Il Risotto con il Melone e Moscato. Per leggerla basta cliccare qui . Sono talmente sintetica che io stessa ho dei fortissimi problemi a riconoscermi. Potrei pure passare per una persona equilibrata ( e qui la regia non è che abbia fatto partire soltanto le risate registrate ma pure le pernacchie e il lancio di bottiglie e pomodori. Va detto che ho una regia efficiente. Non a caso  il Nano in questione ha frequentato la prestigiosa scuola Lynchiana. Ma forse sto divagando?). Parentesi brevissime a parte. Per dire che sì. C’è una nuova ricettina su Instafood ( è facile la vita. Perché complicarsela? Aridaje ho aperto un’altra parentesi. DEVOCHIUDERLADESSO). Ecco. Da giorni i muratori non smettono di spararefuococonunaggeggio sulla guaina per coprire un tetto. Nel senso che. Non so esattamente cosa stiano facendo e potrei certamente chiederlo a papà o a uno di questi poveri pazzi che periranno per mia mano ma preferisco sorridere loro. Lo faccio, sorridere intendo, perché dovrò avere una qual certa credibilità quando li attirerò nella cantina per offrir loro del vino e poi riprodurrò tale e quale quello che avviene in Hostel godendo come una pazza e facendomi servire cocktail dai nani da giardino.
Insomma c’è una guaina nera occhei? E la stanno mettendo su un tetto occhei? Poi arriva uno e passa un mega pistolone che emette calore manco fosse un accendino enorme e questa guaina si appiccica al tetto o insomma alla base.
Cosa voglio dire? Non lo so nemmeno io. Ma se proprio devo dire qualche sciocchezza dirò che da giorni, oltre a frantumarmi le castagne e i neuroni con questo rumore fastidioso, non faccio che pensare a un tetto ricoperto di Creme Brulèe. Nel senso che se lui ha questo aggeggio enorme per fare la crosticina sulla guaina potrebbe creare quella coperturabruciacchiosacaldissima tipica della creme Brulèe se io la spalmassi su tutta la superficie del tetto dove stanno lavorando.
Che sogno sarebbe un tetto interamente ricoperto di Creme Brulèe? Non penso ad altro e vorrei giustappunto proporglielo ma ho paura di inoltrarmi nel discorso Creme Brulèe. Abbiamo avuto già dei piccoli intoppi nel concetto muffin quando mi sono sentita dire “E perché li chiama mappin se sono delle brioscine?”.
E come dargli torto?
Questi portatovaglioli sono un gentile omaggio della mia pulcetta amorosa Giulia e vengono venerati in casa come reliquie religiose in appositi altarini. Conigliosi ed esteticamente perfetti nel loro minimalismo fanno gridare al miracolo del buon stile. E’ buona norma adoperare sempre un portatovaglioli e da quando l’ho capito la mia vita oltre ad essere cambiata è nettamente migliorata. Un po’ come quando scopri l’utilità del sottobicchiere e l’importanza di non inumidire a pois tutta la tavola o peggio ancora la tovaglia ricamata dalla nonna.
Trasformo in gelatina qualsiasi cosa e non smetterò mai di dire che nulla è più semplice, leggero, fresco, saporito ma soprattutto ipocalorico. Dopo una bella carrellata di piatti leggerissimi dove gli eufemismi e il sarcasmo sono il pane quotidiano, ci voleva proprio una robina colorata iper leggera ed eterea o no? Non so perché ma immagino una folta schiera fissare il monitor con sguardo vitreo urlare “No cretina!”. E come darvi torto?
Quando nei telefilm americani vedevo questi all’ospedale che estraevano felici dal biccherozzo di plastica quella cosa molle molle molle che danzava sul piatto come in preda a lsd, mi terrorizzavo letteralmente. Non solo stavi lì malato in un letto di ospedale ma dovevi pure mangiarti la gelatina? Una cattiveria che al confronto i signori di Hostel sembravano degli amici sui cui fare affidamento (ho visto Hostel 3 e mi ha entusiasmato la violenza. La voglia di sangue di questi giorni è preoccupante, me ne rendo conto, ma basterà immolare un muratore a caso questo pomeriggio e si placherà . Me ne restano pochi, dannazione).
Continuo a pensarla così. Troppo molle e dondolante proprio no, ma se è compatta giusto perché non si è stati tirchi di gelatina o agar agar, a me questa consistenza non solo piace ma mi fa andare direttamente in delirio. Non mangerò panna cotta per ovvie ragioni ma la mia gelatina di frutta non manca mai e se ha una forma cuoriciosa  dimentico pure questa paura improvvisa e spero passeggera per l’arancione. E’ già difficile fronteggiare il verde e l’antipatico giallo. Come per la gelatina alla papaya che avevo inserito in una delle tante settimane ipocaloriche che si sono susseguite qui, non è che ci sia molto da dire se non:
La Ricetta della Crema di mango
– riduci in crema la frutta lasciandola cuocere con pochissima acqua come se stessi preparando una marmellata
– fai ammollare la gelatina in fogli (altrimenti vai di agar agar) in acqua ghiacciata per almeno 12 minuti
– strizza la gelatina e versa nel composto che sta cuocendo
– zucchera a secondo dei tuoi gusti altrimenti non farlo
– versa nelle formine e quando si sono raffreddate un po’ infila in frigo e attendi che il miracolo avvenga. Generalmente accade già dopo un’oretta.
Arancione e coniglio. Roba che quando fotografavo mi sono data della stupida. Dovevo assolutamente farla di carote e non di mango. Mica so se ai conigli piace il mango e non posso neanche intervistarne uno perché grazie al cielo quel negozio orrendo proprio sotto casa che ne teneva quattro cinque chiusi in una gabbia si è trasferito. Che non gioco minimamente con il lavoro degli altri e mai ho augurato loro di chiudere ma trasferirsi ecco quello sì. E’ una punizione visiva che non merito. E’ già difficile fronteggiare il pullulare di questi negozi all’interno dei centri commerciali. Faccia di cuoio si impossessa di me e chi batte sul vetro per disturbare lo shitzu e dirgli “che sei carino” e poi andare a mangiare due polpette da McDonald ha tutto il mio disprezzo. E’ già difficile stare in una tomba di vetro alla mercè di tutti, vuoi pure chiedergli “che cosa stai facendo?” battendo sulla parete invisibile quando chiaramente “sto facendo finta di dormire per non vedere la tua brutta faccia libera” sarebbe l’unica risposta.
Per dire che insomma sono felice di vedere conigli di porcellana e vetro piuttosto che dietro un vetro, e che la prossima volta preparerò per loro una gelatina alla carota perché mi sa che è proprio una bella idea altrettanto facile e veloce.
Da oggi, giusto perché mi piace complicarmi la vita, in alcuni post comparirà l’alternativa giornaliera per riesumare post in archivio e coordinare tipologie, accostamenti o roba a caso (più l’ultima ipotesi a dirla tutta).Â
- La Gelatina alla Papaya – Clicca qui per la ricetta
- La Panna Cotta nell’Uovo di cioccolato – Clicca qui per la ricetta
- La Bavarese Yogurt e Fragola Ipocalorica – Clicca qui per la ricetta