Amo questo libro da un anno, credo dalla sua uscita ma non vorrei avventurarmi troppo in dettagli perché ultimamente faccio fatica a ricordare anche solo un nome, che è della Nomos Edizioni. Il prezzo è 19.90 ma ne vale molti di più. L’autrice Erin Gleeson promette ricette vegetariane semplici dalla sua casa nel bosco e già solo la premessa non potrebbe essere più bella. Ti dico subito che se cerchi qualche ricettario vegano questo va benissimo lo stesso perché le modifiche sono semplici a dir poco. Si divide in Sommario, Stuzzichini, Cocktail, Insalate, Piatti vegetariani, Dolci, Ringraziamenti e Indice in 236 pagine molto colorate, frizzanti e pregne di personalità straripante. Mi sono innamorata prima di Erin e poi del libro. Non accade praticamente mai, per quanto mi riguarda.
“Sono cresciuta in un meleto nella contea di Sonoma, in California, durante gli anni ottanta. Accanto a noi c’erano una piccola comune e alcuni allevatori di capre. Non avevamo la TV, eravamo vegetariani e avevamo un orto grandissimo. Il clima in California è mite, così io e mio fratello passavamo quasi tutto il nostro tempo all’aperto e cucinavamo spesso tutti insieme”.
Ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti a Bologna e deciso proprio qui nella nostra terra di diventare una fotografa professionista. Ha lavorato con grandi risultati a New York e poi le si è aperta la porta del mondo newyorkese del food, fotografando piatti per varie pubblicazioni avendo la possibilità di lavorare con alcuni degli chef più famosi al mondo. Per una serie di circostanze, che non ti svelo perché è una vita avvincente che merita di essere letta e scoperta senza spoiler, si trasferisce nuovamente in California. La conquista la luce di uno chalet, il bagliore dorato caldo e diffuso e l’oceano a poche miglia con banchi di nebbia che si srotolano sulle sequoie. Qui ama ricevere i suoi amici e apre un blog di successo. Comincia a non porsi più limiti e tira fuori gli acquerelli, passione precedentemente messa da parte.
Il risultato è sorprendente: un libro fuori da ogni schema. Sembrano quasi delle schede e tra acquarelli, cibo vero e grafica studiata si ha per le mani un incredibile volume di cui francamente adesso non potrei più fare a meno. Grazie a lei ad esempio ho scoperto l’abbinamento mela-uvetta-cipolla. Tutto in forno. Mela e cipolla d’accordo c’ero già, ma l’uvetta è stato un semplice colpo di genio. Non c’è persona che non si innamori di questo piatto semplice (l’ho messo anche in una videoricetta ma ricordare dove sarebbe chiedermi troppo). Mi piace Erin, con il suo sorriso spontaneo e le gambe accavallate. Con il suo stile che le consente di indossare un paio di occhiali che ricordano i miei di Marc Jacobs qualche anno fa. Quelli bianchi e neri. Mi piace pure il suo divano con le arance, a me che non perdono nessuna fantasia. Mi piace il fatto che indossi delle ballerine leopardate in un bosco con naturalezza. Come fossero scarpe da trekking. Perché mi sento molto vicina a lei, ecco. E questo non mi accade mai. Erin è stata un colpo di fulmine perché senza girarci tanto intorno per la prima volta mi sono rivista in qualcun altro. Non mi accade davvero mai, ripeto.
Gli Stuzzichini
Uova piccanti con Guacamole, Torta di asparagi, Asparagi con nastri di sfoglia, Tortino di brie, Panini all’aglio, Crostini con capperi e burrata, Fichi freschi con miele e peperoncino, Bocconcini di albicocca con formaggio fresco di capra e mirtilli rossi, Salsa di fragole con cipolla rossa e lime, Ravanelli al burro e la focaccia a pois (che adoro!) con gli acini di uva cosparsi di sale grosso sono solo alcune delle tantissime proposte semplici ma deliziose che Erin ci trascrive.
I cocktail
Spritz al cetriolo, Michelada ai pomodorini, Bloody Mimosa, Negroni alle more, Vodka fizz al mirtillo, Mojito al basilico, Sangria agli agrumi e altro sono un capitolo che io da brava e fissata NO ALCOOL MAI non ho neanche guardato ma le foto -quelle sì- sono davvero belle e non le solite foto noiose da cocktail, ecco. Fosse solo per guardare i barattoli pieni di personalità, i vassoi antichi e ammodernati e i tavolini da campeggio che mi piacciono tanto.
Insalate
Insalate di fragole e cetrioli, pomodori e pesca noce, caprese di zucca, patate e fagiolini, cavolo e arancia, insalata di lenticchie e di melanzane e di ravanello e anguria, insalata rossa con il ravanello e le ciliegie (buonissima!), condimenti alla soia e sesamo e pure agli agrumi, all’erba cipollina e pure le vinaigrette da abbinare. Sono tantissime e gli abbinamenti non scontati ma insoliti. Quella di cavolo e arancia per esempio è davvero indimenticabile. Si tagliano le carote,le arance, i ravanelli e pure le foglie di cavolo rosso e poi si serve tutto con olio e aceto. Che se è di mirtillo -parere mio- è ancora meglio. L’insalata di melanzane è qualcosa di sublime. Melanzane al forno con mozzarella e pomodori ma te la svelerò in qualche videoricetta molto presta. Ricorda la mia Catania in California e la cosa mi fa sorridere parecchio.
Piatti vegetariani
Arrivati ai piatti vegetariani pensi che adesso ti deluderà perché ti sei entusiasmato troppo prima, ma non è così. Un crescendo di stupore. Gnocchi con verdure saltate, millefoglie di barbabietole e agrumi, cavolfiore alla cannella, avocado all’occhio di bue, frittelle di patate dolci, “bistecca” di cavolfiore gratinata, broccoli croccanti al gorgonzola e tantissimo altro.
Mi ha stregato tutto di questo libro e fino alla fine con il tricolore di melone, le fragole allo zucchero e una semplice sfoglia di mele è riuscito a tenere altissimo il mio livello di stupore e meraviglia. Non parliamo poi delle polpette al cocco e burro di arachidi (ne ho parlato in un vlog) che sono buone da impazzire.
Non mi ha annoiato neanche una pagina. Per non parlare delle foto, quasi spontanee e poco costruite. Con una luce non troppo invadente ma sapientemente bilanciata. Mi piace vedere il frappè di avocado messo per terra in mezzo al bosco e non su una tavola o la solita tovaglia. Mi ha fatto venire voglia di avere una casa nel bosco. Mi ha acceso la scintilla dell’orto che sì era arrivata anni fa ma che non avevo mai volutamente ascoltare. Mi ha ricordato che lasciare e rifugiarsi non significa scappare ma ritrovarsi. Francamente devo molto a Erin. Che sa parlare di cibo con garbo, lo sa fotografare e cosa non meno importante lo sa raccontare senza riempirsi la bocca. Senza darsi titoli accademici. Sembra la vicina di casa bizzarra che ti apre con le ciabatte pitonate sapientemente abbinate a uno chanel vintage e non pensi mai che sia strana, pazza o sciroccata ma semplicemente:
bellissima.
Come il suo libro e le cose che fa, dice, fotografa e racconta.