Cercando sul web mi sono imbattuta nell’articolo della mia adorata Veruska, la cuochina sopraffina, e a saperlo prima avrei fatto la sua ricetta; solo che già il mio Roscón de Reyes era già bello che fatto con una ricetta presa anni fa e conservata nel mio archivio “To do”. Ieri ho sfornato la Galette des Rois e oggi questo delizioso ciambellotto che è in realtà, come sostiene giustamente anche Veru, un pane dolce a tutti gli effetti. Veru consiglia di inzupparlo in una cioccolata calda e non le si può dare assolutamente torto (a prescindere proprio) perché in effetti mamma e le persone che in casa l’hanno assaggiato mi hanno detto “Simile alla brioche della granita” (te lo traduco in “non troppo saporita”), “Non eccessivamente zuccherato. Lo condirei con qualche crema” e “Fosse per me metterei due chili di crema al cioccolato sopra”. Quello che colpisce del Roscón de Reyes è senza ombra di dubbio l’aspetto altezzoso e maestoso. Quando lo vedevo salire su oltre il vetro del forno non credevo ai miei occhi. Sono onesta, non l’ho fatto lievitare per sei ore ma per un po’ di tempo nel forno con la funzione lievitazione che non mi delude mai. Poi una volta versato l’impasto nella teglia e messo i canditi l’ho fatto lievitare ancora, sì. Prima di infornare.
Re per un giorno
Ancora una volta la Signora Befana su cui ticchettavo ieri -conosciuta prettamente in Italia- viene surclassata dalla figura dei tre Magi. Posso dire che più mi documento e più appoggio questa teoria interrogandomi sul perché la figura -proprio in Italia eh- della Befana abbia surclassato quella dei Re Magi. Non tanto per il fatto che la Befana sia indubbiamente collegata al culto pagano (c’è qualcosa del Cattolicesimo che non lo sia?) piuttosto per il fatto che solo in Italia non ci sia questo forte legame con la figura dei Magi. Il mistero si infittisce.
I bambini spagnoli ricevono i regali il 6 gennaio (tradizione, come dicevo ieri, molto diffusa anche sessant’anni fa qui nel Sud Italia. Non so nel resto d’Italia onestamente ma qualora lo sapessi ti prego lasciami una tua testimonianza perché mi farebbe davvero molto piacere). Se sono stati buoni infatti dopo aver scritto la lettera ai Re Magi potranno ricevere in dono le richieste fatte, altrimenti avranno solo carbone. Questa tradizione del carbone è parallela alla nostra italiana. Il Roscón oltre a essere conosciuto in tutte le parti del globo è davvero un’istituzione ed è in assoluto il dolce più conosciuto delle festività natalizie spagnole, tanto che potremmo paragonarlo al nostro panettone e dico pure pandoro perché il mio animo sente ancora di appartenergli, sia chiaro (linciatemi ma morirò per una causa giusta!).
Il mistero dei Magi
Prima che mi addentrassi nelle mie ricerche avevo molte certezze. Melchiorre, Baldassarre e Gasparre portavano oro, incenso e mirra e avevano anche dei deliziosi cammelli. Il dubbio poteva solo essere se fossero dromedari, a dirla tutta. Poi una mattina mi sveglio con l’intenzione di saperne di più sulla Befana e sui dolci tipici e vien fuori un punto interrogativo talmente gigante da non poterlo neanche disegnare su una galassia disponibile. Intendiamoci, per me questi personaggi rimangono il Fantasy più memorabile e meraviglioso che sia mai stato scritto. Sono affezionata ai personaggi manco stessimo parlando di Falcor o Atreiu e proprio per questo ogni volta che vengo a conoscenza di retroscena, spoiler (che dopo 2017 anni è difficile farli ma potenza appunto del Fantasy più memorabile) e colpi di scena rimango a dir poco stordita. Pare che non fossero tre ma semplicemente “più di uno”. E pare pure che potessero essere ben dodici. Anche qui il numero dodici la fa da padrone. Arrivano dodici giorni dopo Natale, infatti. Vengo a sapere che erano dei veri e propri sacerdoti (e io che pensavo fossero dei “semplici Re”) e che quindi i Magi sarebbero arrivati presso la mangiatoia di Betlemme con piena coscienza dell’importanza religiosa e cosmica della nascita del Cristo. Insomma c’è tanto da studiare. Una sceneggiatura definitiva non ho mai creduto che ci fosse, ma addirittura questi colpi di scena continui! Solo il Fantasy più memorabile e meraviglioso che sia stato mai scritto ne è in grado. C’è poco da fare.
La Ricetta del Roscón de Reyes
Ingredienti per 8 persone circa
- 600 grammi di farina 00
- un pizzico di sale
- 110 grammi di burro a temperatura ambiente morbido
- 150 grammi di zucchero
- 2 uova medio grandi
- la scorza di un’arancia
- un cucchiaio abbondante di scorza di cedro (o limone)
- 15 grammi di lievito di birra fresco (non ce l’avevo e ho messo quello disidratato. Intorno a 7 grammi circa)
- 220 grammi di latte intero tiepido
Per decorare poi serve lo zucchero a velo, un tuorlo, frutta candita a piacere e anche un pochino di panna fresca non montata.
Prendi un po’ di latte intiepidito e mettici dentro il panetto di lievito e lascialo sciogliere. Monta le uova con lo zucchero. Con un robot da cucina o con lo sbattitore elettrico. Non dovessi averli usa olio di gomito e via senza paura. Quando hai ottenuto il classico composto spumoso lavora con la foglia della planetaria tutti gli ingredienti tranne il burro, quindi il composto spumoso insieme al lievito, la farina, il sale e le scorze. Qualora usassi come me il lievito secco mettilo nella farina e salta i passaggi precedenti. Lavora molto questo impasto con la foglia. Una volta che tutti gli ingredienti si sono amalgamati per bene leva la foglia e metti il gancio. A questo punto unisci il burro a pomata e lavora. Lentamente e tanto. Più lavori il composto (anche più di dieci minuti per capirci) meglio è. Una volta ottenuto un composto liscio con tutta la calma del caso, togli dalla planetaria e mettilo al calduccio a lievitare. Io, come ti ho anticipato, non l’ho lasciato lievitare sei ore ma ho proceduto nel seguente modo: l’ho messo immediatamente nel forno con la funzione lievitazione e quando è raddoppiato di volume l’ho lavorato nuovamente con le mani un pochino e l’ho lasciato a lievitare coperto per un’ora. Se non hai la funzione lievitazione nel forno lascialo così dalle 4 alle 6 ore, ma calcola che dipende sempre da che temperatura hai in casa. Quando lo vedi raddoppiato di volume -per intenderci- il gioco è fatto. Trascorso il tempo di lievitazione, con le dita fai un foro al centro per creare la ciambella e mettila su carta da forno. Come da copione sbatti uova e panna (aggiungi anche dello zucchero -poco- se vuoi fare la crosticina e spennella la superficie prima di mettere la frutta candita che hai scelto. A questo punto ho lasciato lievitare ancora per un’ora. Il composto crescerà ulteriormente. Non avere paura di lasciarlo riposare ancora e ancora perché è proprio questo il segreto per un sofficissimo Roscón. Non crederai ai tuoi occhi. A 180 per 35/40 minuti massimo e sforna. Una volta sfornato se vuoi metti lo zucchero a velo. Ma quando è ancora tutto caldo così si andrà ad aggiungere alla deliziosa crosticina già formatasi.