Ricette Vegetariane e Vegane

Cosa c’è nel mio carrello: Mandorella, Quinoa in scatola e Coconut Choco Soya Dessert

Chi mi segue anche un po’ sa che, a prescindere dalla dieta vegana che seguo, mai sono stata una grande appassionata di formaggi. Per me formaggio significava solo una cosa: mozzarella con il pomodoro. Amen. Alla sola vista del parmigiano sulle pietanze o del formaggio sulla pizza collassavo. Una volta ho assaggiato il brie perché il Nippotorinese mi ha puntato un gianduiotto alla tempia. Sì d’accordo niente male, ma neanche niente di che. Quindi chi scrive è un alieno a cui non manca assolutamente il formaggio (perché dovrebbe del resto? Mica qualcuno mi ha costretto) e che ne capisce quanto Kim Kardashian di trucco naturale e abbigliamento sobrio. Ho provato diversi formaggi vegani mossa semplicemente da curiosità. Uno a base di riso, di cui non ricordo il nome (ma per questo c’è la mia Ombretta che correrà in aiuto perché l’ho mangiato proprio con lei prima di chiuderci in un vagone), che sembrava QUASI mangiabile e altri che sono finiti nel pancino del Nippotorinese con suo sommo dispiacere. Perché tutto quello che io rifiuto volente o nolente -e con sommo raccapriccio- il più delle volte finisce lì. A volte mi fa quasi tenerezza quando mi supplica di non comprare queste immonde schifezze (è da comprendere. Un sabaudo abituato a ogni sorta e tipo di bontà formaggesca e per di più appassionato) ma non capitolo mai e malvagia proseguo negli acquisti. A mia discolpa va detto che questa Mandorella l’ha comprata lui (e allora dillo che sei masochista Nippo!). Trullo trullo è venuto sventolandola e dicendo: mi sa che questa ti piace.

La Mandorella

Essendo io sicula e amante delle mandorle sembrava quasi una certezza e così forse anche io avrei potuto fingere di spalmare qualcosa sulle gallette. Fatto sta che il risultato è stato la cronaca di una morte annunciata. Il sapore è quella di un panetto di pasta di mandorla per fare la granita a cui è stato tolto lo zucchero e data una nota acidula. Per spirito di contraddizione il Nippotorinese ha detto “non è una schifezza immonda. E’ solo immonda, sai”, che mi pare una bella recensione fatta da uno che è iscritto alla pagina “Vegano stammi lontano” (ma con chi vivo?). Io non l’ho apprezzata particolarmente. Sarà sicuramente per quel dna siculo incapace di scostarsi papillogustativamente (sepodì sepodì) dal panetto di granita. Con questo non voglio assolutamente sostenere che non sia un prodotto valido. Anzi. Ma che per il mio gusto non è ideale. Va detto che l’ho provato così. Al naturale. Ma si possono comunque farne svariati utilizzi. Voglio infatti testarlo in altri modi ed eventualmente fare un update. Naturalmente senza glutine, lattosio e soia, è in confezione da 200 grammi e gli ingredienti sono: acqua, olio di mandorla, farina di mandorla pelata, olio di girasole, limone, agar agar e sale. Da agricoltura biologica, lo consigliano ccome antipasto e secondo e per condire anche la pasta e le insalate. Il valore energetico per 100 grammi è di 280 calorie con 26,5 di grassi e 8,48 di carboidrati. Ha fibre per 2,71 e proteine 1,12.

Quinoa in scatola

Amo La finestra sul cielo. Mi potrebbero vendere scaglie di coda di unicorno, per quanto mi riguarda. Pur non essendo affatto una sostenitrice dei prodotti in scatola mi sono lasciata incuriosire da questa quinoa già pronta e certo le aspettative non erano chissà quali. Purtroppo confermate poi una volta aperta. Sono 56 le calorie per 100 grammi con proteine 1,4 e carboidrati 8,8. Si può scaldare in padella e condire a piacere o aggiungere a zuppe di cereali, legumi e insalate fredde. Così consigliano sulla confezione. Per provarla naturale però non volevo mischiarla a nulla e quindi l’ho mangiata così, semplicemente scaldata come una vecchietta. Mi dirai: “Ebbravalascema! Come dovrebbe mai piacerti?”. Ma io la quinoa generalmente la mangio così. Mi piace senza nulla (oh, io l’ho detto che sono un metro di paragone inutile), ergo provarla tra zuppette e altro mi sembrava alquanto stupido. Volevo capire se poteva essermi d’aiuto quando il tempo scarseggia e approfittarne con codesto escamotage. No. A quanto pare non ne posso approfittare per l’utilizzo che ne faccio io. Avendone preso però altre confezioni trascriverò eventuali impressioni se conciata in altro modo. Il sapore non è assolutamente cattivo, anzi. Ma tra i ceci in scatola e quelli freschi tu quali preferisci? Insomma ho scoperto l’acqua calda anche oggi.

Coconut Soya Choco Dessert

E poi arrivano loro. I budini della Provamel (devo ricordarmi di tatuarmi Provamel ailoviù, sulla fronte) con Cocco e Cioccolato a base di soia. Dico solo una cosa: BUONIDAIMPAZZIREFOLLEMENTEBUONISSIMIBUONI. E anche buoni buonissimi, volevo aggiungere. Per caso ho già scritto BUONISSIMI? Li infilo in freezer ed entro in quella fase di: ciao mondo non esisto più. Non sono una fan dei budini (emerge sempre che io sia una rompiscatole o sbaglio? Sono una fan solo di granite, gelati e cioccolato, d’accordo? E riso bollito. E avocado. Sono talmente noiosa che mi mal sopporto pure io. Quindi sentiti libero/a di detestarmi senza moderazione) ma questi, Siore e siori, Bambini e Bambine, Dugonghi e Ornitorinchi: sono i budini più buoni del mondo. Il Nippotorinese mi ha detto che la frase “più buoni del mondo” pronunciata da me ha l’attendibilità di Kim Kardashian (oggi ce l’ho con lei, sì) come portavoce di “no allo spreco nel mondo”. Gli ingredienti sono zucchero di canna grezzo, latte di cocco, acqua, crema di cocco, fagioli di soia, cacao magro, amido di mais, amido di frumento, tapioca, addensante e sale. Sono 105 calorie per 100 grammi di prodotto con 3,2 di grassi e 14,3 di carboidrati. Lattosio? Zero, naturalmente. La confezione è di 500 grammi per 4 confezioni quindi 125 grammi cadauna. Io dico solo che non ne posso più fare a meno.

Vuoi dare una sbirciata agli altri carrelli? Eccoli!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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