Ricette Vegetariane e Vegane

I minnuzzi ri sant’Àjita

Pan di spagna, ricotta di pecora, cioccolato e canditi. Le cassatelle. Le Minne. Minnuzze. I minnuzzi ri sant’Àjita o ri Virgini. I seni di Sant’Agata. Il martirio subito con la feroce amputazione delle mammelle da Sant’Agata. Un omaggio di luce e dolcezza da un’angosciante e infernale momento di buio. 

La città è ormai in festa. In ogni pasticceria primeggiano -nonostante tu possa trovarle tutto l’anno- insieme alle olivette di pasta di mandorla; te ne ho già parlato tanti anni fa lasciandoti una ricetta ma vorrei parlarne in maniera approfondita domani. Dolcissime e leziose, le minnuzze; come gli sfarzosi e incredibili dolci della tradizione siciliana. Con il giusto equilibrio però, senza abusare e nauseare soprattutto. Pastose e incredibilmente deliziose. Le cassatelle sono le protagoniste indiscusse di questi giorni. Nella loro semplicità visiva nascondono strati di particolare abilità.

Sant’Agata, santa protettrice della città di Catania, compare nel Martirologio dai tempi antichissimi. Una donna dalla fede incrollabile che subì inaudite violenze e per questo diventata simbolo. Le furono estirpati i seni e fu sottoposta al massacro con i carboni ardenti, così ancora oggi il suo ricordo racconta la forza e il coraggio delle donne. I Catanesi la amano e venerano e ogni 5 Febbraio si riversano per le strade portandola in trionfo tra devoti e miscredenti. Sant’Agata è tra le feste più antiche e suggestive e ogni anno moltissimi turisti vi assistono. Da Catanese mi vergogno a dire che non ho mai avuto occasione di vedere da vicino questa manifestazione d’amore e devozione; il perché è presto detto: da claustrofobica (leggermente agorafobica) sarebbe un massacro anche solo pensare di poter fare trenta centimetri senza cadere per terra in preda al panico. Non ti nascondo però che sogno di andarci. Devo solo trovare una piccola mongolfiera con cui poter seguire il fercolo e gustarmi un percorso ricco di tradizione, leggenda e storia.  Minna in catanese significa seno. Sì, i catanesi orgogliosamente mostrano le minne di Sant’Agata tutto l’anno in onore della loro protettrice e nel ricordo costante e devoto. Piccole cassatelle interamente ricoperte di glassa che odorano di limone, hanno scaglie di buonissimo cioccolato fondente e si sposano benissimo con un tè nero bollente o un caffè.

 

La Ricetta

A differenza della cassata tradizionale invece che il pan di spagna come base c’è la frolla ma esistono diverse versioni. Oggi ti lascio quella con la frolla.

Per la pasta frolla: 300 grammi di farina, 130 grammi di burro a temperatura ambiente, 130 grammi di zucchero bianco semolato, 1 uovo e 2 tuorli di media grandezza, un pizzico di sale e vaniglia pura.

Per il ripieno: 550 grammi di ricotta di pecora, 60 grammi di canditi (facoltativi perché non in tutte le cassatelle ci sono). 100 grammi di scaglie di cioccolato fondente di ottima qualità e 100 grammi di zucchero a velo

Per la glassa: 400 grammi di zucchero a velo, 2 cucchiai di succo di limone, 2 albumi (altrimenti fai con acqua quanto ne occorre), le ciliegie candite per decorare.

Impasta la frolla. Meglio se frulli in un mixer il burro freddo con la farina e poi lavori in spianatoia aggiungendo i tuorli (tieni da parte gli albumi per la glassa) e lo zucchero. Non lavorare troppo come si fa con la frolla, già sai. Avvolgi in pellicola e tieni in frigo almeno 40 minuti. Nel frattempo prepara il ripieno. Setaccia la ricotta con un colino a trame fitte (se lo fai la sera prima ancora meglio) e montala con lo zucchero a velo fino a ottenere una nuvola setosa e morbidissima. Puoi fare tutto anche senza montare e solo lavorando tutti gli ingredienti ma in questo modo il ripieno apparirà più leggero e morbido. Dopo aver lavorato zucchero e ricotta aggiungi il cioccolato e i canditi. Puoi scegliere anche solo le arance candite perché in connubio con il fondente diventano un idillio.

Tira fuori la sfoglia dal frigo e stendila infarinando il piano e il matterello. Fodera degli stampi tondi piccoli leggermente unti e riempi con il ripieno. Chiudi poi con un piccolo cerchio che farà da tappo e diventerà l’involucro perfetto. Cuoci a forno già caldo 190 per 20-25 minuti finché dorato. Lascia raffreddare su una griglia e nel frattempo prepara la glassa.

La glassa la preparo sempre con lo sbattitore elettrico o la planetaria. Il segreto è sempre quello: fare montare gli albumi a nel fermissima e poi aggiungere lo zucchero a velo e il succo di limone. Una volta ottenuta la glassa ricopri bene le minne (mi raccomando devono essere freddissime) e via. Ciliegina sopra e la minuzza è pronta.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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