Di maratone e liste con film imperdibili ne ho stilate diverse in questi anni; e Sto cercando di recuperarle al fine di farci un mega post unico così è tutto più facile da cercare, trovare e conservare. Una maratona, sempre molto apprezzata, puoi trovarla cliccando qui.
Sono quei film imperdibili capaci di trasportarti in luoghi magici e drammaticamente dimenticati. Soprattutto dal cuore. Quando cominci a guardarli, cinicamente, ti infastidiscono pure. Sai già che tutto andrà bene, alla fine. Che ci sarà quel lieto fine, che noi grandi, sappiamo già con altissime probabilità non avverrebbe nella realtà . Riusciti a superare questo scoglio/macigno però, accade. Accade la magia. E vieni teletrasportato in un luogo sicuro, pieno di luce. Fino a qualche anno fa, e precisamente dopo la morte di mio padre, non riuscivo a reggere neanche sei minuti. Film natalizi? Banditi! Miracolo sulla trentaquattresima strada? Ma neanche sotto tortura! Jack Frost? Non ne parliamo neanche.
Infastidita premevo stop. Neanche pausa. Proprio stop. E passavo all’horror; che sì è una mia grande passione da sempre e nulla c’entra con l’accaduto e lo stato d’animo ma sicuramente è un genere meno impegnativo che non ti coinvolge emotivamente. Perlomeno, lo fa in un altro modo.  Tocca -secondo studi scientifici inerenti ai film horror/thriller- delle emotività completamente diverse e chi ama questo tipo di visione è generalmente alla ricerca di adrenalina e costante bisogno di rapportarsi con la paura. Se tanto mi dà tanto ho avuto dei problemi a rapportarmi con il sogno, allora.
Ed è proprio vero.
Stanca di tutte queste storie melense e impossibili. Stanca di renne volanti, elfi felici e bimbi che poi alla fine ce la fanno a ritrovare il papà morto nei loro cuori. Perché d’accordo ci sono riuscita anche io a non perderlo neanche un attimo ma. Ma non è la stessa cosa.
Quest’anno, complice una tristezza cosmica mi sono detta: devo riprovarci. “Devo proprio riprovarci e sgombrare un po’ il cuore da tutto questo cinismo”; cinismo che giustifichi molto spesso a tutela di te stesso/a. Ho cominciato da:
Un bambino chiamato Natale
All’inizio avevo proprio il voltastomaco. La solita storia del bambino abbandonato. La madre morta. Cielo, che strazio. Poi mi sono data una craniata metaforica e mi sono imposta di non pensare più a nulla. A NULLA. Ed ecco che mi ritrovo a piangere, sognare, volare e pure ridere commossa. Nikolas è un bambino che decide di partire per il profondo Nord in cerca del padre, sì ma più della mamma scomparsa e di se stesso. Uscito proprio quest’anno e quindi novità assoluta Un bambino chiamato Natale è sublime. C’è anche la mia adorata Maggie Smith. Alla fine ti ritrovi con uno sguardo ebete e sognante e la voglia che non finisca mai. Nonostante gli effetti speciali e tutto ha quel sapore di film vecchio. Ed è sicuramente uno di quei film con la quale invecchieranno tanti bambini e/o ci ritorneranno proprio come me. Se due anni fa Chrimast Chronicles mi ha rapito e conquistato e non credevo fosse possibile innamorarmi ancora così, beh. Smentita! Un bambino chiamato Natale è imperdibile. Diretto da Gil Kenan basato sull’omonimo romanzo di Matt Haig, che adesso voglio leggere a tutti i costi. E pure, immediatamente.
Christmas Chronicles  – Qualcuno salvi il Natale
Ah beh. Ne ho parlato così tanto! Eppure non faccio fatica a esaltarmi ancora e ancora. Dopo Elf (e adesso un Bambino di nome Natale) nella triade assoluta. Siamo qui per questo del resto. Un Kurt Russel e una Goldie Hawn -sua moglie anche nella realtà e non solo come Mamma Natale- strepitoso! Anzi detta così: STRE-PI-TOOOO-SOOOO!!!! Uscito nel 2018 è entrato a far parte della storia dei film natalizi nel giro di pochi attimi. A ben guardare, perché è davvero favoloso. Si vede che non riesco a dire nient’altro che non sia strepitoso? Favoloso? Imperdibile? Mi sa proprio di sì. Il fatto è che in questo tripudio di banalità e di film romantici alla Rosamunde Pilcher travestiti da natale, trovare qualcosa che evocasse i vecchi classici è un’impresa ardua assai. Christmas Chronicles non delude e ti riporta in quell’atmosfera natalizia da vecchio libro. Da vecchio film. Personaggi divertenti e ironici che entrano a far parte immediatamente del tuo immaginario natalizio. Il secondo capitolo è un po’ gne, diciamo così (recensione ultraveloce: gne). Meno peggio di come temessi, ma forse in alcuni contesti leggermente forzato. Poi però arriva Kurt e Goldie, e che fai? Li adori in silenzio e le critiche vanno a farsi friggere.Â
Elf
Se mi conosci anche solo da un po’ sai che io vado letteralmente pazza per Elf. Amo Will Ferrell, nei panni dell’elfo umano Buddy. Vado fuori di testa per tutti i personaggi, la storia, la fotografia, la regia e pure i costumisti tutti. Le comparse? pure quelle!
Elf è IL FILM DI NATALE. Io senza Elf, non potrei sopravvivere. Non riaccende in me la fiammella natalizia. Mi incendia il cuore in un’unica enorme, stragigantesca fiammata pericolosissima. Mi viene voglia di indossare calze gialle e abiti verdi, per dire. Due tra i colori che mi disturbano e detesto più in assoluto. Elf è il film che tutti dovrebbero vedere (anche legati tipo terapia Ludovico, Arancia meccanica docet). Fa bene al cuore, allo spirito e all’anima. Con un bel po’ di spaghetti con tanto sciroppo d’acero, come ci insegna Buddy la giornata cambia in meglio.
Devo assolutamente prepararli questi spaghetti elfici in onore di Buddy. È deciso! Vuoi vedere che sono buoni davvero?