai mirtilli. Polpette e mirtilli. E solo il cielo sa quante cose abbia preparato con i mirtilli).

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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