Ricette Vegetariane e Vegane

Un cous cous tutto verde profumato e un segreto

Avevo già svelato un segreto (pazzesco!) nell’ultima caldissima (e insopportabile) estate per ottenere un cous cous profumato buono da urlo; mi ritrovo qui a mostrarne un altro di ridicola preparazione ma non riesco a smettere. Da quando mi hanno detto “Iaia ma sai che fai il cous cous bene?” mi gioco questo jolly, visto che non sono ferratissima con la pasta. Allora vai di cous cous, riso, farro e quinoa; che non è per fare sempre la salutista -che giuro non sono- ma proprio perché non so preparare la pasta. Splendido, no?

Adesso ho un metodo tutto mio con il cous cous e sono sicura che se quelle adorabili signore dell’Hafa Cafè di Torino mi vedessero, dopo avermi svelato le meraviglie e i segreti, mi lancerebbero come minimo ciotoline e couscoussiere in testa. E farebbero bene, sottotitolo.

Mi sono convinta di aver inventato questo metodo e se quindi esiste vi prego tutti di non infrangere un sogno, ma di annuire e complimentarvi con me. E poi prendermi in giro in separata sede, grazie. Il perché io lo faccia è presto detto: una volta ho sbagliato perché parlavo al telefono di lavoro ma il risultato è stato buono e da allora mi sono convinta che il cous cous si prepara così.

Il segreto di iaia

In una ciotolina metto il cous cous e poi lo bagno con l’olio. Colpo di scena! Non metto più l’olio nell’acqua come facevo prima e come consigliano di fare ma direttamente nel cous cous. Metto l’olio e lo bagno un pochino e le spezie. Giro per bene e faccio il movimento della sgranatura come se fosse cotto. Questo per far sì che i chicchi si inumidiscano e le spezie impregnino i granelli. Poi metto il bollitore in azione e vado a occhio. Nel senso che non peso più il cous cous come facevo prima scrupolosamente ma metto acqua fino a coprire senza esagerare. Deve coprire il cous cous ma senza esagerare. A quel punto lo abbandono lì senza curarmene fin quando lui si fa spazio tra l’acqua. Non gli do più proprio la confidenza di guardarlo altrimenti lo metto sotto stress e poi fa pasticci perché si emoziona. Una volta che i granelli hanno assorbito tutta l’acqua giro per bene e aspetto che si raffreddi. Poi con le mani ben pulite, manco a dirlo, lo sgrano per bene e tutte le pallottoline che si sono formate le faccio scomparire. Fatto questo ho la mia base speziata e profumata e poi la condisco come mi piace di più, dopo averla aggiustata di sale oppure per un delizioso dolcetto perché anche il cous cous dolce mi piace da impazzire.

In questo occasione ho messo: zucchine al vapore che avevo fatto cuocere con la radice di zenzero, fagiolini lessi tagliati a pezzetti piccoli, piselli conditi con pochissimo wasabi, spinaci freschi sbollentati tagliati a pezzettini piccolissimi e anche un pochino di sedano. Ci sarebbe stato come componente verde anche un bell’avocado ma il Nippotorinese è stanco che io metta avocado ovunque e allora ho desistito.

Il consiglio (non richiesto) del Torinese

Il sedano non metterlo (parola del Nippo. Rovina tutto. Ci fidiamo?).

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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