Ricette Vegetariane e Vegane

Pappardelle al pistacchio

 

Eh sì (che è un bell’inizio come “Che siccome”) mi sa proprio che questa diventerà senza alcun tipo di organizzazione precedente l’ennesima Settimana della Pasta perché a quanto pare anche incosciamente quando organizzo l’archivio non riesco a non cadere negli schemi e allora.

Qui con il pistacchio si è fatto un po’ di tutto e di più, perché potrò pure sperimentare roba astrusa e orientaleggiante e fare pasta con ananas e scampi con kiwi, ma la mia natura sicula mi impedisce grazie al cielo di non vaneggiare circa gli elementi principi della mia terra.

E allora come si fa a non blaterare circa delle semplicissime pappardelle al pistacchio con tanto di pesto al pistacchio servite con pinoli tostati e pistacchi eccelsi di prima qualità provenienti da quel di Bronte? Si fa che non si fa e quindi si fa e insomma uff. Ci siamo capiti (no ma vabbè).

Su Instafood, la Rubrica di Ricette Facili Veloci e Fotografiche in formato Instagram che organizzo insieme alla mia Cri, avevo preparato dei semplicissimi rigatoni con il pesto di pistacchio (la ricetta si può trovare qui) e queste pappardelle non sono poi così dissimili.

Qui in Sicilia, soprattutto sotto il Vulcano Etna e nella parte del Catanese, non è poi così difficile trovare il Pesto di Pistacchio; a dirla tutta primeggia con furore rispetto alle altre versioni e quindi la massaia sicula non ha che da comprare e condire la pasta o quello che si è prefissa di preparare. Sta di fatto però che produrre del buon pesto di pistacchio non è poi cosa rara o difficile. Il sistema naturalmente è quello dell’elaborazione classica solo che l’elemento principe (rullo di tamburi. TADANNNNNNNNNN*stupore in sala) è per l’appunto il pistacchio.

Certo poi vi sarebbe il piccolo problema di reperire a questo punto del Buon Pistacchio non salato di ottima qualità di Bronte, ma uffaperòcosìnoncisiamo.

Perché se c’è una cosa che sta proprio sotto la voce “NON FARE NEANCHE SE GLI ALIENI ARRIVANO IN PATRIA” è quella di preparare il pesto di pistacchio con quelle cose munite di guscio salate all’inverosimile che fanno alzare la pressione a tremila che vengono vendute in sacchettini con la dicitura “pistacchio”. Ecco quello non è pistacchio occhei?
Il pistacchio in busta corrisponde all’arancino sul traghetto o alla granita siciliana a Tokyo. Se siete da Grom però fidatevi senza indugio. Perché quella sì è Granita siciliana (vorrei giusto lamentarmi un pochetto di quella alla mandorla. Avrei giusto qualche appunto ma non lo farò. Amo Grom a prescindere ed è una religione. Idolatro e venero).

Insomma siamo a Tokyo a mangiare granita siciliana da due torinesi e forse mi sono persa? ah no. Dicevo che il pesto di pistacchio va esclusivamente fatto con una determinata tipologia di pistacchio fresco e non trattato.

Basta frullarlo con abbondante olio e poi a quel punto decidere se introdurre il pinolo o no (no. io non lo introduco generalmente) e darci sotto con il parmigiano grattugiato che di certo darà sapore (per i puristi del pistacchio si può pure saltare il suddetto passaggio formaggioso).

La pappardella amalgamata al pesto di pistacchio e a questa pioggia di frutto secco tostato insieme al pinolo fresco diventerà un ottimo piatto che se sull’isola è un classico come la pastasciutta, nel resto dello stivale potrebbe diventare un’idea facile, sfiziosa ed etnica se vogliamo.

Voglia di Pistacchio ma non di pappardelle? Cliccando qui puoi leggere la ricetta velocissima del Fudge Cioccolato e Pistacchio di Nigella, mentre qui la stessa in versione fumetto.

Un secondo con il pistacchio? Hamburger in crosta e per la ricetta (non che ce ne sia bisogno in effetti) basta cliccare qui.
Una torta salata (ma anche una dolce al micro) sempre con il pistacchio? Clicca qui.

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY