Outing e deliri tra un fudge, un video make up tutorial e tragedie estive
Devo fare un outing. Ultimamente quando sono stanchissima ma proprio stanchissima mi piazzo davanti a Youtube e seguo i tutorial di make up. Io che non so neanche cosa sia esattamente un eye liner e generalmente lo uso per fare il riempimento di alcuni miei disegni e che a stento so passare un rossetto sulle labbra e che sino a tre giorni fa non sapevo cosa fosse la palpebra mobile sìinsommaproprioio guardo i tutorial di make up (un periodo sintattico meraviglioso questo, nevvero?). Ne avevo già sproloquiato a sufficienza su Vanity Fair e chi se lo fosse (fortunatamente) perso non ha che da cliccare qui.
E niente insomma è passato un po’ di tempo e. E non riesco a rinunciare. Non capisco assolutamente nulla ma ne sono affascinata; non mi chiedo perché in questi video tutorial ci siano video outfit e pure video su cosa è stato acquistato e video recensioni pure sul volpino del vicino e come mantenere il pelo bello lucido. Tutto. Quando dico videosututto. E tuttotutto (ma proprio tuttotuttotuttotuttotutto. Pure un quarto d’ora di videorecensione su un pettine di legno. Roba che ha dell’incredibile!). Non mi chiedo perché lo faccio. Lo faccio e basta. E’ il primo step della psicopatia conclamata? Ai Nani l’ardua sentenza. Mi rilassano. Mi riconciliano con il mondo. Non capisco neanche io bene cosa riescano a debellare, a parte i neuroni, ma una sorta di ricarica avviene. E dopo aver sentito top coat, glitter, shadow, infasil, kiko numero 342323 con sottotono 2390493424 riparto più pimpante di prima. Credo ormai di essere a conoscenza di tutte le guru del mondo e sono qui quest’oggi a fare outing pubblico per dire che sì. Anche tu. Sì proprio tu. Che non sai come debellare la noia e la stanchezza. Che non hai la forza di ripartire perché fa caldo, perché lui ti ha lasciato ed è scappato con il salumiere, perché lei aveva velleità artistiche e voleva fare la drag queen, perché un perché a caso: Io ho la soluzione.
Video tutorial make up su youtube è la soluzione. Fidati di me.
Giulia, Bestiabionda, non credeva a questa mia sfolgorante teoria ma si è chiaramente ricreduta durante il mini soggiorno giusto lo scorso week end. Ha capito che davvero un video tutorial make up nasconde in sé meraviglie e arcani di felicità.
Uniscitiammmènellasettadelvideotutorialmakeup.
Non è proprio un dolce estivo il fudge, diciamolo. Solo che sto facendo delle prove per delle foto blablafrizzielazzi e insomma ho provato questa versione con il burro d’arachidi. Ora io del burro d’arachidi ne so praticamente nulla se non che tutti gli americani come leggenda metropolitana prevede se ne cibano a più non posso. Durante le mie estenuanti ricerche attraverso le pellicole per abbinare piatti a Cinema e Cartoon, mi sono imbattuta in chilate di burro d’arachidi e pancake. Non vi è una visione dove non ci siano tonnellate di grasso e frittelline unticcie. Mai assaggiato il burro d’arachidi ma contando che queste mi piacevano e non poco potrei asserire senza dubbio alcuno che sì: forse questa meravigliosa schifezza potrebbe piacermi ma non lo scopriremo mai perché la presenza del burro non è cosa mia, intolleranza al latte a parte.
Il fudge lo avevo già proposto alle mie ignare cavie nella versione pistacchiosa e quadrata come fossero pezzotti di brownies. In una veste monoporzione con piattino tanto da farlo sembrare “al cucchiaio” no e allora ne ho approfittato. Anche perché l’idea del lampone e del cioccolato insieme al Nippotorinese piace e anche tanto.
Il Fudge poi richiede una preparazione di ben otto secondi netti e quindi perché non approfittarne? Ah no. L’ho già detto. Perché non approfittarne? (fa caldo e riesco a dire solo perché non approfittarne?). Infili tutto nel micro altrimenti ti becchi il pentolino e via. Burro, cioccolato, latte condensato e ciao. E ciao detto sbuffando sotto il condizionatore a velocità tre temperatura sedici. Ecco perché sarà pure interessante la lezione sulla fisica-meteo-biologia-consumo-equosolidale che il Nippotorinese tiene in diverse ore del giorno. Quella che sento (ma non ascolto perché penso a cosa disegnare, fotografare, fare, cucinare, comprare) mentre strimpella come un bimbo pazzo su un piano acuti e tasti a caso. Blablabla. Lalalalala. Se fuori ci sono 40 gradi è inutile metterlo a 15. Consumi. Energia. Responsabilità. Sovraccarico.
OHHHHHH fa caldo. Chemmefregadelsovraccarico? Cioè. Nel senso. Potrei mentire adesso e fingermi attenta a tutto questo ma dovrei trovare una controfigura e più del muratore travestito da me non posso proporre. Fa caldo. Sono esaurita e metto il condizionatore a sedici velocità tre. Me ne importa un fudge che non arriverà mai a temperatura!
(me ne importa un fudge credo proprio che lo riuserò in tante altre occasioni)
Per farmi perdonare della mia inettitudine, stoltezza e cattiveria nei confronti dell’ambiente, del mondo e di tutto il creato io gli preparo qualche volta un fudge. No. Non è vero. Preparo fudge sempre per prove, frizzi e lazzi, progetti e blablabla. Al Nippotorinese il fudge non piace ma proprio perché al contrario di me è una persona che bada bene a tutto e soprattutto a quello che è giusto e sbagliato, se lo mangia e basta. Meglio che sprecare e buttar via il cibo no? E allora tu stai senza condizionatore e mangiati il fudge che io sto a sedici gradi con la faringite a propinare roba che non piace agli altri ma che serve a me. Egoismo sfrenato, caldo e torture psicologiche domestiche. Roba da farne un thriller a basso costo per l’imminente serie “Estate da Brivido”. Oh perché io aspetto sempre l’estate da brivido che ci propinano nelle notti accaldate. Quando il treno deraglia sull’ospedale ma c’è il comandante in pensione che salva centinaia di vittime o boeing 747 terrore in alta quota quando la hostess riesce ad atterrare d’emergenza sulla pista ciclabile di una villetta nel Massacciussssettssss (che scommetto si scriva proprio così). Quei film che ti lasciano inebetita davanti allo schermo quando il piranha mangia una comitiva e lo squalo arriva puntuale come una tassa a squartare arti superiori e inferiori. Quando gli allegri bagnanti e gitanti sono pronti finalmente a trascorrere le tanto sospirate ferie e le peggiori catastrofi sono lì ad attenderli. Baby sitter psicolabili che fanno frullati di bambini nel vicinato e bevono cocktail di sangue a bordo piscina dopo aver irretito l’uomo di casa e si sono fatte intestare la casa, assassini psicolabili che dirottano le navi e trasformano il Titanic in un’allegra commedia per famiglie.
A me l’estate piace proprio per questo; perché da brava fobica pazza riesco a vedere materializzate visivamente tutte le mie paure nello schermo. In pratica riescono a riprodurre via etere tutte le incommensurabili assurdità che la mia mente labile riesce a creare. E mentre guardo l’hostess che pilota il boeing dirottato su un’isola deserta che ha un vulcano in fiamme e tre ospedali con malati terminali che attendono di essere sommersi dal magma, io guardo il Nippotorinese e dico “lo vedi? può succedere!”.Cosa ho detto? Ah non lo so. Comunque per farla breve (vabbè) il fudge non è un dolcetto estivo ma io lo propongo adesso. Il Nippotorinese non lo vuole ma glielo propino lo stesso perché è giusto così. L’estate dovrebbe essere rilassante, mare, sole, tuffi, abbronzatura e tanto tanto pazzo divertimento ed invece per me è tragedia, morte, disavventura, imprevisto e fatica. Nunfanapiega, no?Una nota doverosa va fatta al cucchiaino perché so che Pani apprezzerà (o perlomeno dovrà fare finta di farlo altrimenti frignerò fino al 2098): quel cucchiaino non è in pendant con il piatto e non appartiene allo stesso servizio. Da brava psicolabile ne ho scovato uno che ben si addicesse. E ora vi prego chiamate il 118 e rinchiudetemi per il bene dell’umanità. Siete amici miei. Potete salvare il mondo da me stessa. Fatelo. Impavidi procedete!
La Ricetta
Ingredienti: 350 grammi di cioccolato fondente almeno al 70 per cento, 340 grammi circa di latte condensato, 35 grammi di burro d’arachidi, un pizzico di sale (si possono inserire a piacere 150 grammi di frutta secca come pistacchi tritati, nocciole e noci).
Metti il cioccolato spezzettato dentro un contenitore per il micro (se lo possiedi altrimenti un classico pentolino doppio fondo andrà più che bene) e aggiungi il latte condensato, il burro e il sale. Fai sciogliere e mescola per bene. Se hai deciso di mettere la frutta secca (dopo averla sbriciolata per bene magari infilandola in un sacchetto di plastica e via! colpi incessanti di matterello e scarica la rabbia!) aggiungi tutto e via. Versa il composto in una teglia usa e getta di alluminio. Di quelle tonde e piccole se ti piace la forma che ho deciso di realizzare altrimenti grande e rettangolare se vorrai tagliare il tuo fudge a dadini. Lascialo raffreddare in frigo. Il fudge solidificherà e potrà essere maneggiato facilmente in quanto la consistenza seppur morbida rimarrà compatta proprio come una caramella mou; che è poi il significato intrinseco della parola stessa.