Ricette Vegetariane e Vegane

Di Alghe, Carotenemia e Amicizia Pura

La Goma Wakame la trovo surgelata dal mio spacciatore etnico di fiducia. Purtroppo si trova solo così. Amen. Taglio l’avocado e lo lascio marinare nel succo di limone o lime. Poi lavo per bene un limone e ne ricavo tanti piccoli triangoli, perché amo cibarmene sin da piccola e anche della buccia, se ne conosco la provenienza e so per certo che non sia trattata. Ne aggiungo il succo e i semi che ho in casa ma soprattutto quelli di zucca mi piacciono moltissimo. Anche i cetrioli si sposano benissimo come sapore e danno freschezza. Allo stesso modo le zucchine ma sta di fatto che con la base goma wakame-avocado-lime e semi si costruiscono solo cose belle su un piatto.

Qui se ti interessa dare un’occhiata ad altro che la contiene: Quinoa, Goma Wakame con semi di lino e lievito alimentare, orata in foglia di banano con carote al vapore e wakame.

Se mi segui su Miiichefame, ovvero l’allegra comunità di non recupero di noi tutte amiche affamate -Unisciti a noi! (nato per gioco -e in momento di sconforto, in realtà- e diventato qualcosa di profondo e importante)- sai già che ho un piccolissimo problema con le alghe. Se non fossi diventata arancione, due mesi fa, dopo un abuso e colpita da carotenemia starei ancora sgranocchiando alga nori nel tempo libero. Non ho parlato qui della vicenda che, inutile ironizzarci, mi ha fatto stare molto male. Psicologicamente intendo perché di fisico si accusa ben poco. Palmi della mano -ma anche il dorso– e dei piedi e tutto il viso ti fanno diventare di un arancione Umpa Lumpa. Un eccesso di vitamina A, molto diffusa ahimè anche tra chi soffre di disturbi alimentari. In quel periodo, sarò onesta, complice un fortissimo stress non riuscivo a mangiare niente altro che alghe, carote e centrifugati. Non bilanciavo bene tutto quello che ingerivo e non in ultimo non avevo il tempo e la forza di allenarmi e correre. Questo incredibile accumulo di vitamina A e l’ingestione continua degli stessi tre ingredienti (perché se dico alghe, carote e centrifugati è proprio nel senso solo alghe, carote e centrifugati. E i centrifugati erano per lo più spinaci-carote e pomodoro) mi ha portato a una forma più o meno forte di carotenemia che grazie al cielo sono riuscita a sconfiggere in poco più di due mesi. Purtroppo non si può mai dire in quanto tempo il corpo riesca a “scaricare”. L’unica cosa da fare è chiaramente controllare l’introduzione di Vitamina A, immettere moltissima Vitamina C e affidarsi al proprio corpo e alla sua reazione. Amen.

Quando ho fatto un giro per il web -il solito errore insomma- per vedere un po’ di cosa si trattasse ho passato giorni angoscianti in preda alla mia insana ipocondria. In nessun modo riuscivo a calmarmi; soprattutto perché era una cosa evidente a tutti. A livello fisico non accusavo, ripeto, assolutamente nulla. Se non una strano stato di torpore che però non so se possa essere esclusivamente legato a quello.

Non ero stata alle Barbados e neanche alle Lampados. E tutti lo sapevano, chiaramente. Ma non è tanto questo il punto. Il colore del volto e delle mani era, senza mezzi termini, ridicolo e innaturale (un po’ come lo stilista Valentino? Uhm. Anche!). Per una poi che è sempre stata chiarissima di carnagione -forse troppo- la curiosità è in agguato. E il “stai bene abbronzata” proferito con un po’ di incertezza diventa carburante per la paranoia.

Da brava estremista ho completamente eliminato (sbagliando) qualsiasi elemento contenesse la Vitamina A per due settimane. In pratica mi nutrivo di semi lievitando a più non posso, ma direi di omettere questi passaggi. La cosa che in realtà mi piacerebbe più fare è lasciare -semmai qualcuno lo dovesse ticchettare su google- un piccolo messaggio a chi dovesse essere colpito da carotenemia perché di italiano c’è ben poco e finire in qualche forum dove trovi dottori che dicono “tranquilla. In un anno tutto passerà”, propriamente bello non è.

Non è stato così, fortunatamente. I parametri e il livello dipendono chiaramente dai casi e io non mi sono autoeletta esperta di carotenemia, ci mancherebbe. Ma se dovessi incorrere in una forma lieve ti prego non perdere la calma come è successo a me. Molti la confondono con l’ittero e anche con patologie gravissime legate al fegato (del tipo mai mettere “sono arancione-gialla cosa mi sta succedendo? Perché l’oracolo Google potrebbe pure provocarti un  infarto).

L’alga, sia nori che wakame, contiene moltissima Vitamina A e la grammatura consigliata nelle confezioni non è un numeretto coreografico che sta bene vicino al codice a barre (me lo sto ripetendo in quanto a cretinaggine non batto nessuno. E avevo sottovalutato che i super food vanno equilibrati per bene, perché i rischi -seppur non pericolosi- ci sono eccome). Il potere saziante, il gusto se piace e la complessità di elementi che la fa diventare un piatto non solo gustoso ma anche salutare e nutriente non deve mai trarre in inganno. Insomma se come me ti innamori della Nori e della Wakame -e se sempre come me ami abusare di cibo e diventare ossessiva nei confronti di un determinato alimento- metti in conto che potresti fare le audizioni per i prossimi Umpa Lumpa e avere la certezza di esser presa, fosse solo per il risparmio sul Make Up.

Ricordo quei primi giorni però con molto amore, nonostante la paura. Con me c’era Ombromino. Un’avventura nuova era appena cominciata. Ero davvero provata. E lei pure perché doveva sopportarmi nonostante un piccolo malessere le fosse capitato (fortunatamente passeggero). La cosa che non riesco a dimenticare è quella sensazione di bellezza. Di condivisione. E di confidenza. E mi rimane un fotogramma fatto a disegno (che vedi qui sulla pagina di Ombromino a cui dovresti assolutamente mettere un gigante mi piace) indelebile. E indistruttibile proprio come l’amore che provo per lei.

Quindi mi sento di apportare pure questa testimonianza: dalla Carotenemia sia guarisce più velocemente se hai accanto un’amica non speciale. Di più.

(poi dopo due mesi eravamo su delle chaise longue, non contente e impavide, a sgranocchiare alghe di nuovo sotto dei colli indimenticabili tanto quanto i tramonti. Innaffiando tutto con risate, api assassine, zanzare killer e bibite analcoliche di dubbia provenienza)

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY