Ricette Vegetariane e Vegane

Un centro tavola magico per Natale

Un centrotavola molto speciale e unico, questo. Un regalo del mio zietto Peppe –ricordi Laura?– che è il più giovane dei tre fratelli di mamma; tra l’altro Peppe è uno zio giovanissimo perché ha in pratica solo un decennio in più di me. Credo sia diventato per la prima volta zio quando aveva cinque anni. Peppe è altissimo, ha gli stessi occhi di mamma dolci e profondi, delle guanciotte dove ti vorresti tuffare e dei capelli lisci e dritti tutti in avanti che sembra quasi un Playmobil. Ha una risata talmente dolce che ti viene voglia di abbracciarlo e di colpo uno sguardo furbetto tipo quello dei bimbi quando combinano marachelle. Molto taciturno e tenero, in realtà. Hai presente i giganti buoni? Ecco: lo zio Peppe.

Mi sono commossa a dir poco alla vista di questo bellissimo centrotavola. In realtà è un susseguirsi di forti emozioni visto che mi ha realizzato anche un lampadario di sconvolgente bellezza ma. Ma niente spoiler e per adesso focalizziamo il centro tavola. Il legno è un faggio che quest’estate Peppe ha ben pensato di caricarsi in macchina dopo essere stato dai nostri cugini in Calabria. Ora se mi leggi sai che la mia mamma è calabrese -della Sila per l’esattezza- e che quindi gran parte della nostra famiglia vive in una sorta di luogo magico immerso nei boschi. Il faggio viene proprio da lì. Il resto è stato sapientemente assemblato dalle mani di Peppe che con cura ha creato non solo il centrotavola più bello che potessi desiderare ma un vero e proprio calendario dell’avvento. Dire che sarà il protagonista indiscusso delle mie tavole è superfluo.

Da una vita mi sento dire “eh. Ma tu hai tutto” quando si va in confusione per farmi un regalo. Onestamente è vero che materialmente ho molto e troppo, ma se c’è una cosa che mi lascia sempre senza parole e di cui non ho mai abbastanza -perché non si compra- è il pensiero. A me stupisce sempre quello. Quel nodo alla gola e quella sensazione di formicolio allo stomaco mi viene solo alla vista di qualcosa di unico e soprattutto pensato. Costruito e che parla di me. Significa essere stati ascoltati, capiti e per questo motivo amati. Peppe sapeva che già da un po’ sono in fissa con i sottopiatti di legno, che amo particolarmente il legno naturale e che in questa spasmodica ricerca vittoriana per quello che sarà il mio nuovo ufficio ho cominciato ad apprezzare altri materiali. Le pietre grezze e quel sapore antico. Il legno e la verità. La verità di una piccola muffetta e crepa. Per questo motivo non ha trattato il faggio e ha semplicemente decorato con elementi semplici dai dettagli bianchi e oro, che saranno i colori protagonisti -come spesso accade- del mio Natale.

Nonostante questi centritavola siano stati visti nel corso dell’anno hanno un’unicità innegabile: il cuore di chi li prepara. Sono tutti diversi e raccontano storie di famiglie, luoghi e anime. I colori stessi narrano fiabe sussurrate, desideri e sacrifici.

Come realizzarlo?

Occorrente:

  • un pezzo di legno di qualsiasi forma e tipologia tu voglia
  • candele
  • pigne
  • colore spray
  • pezzetti di legno (ma penso anche delle stecche di cannella sarebbero perfette)
  • fiori finti o decori che si preferiscono
  • colla a caldo

Incolla sopra il pezzo di legno che hai scelto -deciderai tu se trattarlo o meno- le quattro candele o quante ne vuoi mettere con la colla al caldo e procedi così con tutti i pezzi protagonisti del tuo centrotavola. Largo sfogo alla fantasia. Arricchiscilo come e quanto ti piace. Scegli se dare una spruzzatina di neve alle pigne e al resto o no. Fai lo stesso con i fiori. Non fermarti e personalizza come meglio credi adoperando materiali che magari ricordano proprio chi lo riceverà. E se lo stai facendo per te stesso, che è sempre un pensiero da non sottovalutare, scrivila tu la storia. E soprattutto non smettere mai.

Di sognare, accendere, condividere e ispirare luce. Sempre e solo luce.

E ora io lo faccio anche qui. Affinché rimanga tra queste luci per sempre: grazie zio Peppe!

 

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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