Ricette Vegetariane e Vegane

Misery non deve morire: Uova alla Wilkes

“Mai mangiato un polpettone così buono. Annie ma come fai?” 

“Il segreto è usare pomodori freschi. Non in scatola. E ci metto un po’ di prosciutto alla fine” 

“Ecco a te le famose uova alla Wilkes!” 

Misery non deve morire, oltre che letto in età adolescenziale perché firmato dall’uomo che ha ossessionato il mio tempo e vita Stephen King, rimane una visione immutata, perpetua e fissa. Non ricordo magari un film visto lo scorso anno (ma pure settimana scorsa) mentre di Misery scena per scena, battuta per battuta, spazio per spazio. E mentre alcune visioni scorrono lentamente – ma anche velocemente, dai- nel dimenticatoio ce ne sono altre che affiorano. E lo fanno mentre vivi la tua vita, fai le tue esperienze, ti crogioli tra i tuoi pensieri e ossessioni. Annie Wilkes nella sua folle solitudine ci ricorda che spesso chi crede di salvarci, ci uccide. Chi dice di amarci vuole semplicemente incatenarci. E, non in ultimo, che la fama ha un prezzo. Molto spesso un prezzo esagerato. Annie Vive la sua esistenza attraverso i racconti di Paul Sheldon, autore della fortunatissima serie di libri con protagonista Misery. 

E se Paul è legato inesorabilmente alle sue creature lo è anche il lettore. Se muore Misery del resto lo fanno anche i sogni. Il geniale racconto, sorprendentemente traslato in pellicola è una visione imperdibile (per non parlare della lettura). Rob Reiner alla regia rende giustizia a quella suspence che tra le pagine ti divora. È un crescendo mai interrotto di situazioni soffocanti e claustrofobiche che riescono a confezionare uno dei thriller di maggior successo della storia letteraria e cinematografica. Una Kathy Bates, che neanche a dirlo vince l’oscar.  Agghiacciante con uno sguardo indimenticabile che può tranquillamente irrompere ancora oggi negli incubi peggiori. James Caan, nel cuore di Paul Sheldon, e alter ego di Stephen King vive sulla sua pelle e dolore il rovescio della medaglia. Quello che può portare la notorietà e la condivisione di storie, pensieri e sogni. Di quello che può accadere quando influenzi, con il tuo immaginario, la vita degli altri. Perché a ogni grande potere corrisponde un’incognita potenzialmente oscura e pericolosa. E l’incognita in questa storia ha un’ascia in mano e un dolce porcellino da coccolare. In una disturbante dicotomia che ti farà raggelare. 

Annie si prende cura del suo Paul che rappresenta il sogno, la vita mai vissuta. La rivalsa su tutto e tutti. Il suo scrittore preferito e l’uomo dei sogni può essere finalmente essere accudito dalle sue amorevoli cure. Niente e nessuno può fermare il bisogno di amore di Annie. La voglia di amare o perlomeno quello che lei crede sia l’amore. Per questo prepara fantastici manicaretti per il suo Paul. Anche un magnifico polpettone grondante di prosciutto e formaggio che gli serve dopo aver indossato il suo vestito migliore. E ancora delle strepitose verdure senza contare tutte le colazioni golose comprese le famosissime uova alla Wilkes. Perché Annie le uova, ci tiene a precisarlo, le fa davvero benissimo. E come si potrebbe mai dar torto a Annie? 

COME SI PREPARANO LE UOVA ALLA ANNIE WILKES? 

 

Oggi le ho fatte nella friggitrice ad aria. Spero che Annie non veda mai questo post perché potrei finire come Paul, felicemente legata a letto. Speriamo solo che procuri anche a me una macchina da scrivere perché non potrei sopravvivere senza tacchettare, proprio come il suo amato Sheldon. Le faccio in friggitrice perché viene benissimo farle anche lì ma tu decidi come. L’importante é che ci siano i pezzetti di sedano e il pomodoro, proprio come piacciono ad Annie. Lei le accompagna con qualche fetta di pane tostato e della marmellata. E aggiunge pure da accompagnamento delle patate.  Annie finisce al diciassettesimo posto della classifica dei cattivi più cattivi del cinema a Hollywood secondo un’autorevole rivista americana diversi anni fa. Ed è incredibile pensare che sia solo al diciassettesimo perché si fa fatica a immaginare chi potrebbe essere al primo, no? Paul ama il polpettone di Annie, che prepara per la loro prima cena a lume di candela. Un appuntamento desiderato, voluto, sognato e mai creduto che potesse realizzarsi. E invece Annie è lì con il suo vestito migliore mentre sfodera, per quanto possibile, un’innaturale dolcezza preludio di una furia incontenibile. L’importante però è che i pomodori siano freschi. Non quelli in barattolo, ma freschi. Segniamocelo perché è importante qualora un giorno dovessimo avere a cena Annie. Credo che non la prenderebbe bene la storia del polpettone con i pomodori in scatola. 

 

UOVA STRAPAZZATE ALLA WILKES PER COLAZIONE

Prendi due uova fresche e sbattile dentro un recipiente. Aggiusta di sale. Taglia a cubetti del pomodoro fresco e anche un po’ di sedano. Taglia anche delle patate dopo averle lavate e sbucciate. Spremi qualche arancia.

Con pochissimo olio, o se preferisci burro, inumidisci una padella e a fuoco medio alto versa le uova e muovile con la forchetta fino a “strapazzarle”. Aggiungi i pezzetti di pomodoro e il sedano. A parte in abbondante olio extra vergine d’oliva fai friggere le patate e lasciale asciugare su carta assorbente. Usa un buon ketchup per condirle. Spalma un velo di burro sul pan carrè tostato e poi versa un po’ della marmellata che più ti piace. Sistema su un vassoio con tovagliolo, piattini, bicchieri, posate e fiore e porta tutto alla tua vittima segregata in camera costretta a letto per tuo volere.

🎬 “A CENA CON OSCAR”

è un progetto nato nel 2010 su questo blog che tratta di correlazioni cibo-film e in occasione della Notte degli Oscar, che avverrà il 12 Marzo quest’anno, ho deciso di riprenderlo in mano proponendolo in una nuova veste -anche grafica- sul profilo instagram; la stragrande maggioranza di pellicole scelte ha vinto degli oscar ma può capitare che alcune non siano state premiate ma che amo particolarmente. I vecchi articoli con ricette e correlazioni potrebbero non comparire più proprio perché ho approfittato per svecchiare un po’ il tutto rifacendo completamente da capo: post e foto.

Rimarranno comunque in archivio perché all’epoca non c’era questo uso smodato dei social e conservo i tantissimi commenti come doni preziosi.

🍿Su Instagram troverai ogni giorno:tre i contenuti inerenti a questo film e puoi visualizzarli guardando il feed (clicca su @iaiaguardo ) 

📽️ Un’illustrazione, una ricetta e una citazione. 

 

RICORDI

Il Post del 17-10-2013 non è al momento disponibile. Questa era la foto a corredo (che ricordi! Vedo il vecchio tavolo e sedie del terrazzo che non c’è più. Quello che le foto non dicono. Ricordo esattamente quel giorno e quel vassoio)

Il post di Febbraio 2012 sul Polpettone  alla Wilkes non è al momento disponibile.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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