Signor Ferrero non mi faccia causa, le voglio bene. Mi perdoni. Ecco delle versioni facili e veloci ma strepitosamente buone da provare. Si conserva facilmente in frigo ed è un ottimo idea regalo per Natale e non solo.
Ho scelto questo piatto perché è il risultato di una risata. L'altro giorno ho bollito i broccoli e poi li ho cosparsi di scorza grattugiata. Mi piace sempre tanto sentirmela scricchiolare tra i denti con tutto quel succo di limone e tanto sale rosa. Ho detto a mamma "mi passi il tofu?". Perché broccoli e tofu a volte mi piace.
La gente si riunisce intorno al tronco che brucia (una sorta di falò) "bruciando" i dolori dell'anno passato e aspettando il futuro. Il tronco guarnito da agrifogli, pigne ed edera forma poi una cenere che ognuno può portare con sé a mo' di portafortuna. Sono tante le leggende che avvolgono ancora una volta l'origine di questo incredibile dolce che spesso si presta a infinite variazioni.
La tradizione culinaria è strettamente correlata a Santa Lucia. Sono tante le leggende e i piatti ricchi di frumento cotto di buon auspicio e che vengono regalati ad amici e parenti. Zuppette di frumento strette cugine della Cuccia di Palermo e grani cotti che si rifanno a molte leggende.
Io non volevo andare in nessun posto alle 12.12 del 12.12 proprio ad essere sincera. Da due anni ormai questo giorno è riuscito a diventare l'emblema della mia improvvisa tristezza e nonostante io sia sempre quell'inguaribile ottimista che per le feste, le prime senza papà, invece di chiudersi al buio comincia a fare tre alberi
Ho pensato al Danubio al pistacchio perché sa di dolce e salato. Di pistacchio di Bronte, che capiremo solo noi. Di Sicilia. E di un viaggio a Napoli che ci avrebbe poi portate a Budapest. In quell'Ungheria che poco mi ha dato in termini di emozioni forse perché troppo viziata. Siamo salite su un battello io e Cetti. Una volta sul Danubio guardando cattedrali. Una volta in Germania guardando il passato e il futuro dopo aver lasciato un treno di ricordi d'epoca. Io e Ce per certi versi abbiamo davvero girato tutto il Mondo dell'Amicizia. Nessun luogo ci è sconosciuto e non attraversato. Abbiamo fatto tutti gli sbagli possibili e immaginabili che le amiche fanno. Tutti quelli che riuscite a immaginare, non ce ne è uno che ci sia sfuggito.
Non è pane ma neanche brioche. Non è una torta e non è una ciambella. Non è morbida nel senso spugnoso ma neanche troppo compatta. Non è dolce e neanche salata. Non è praticamente nulla di definito ed è per questo che il nome riassume tutto. E' Buona. Qualsiasi cosa sia è una meraviglia buona. Sinteticamente: Babka. E Babka in polacco significa: Nonna.
Il Christollen è conosciuto più con il nome Stollen ed è un dolce natalizio che si serve sin dai primi giorni di Dicembre per augurare Buone Feste e tanta Fortuna per la chiusura dell'anno.
Della Torta Moykeil, dei datteri, della via di Damasco, della Faccia di Gioconda e tutta la semplice magia che ci può stare dietro un'amicizia ho ticchettato qui. Una torta con pistacchi, mandorle, datteri e acqua di rose, che confesso essere ormai uno degli ingredienti più usati ultimamente. Ho abbandonato la vaniglia e l'onnipresente cannella (che metto pure nel caffè) per dar spazio a questa essenza che racconta la delicatezza, troppe volte surclassata da altro, del Mondo Arabo tutto. Questa torta non è affatto un dolce tipico siriano ma un'elaborazione che voglio dedicare e righe più sotto scoprirete il perché (fermo restando la dedica esplicita a Mohamed). Un mix tra Occidente e Oriente. Una via di mezzo. Una sorta di equilibrio. Senza farina raffinata bianca, con cioccolato e note tipiche del Medio Oriente. Un mix esplosivo per il palato. Non farò assolutamente finta di sapere qualcosa della cucina Siriana.
I dolci arabi tutti e in particolar modo i dolci del Marocco sono apprezzati ormai in tutte le parti del mondo. Diffusissimo il kaab el ghzal, ovvero le corna di gazzelle, che è un pasticcino ripieno di mandorle e ricoperto di zucchero, che ricorda per forma ed essenza le Cassatelle di Agira.
Questi biscotti mi ricordano i fiocchi di neve. Sono soffici, delicati e profumano di buono, sorrisi e tavole apparecchiate con intorno gli amori più cari. La tradizione greca per Natale sforna anche degli ottimi biscotti al pistacchio e al miele. Quelli al miele si chiamano Melomakarona, e per quanto mi riguarda sono già in forno. Hanno un gusto di noce e arancia e una leggera innaffiata di brandy. Si sente il chiodo di garofano ma il sapore è pastoso, dolce e per nulla pungente. C'è un pane biscottato con l'uva passa e pure dei deliziosi Biscotti ripieni alle Mele (Milopitakia). Girovagando poi per le strade della Grecia mi sono imbattuta nelle Tartellette dolci al formaggio di Sifnos. Ne parla anche Vefa e ho sorriso al fatto che ricordassero moltissimo anche le Pastel de Belém che abbiamo mangiato ieri in Portogallo. Solo più rustiche, veraci e forti di sapore. Una versione dolce salata insomma. Nella lunghissima lista di dolci Greci, e natalizi, ci sono anche dei biscotti al sapore di marzapane che ricordano tantissimo le cassatelle di Agira
L'azulejo, dall'arabo الزليج az-zulaiŷ "pietra lucidata", è il tipico ornamento dell'architettura portoghese e spagnola. Piastrelle di ceramica smaltata non molto spessa e decorata di rara bellezza. Generalmente hanno una forma quadrata che misura 12 cm per lato ma è pur vero che ci sono infinite differenti decorazioni.
Gli unici Cookies che troverai qui sono al Cioccolato e Tecnici e non di Profilazione. Utilizzo i cookie per essere sicura che tu possa avere la migliore esperienza sul mio sito. Spero che ti troverai bene qui insieme a me.OkPrivacy policy