Come sottosezione de La Libreria di Iaia nasce la sezione Riviste di Cucina. Volevo già farlo da tempo. Bofonchiare e sfogliare le Riviste con te, che per qualche oscura ragione mi rendi felice facendomi compagnia (grazie sempre!). Perché sono abbonata praticamente a tutte. Le sfoglio tutte. Le commento (da sola con il muro e con la povera Koi che non mi sopporta più) tutte e le colleziono (tutte l’ho detto?) sistemandole chiaramente per anno e numero come una brava psicolabile. Che tirar fuori tutte le Riviste di Natale dituttigliannitutti al momento giusto e vedersi susseguire immagini di cose già viste e riviste -ma dimenticate in qualche antro della memoria- è sempre una cosa bella. Sono dei veri e propri tesori formato fascicolo che non dovrebbero mai essere sottovalutati. Libri a pezzi che si ricompongono con gli anni. Enciclopedie di idee e di sapere che mai dovrebbero disperdersi. A maggior ragione quando si ha la possibilità di avere tutto a prezzo decoroso. Un finanziamento di idee gastronomiche a rate. C’è di meglio? Volevo cominciare e inaugurare quindi questa nuova rubrichetta parlando di una rivista non troppo comune. Questo non significa affatto che non sfoglieremo anche quelle, ma iniziare con una qualche particolarità mi incentiva ancor di più.
Di Grande Cucina ho avuto occasione di parlare riguardo i volumi ed esattamente qui:
Già dallo scorso anno (o addirittura dal 2013? La vecchiaia è una brutta cosa, mi si perdoni) ho il piacere di sfogliare questa rivista che indubbiamente è tra le più raffinate e poetiche. Il prezzo della singola copia è di circa sei euro e gli arretrati si trovano a dodici, l’abbonamento per il 2015 sta intorno ai 42 euro. Economica, come tutta la linea, non è ma si tratta chiaramente di qualcosa per cui vale spendere, eccome, la cifra. Raramente rimango colpita così dall’estetica di una rivista e le copertine sono un piacevolissimo massacro visivo per l’iride tanta è la bellezza. Molta pubblicità -a parte la cucina spesso di design architettonico perché è connubio inscindibile- ma non fastidiosa come in altre. In questo momento ho tra le mani il numero di Maggio (preso così a casaccio, sì) che dedicava già gran parte di tutto all’Expo. Sempre in copertina campeggiano le ricette sorprendenti di Oldani e le visioni illuminanti di Gualtiero Marchesi e Iginio Massari con un Made in Italy che promette oltre 100 indirizzi per veri gourmand e Food & the city che è la nuova Milano da bere. L’articolo di Oldani si intitola “Stasera Caviale” e celebra per noi e l’Expo un D’O diverso, capace di sposare ingredienti gioielli come l’oro, l’ostrica e il foie gras senza tradire una filosofia che fa della democrazia, accessibilità e sostenibilità la propria cifra stilistica. Il testo è tradotto in inglese per permettere a tutti di poter usufruire visivamente e linguisticamente di questo bellissimo numero. L’immancabile e celeberrimo riso con zafferano, firma di Oldani, con la foglia d’oro “Sì ho copiato l’oro da Marchesi”. Il discepolo lo adopera su una suadente royale di foie gras, ingentilita da rafano e pepe. Ostrica, midollo e zabaione, un biscotto di carota con al centro il guscio dell’ostrica e lo zabaione con le scaglie di sale. E poi il Caviale e Anguria, che è poi la splendida copertina del numero. Si tratta di cipolla, panna, chiodi di garofano, foglie di alloro, bacche di ginepro, burro, vino, caviale Asetra con cubi di anguria e quaglia pochè. Si continua con Pavlova di salmone e caviale di limone. Insomma potrei pure fermarmi qui, no? Non è -e pare lapalissiano- una di quelle riviste che sfogli per dire: e vediamo che mi consigliano di cucinare questa settimana, va.
Ma per sognare, stupirsi, restare increduli e commentare pure: sivabbè. Il caviale con l’anguria magnatela te! Che ci sta, no? Salvo poi scoprire che trattasi di abbinamento poetico ma poco importa. Una rivista per chi ama stupirsi e per chi vuole vedere oltre gli abbinamenti, per chi vuole stare appiccicato e affamato davanti a una vetrina di dolcetti e vedere cosa fanno i grandi. Che profumi producono e che meraviglie. L’Anguilla laccata al porto con polenta e pera di Daniela, Lorena e Lionello dell’Osteria Cera, che si trova sulla strada che conduce dalla Serenissima a Chioggia e che si tuffa nella laguna, si sposa con la polenta e la dolcezza della pera. Un giro per l’Italia che va dal Veneto alla Sicilia e si ferma da Pino Cuttaia con l’uovo di seppia tra illustrazioni e cibo. Ci sono cappuccini di seppie e parmigiane di melanzane al monù. Si parla del Trussardi Lounge e Cafè alla Scala che si fa in tre e i locali più cool e alla moda che ambiscono a stelle e riconoscimenti o che semplicemente li hanno già e si crogiolano nelle stupendevolezze.
Ogni numero di Grande Cucina è un viaggio. Senza contare che si trova oggettistica da cucina bella da far piangere, che ti entra come spilli negli occhi. Presentazioni da favola e vere e proprie opere d’arte. Essendo semplicemente un’introduzione a questa nuova sottosezione e Rubrichetta a sé non mi soffermerò su nessun numero in particolare ma sarebbe carino -e spero anche per te- sfogliarne insieme i numeri. Commentarli. E decidere perché no se fare un piatto insieme piuttosto che un altro. Magari non con Grande Cucina davanti, anche se magari da un bellissimo quadro irraggiungibile si può sempre replicare uno schizzo veloce ma non per questo poco bello.
Anzi.