Ricette Vegetariane e Vegane

“Velmicello mi hai plovocato! e io me te magno!”

Ecchebbbeluikend! Da troppo tempo non mi dedicavo al selvaggio  sperpero del patrimonio familiare per sentirmi una figlia degenere che meriterebbe il diseredamento immediato ( e devo dire che ultimamente ci do sotto anche con il patrimonio del Nippotorinese. Lo faccio per lui eh. Per fargli assaporare la parola “famiglia”, mica per altro); ho trascorso quindi il sabato e la domenica facendo razzia tra negozi di oggettistica e amenità. Ho una teglia in silicone per macaron che ho già provato e funziona meravigliosamente ma se si ha intenzione di fare meringhe sgonfie e rotte ( una schifezza apocalittica. Semmai la doveste vedere state lontani e gridate “vade retro!”. Dedicherò post apposito per mostrare le meravigliose schifezze macaronesche), servizi di piatti che non so dove collocare se non in libreria e una serie di oggetti talmente inutili da far inorridire chiunque,  ma che dovevano aggiungersi  alla vasta gamma del mio straripante archivio di idiozie. Fortuna che qui ci stiamo allargando con gli spazi altrimenti non sopravviveremo. Oh anche la famiglia dei nani da giardino cresce.

Tra tutte queste cosuccciiieee ho pure preso qualche sorpresina da spacciare tra bamboline e librotti durante i nostri pseudo giveaway. Pecchèiovipensosempre*disse con voce infantile battendo le ciglia.

E’ lunedì. Non sopravviverò. E’ tutto molto difficile. Ma celapossiamofarcela. Ricapitolando: le idiozie che non interessano a nessuno sulla mia vita privata? le ho scritte. Il mantra del lamento? l’ho scritto. Gli appunti in cucina? ah ecco. Lascio giusto due appunti in cucina in questa settimana cruciale sperando di sopravvivere; che sarebbe già una discreta conquista. 

E ahem. Su Facebook ieri mi è stato fatto notare che si sono raggiunte e oltrepassate  le diecimila persone. Mi costringo a non guardare il numero perché soffro di ansia da prestazione da una vita e su instagram già con i 50.000 mi verrà presto un infarto. E. Davvero senza parole ulteriori,  perché ho già cercato di trovarle ieri con scarsi risultati,  vorrei ringraziare te. Sì . Che stai leggendo e mi lusinghi investendo del tempo su di me. Ne sono profondamente lusingata. Grazie infinite. Che tu faccia parte di quei diecimila o no. Che io ti piaccia davvero o ti faccia profondamente antipatia, ugualmente ti arrivi il mio grazie. Perché dedicarmi del tempo, a prescindere dai motivi per cui si fa, è sempre una lusinga.

( oh ma se ti faccio antipatia però rivedila un attimino ‘sta cosa eh. Che non è mica tanto normale *segue linguaccia infantile con pernacchietta annessa* . O al massimo parliamone così risolviamo dopo una lotta nella ganache di cioccolato. Che nel fango fa cheap, santapizzetta)

Prima della full immersion prevista per il periodo Pasquale quella che ci aspetta adesso, sì sì questa settimana per intenderci, sono sette giorni di puro delirio taoista,  etnico, orientaleggiante e non solo. Giusto poi per restare bella calma e rilassata credo proprio che in alcuni giorni compariranno doppi articoli e doppie ricette. In realtà ho troppa roba in archivio, fotografando praticamente tutto e di più per diversi progetti, e devo cominciare seriamente a smaltire prima di far esplodere hard disk e tutto.

Fino a domenica 11 Marzo, questo è sicuro,  qui si sforneranno  piatti che a tutto appartengono tranne che alla tradizione Italiana. Chiedo umilmente perdono a quella che è la mia migliore amica perché so già che sta rantolando di dolore al grido di “noooooooo maledetta noooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!”

Per il periodo Pasquale ( Cri sarai orgogliosa di me! è tutto cioccccollllllatttttoooo!!!) ho deciso di dilettarmi in diverse preparazioni; considerando il fatto che non ci sono controindicazioni perché mai non dovrei? Il Nippotorinese più mangia e più sta bene e cosa da non sottovalutare: più ingerisce calorie e più la tartarughina addominale si accentua e scolpisce. Questo fa sì che io mi innervosisca ferocemente (dopo uno yogurt di soia  gonfio come una zampogna e prendo 500 grammi)  e possa essere più iperattiva che mai. Sì perché se sono sotto sforzo e con i nervi saltati riesco a diventare pericolosamente veloce. Ed a me occorre questo: essere iperveloce e cercare di fare ingrassare quel maledetto! Perché ? Perché se lui ingrassa io sembrerò più magra. Eh? E’ o non è una teoria meravigliosa, la mia?

Dal 19 Marzo, indicativamente, fino ad arrivare al 9 Aprile che corrisponde alla Pasquetta, ovvero al Lunedì dell’Angelo, qui ci saranno solo ed esclusivamente ricette dedicate alla Pasqua; che siano in chiave tradizionale o meno ma sopratutto in chiave di intolleranze. Ci saranno elaborazioni vegane, senza zucchero, senza latte senza dimenticare la fascia gluten free che voglio ampliare sempre di più.

Per quanto riguarda la sezione “meno tradizionale” beh. In fondo sono sempre quella scema che ha infilato lo scorso anno la pastiera napoletana nel bicchiere  (clicca qui per la ricetta) per fare la monoporzione ;  con profondo raccapriccio di tutti i miei amici partenopei.

Essendo inoltre davvero tantissime le ricette che ho intenzione di spadellare, provare e testare dubito come anticipavo che non ci siano più upload durante il giorno. Un vero e proprio tedioso massacro in una galoppante corsa contro il tempo e la clinica psichaitrica Per chi quindi fosse stanco di squesto incessante spadellio sappia che deve ricorrere ai ripari perché da parte mia non vi sarà nessuna tregua. Defollowatemi in massa e preservate i neuroni ordunque.

La settimana etnica si apre con un delizioso primo che molto spesso è presente nella mia tavola. Ve ne è chiaramente una versione vegetariana per me e un’altra con pesce per il saccente intellettuale; lo stesso che dopo avermi visto scattare  la foto si è messo a spulciare tra i vermicelli di soia lamentandosi del fatto che era stato messo troppo peperoncino. Uff, non capisce il duro sacrificio di non basarsi sulla quantità che occorre, ma su quanto risulterà grazioso agli occhi dell’obiettivo. Tra l’altro per dovere di cronaca urge informare che trattasi di peperoncini essiccati ma senza semini; altrimenti neanche il 115 avrebbe potuto fare qualcosa.

Amo i vermicelli di soia. Affonderei e rimarrei intrappolata tra le trame appiccicose. A me piace chiamarli tagliatelle di medusa e a volte, a dirla tutta, ho quasi paura di essere imbrogliata e che in realtà non sia della soia magistralmente elaborata ma una vera e propria ignara medusina tagliata finissimamente per essere acciuffata con le bacchette e  arrotolata. Non si dovrebbe fare eh. Arrotolare a mo’ di italiano il vermicello di soia è un po’ irrispettoso ma confesso che a me piace girarli intorno un po’ e ridere. Magari urlare “Velmicello mi hai plovocato! e io ti magno!”. Però ecco non credo di essere simpatica, giusto per rassicurare un po’ tutti. Credo quello che è poi un’assioma e roba lapalissiana:

Credo di essere cretina, sì.

I piselli e i gamberetti sono due must della cucina orientale e cinese e in moltissime preparazioni sono presenti nelle più disparate forme. A me non piace molto la verdura surgelata; per chiare ragioni poi essendo vegetariana con orientamento vegano figuriamoci se potessi addirittura virare verso il surgelato per perdere qualsivoglia forma di sostentamento, ma i piselli li mangio molto volentieri più nella versione surgelata che in quella fresca. Lasciando poi perdere il fatto che altrimenti si rischierebbe di mangiarli tre volte l’anno.

Per questo motivo tengo sempre quei nove chili di piselli in freezer che non bastano mai. I gamberetti invece perchè anche dal pescivendolo è difficilissimo trovarli freschi, a meno che non si tratti di gamberoni della qualità grigia (che qui in Trinacria si trovano molto spesso);  possono insomma essere adoperati anche surgelati. Magari acquistati da un surgelataio di fiducia (da oggi e per sempre rimarrà questo surgelataio – signore che vende i surgelati).

Di fronte al mio fruttivendolo io ho il mio surgelatoio di fiducia che continua a dirmi di comprare i muffin precotti e surgelati. Ma nonostante questo gli voglio bene ugualmente.

Mentre io mangiucchio felice i miei vermicelli di medusa con i piselli lessi, il Nippotorinese si ciba, portando la ciotolina alla bocca come nei classici orientali, di una versione con pesce e aromatizzata alle spezie. Generalmente faccio cuocere i gamberetti in acqua bollente e salata ma li spezio con abbondante zenzero. Se ho a disposizione la radice freschissima è chiaro che ne approfitto. In pratica si fanno scaldare per pochissimi minuti i vermicelli di soia. A parte si preparano i gamberetti che si aromatizzeranno con lo zenzero e la stessa cosa si fa con i piselli. Con un po’ di acqua di cottura (che potrebbe essere come tradizione orientale vuole un buon brodino di pesce precedentemente preparato) si uniscono i vermicelli, i piselli e i gamberi e se piace una nota piccante anche qualche peperoncino, prestando bene attenzione a non servire quello con i semi perchè santapizzetta si rischia di andare a fuoco.

Nella cucina taoista vi è proprio una ricetta similissima a questa solo che vi è anche la presenza del tofu fresco, quello leggermente più cremoso, da inserire a tocchetti quando tutto è bello pronto.

Molto spesso infine, completo questo primo con i semi di sesamo tostati. Nella cultura orientale difatti questi adorabili croccantini sesamosi oltre che essere gustosi servono proprio per chiudere come fossero coriandoli di felicità. E mi sa proprio che si vedranno spesso in diverse preparazioni.  

Chi non ha provato mai i vermicelli di soia potrebbe documentarsi con un video e spedirmelo? No perché davvero è un’esperienza oltre che carina, molto ma dico molto divertente.

Non mi resta che andare ad impazzire in cucina. Mi sono messa in testa che devo fare i macaron a pois e da ieri non faccio altro che sfornare disastri. Noncelapossofarcela.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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