La Ricetta è tratta da “New York” Le Ricette di Culto di Marc Grossman – Guido Tommasi Editore.
Ingredienti per 35 Graham Cracker circa
- 65 grammi di burro morbido
- 115 grammi di zucchero di canna grezzo (si possono adoperare altrimenti 105 grammi di zucchero semolato e 10 grammi di melassa)
- 1 uovo
- 2 cucchiai abbondanti di miele
- 2 cucchiai di latte intero
- 1 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
- 1/2 cucchiaino di sale
- 250 grammi di farina integrale
Lavora il burro e lo zucchero in un robot da cucina o a mano fino a ottenere un composto dalla consistenza cremosa e soffice. Sbatti insieme uovo, miele e latte e mescola per bene. Amalgama alternando al composto burro-zucchero il composto uova-miele-latte e gli ingredienti secchi fino a ottenere una pasta uniforme. Forma una palla e riponila in frigo per almeno un’ora. Non preoccuparti affatto se risulta molle e informe e credi che non potrà mai essere tirata con il matterello. Solidificherà (questo Marc non lo dice emestavaapijà uncolpo. Detto così in modo molto professionale).
Scalda il forno a 175 e suddividi la pasta in due porzioni. Prendine una e stendila con un matterello a uno spessore sottile sopra una teglia rivestita di carta da forno. Taglia la pasta stesa in rettangoli della stessa dimensione servendoti di un tagliapasta o di un coltello. Con la punta poi tratteggia sui biscotti delle linee fatte di piccoli fori. Inforna per 15 minuti fin quando saranno ben dorati. Non tifapijalaltrocolpo se li vedi gonfiare (anche questo Marc non dice ma tranquillo ci pensa zia iaia!). Appena sfornati incidi ulteriormente l’intaglio che hai precedentemente fatto sulla pasta in modo che si taglino definitivamente perché diventeranno belliduricroccantiepoinunsepofa (manco questo dice Marc! Ah Marc ti voglio bene ma quattro infarti me li hai fatti prendere in allegria!) Lascia raffreddare e poi ripeti l’operazione con l’altra porzione di pasta.
Ora io del Graham Cracker so praticamente niente. Come se un Olandese decidesse di punto in bianco di preparare, fotografare, disquisire e vaneggiare sul Cannolo Siciliano senza essere mai stato non soltanto in Trinacria ma in Italia direttamente. Come se questo Olandese fosse un fan di Jamie Oliver e del cannolo avesse sentito parlare solo durante quel suo programma in giro per l’Italia e avesse confuso il Tiramisù della puntata a Venezia tra le gondole e il fritto di pescetti, con la cialda e la ricotta. Ma cosa sto dicendo? Io del Graham Cracker non so niente anche se adesso vorrei saperne di più su questo Olandese svampito amante di Jamie Oliver che guarda le puntate veneziane (uscite tutti dalla mia testa! Gondoliere compreso!).
(è stata una bella puntata però)
Però c’è Wikipedia e tutti possono far finta di essere persone acculturate. Basta un click. Vengo a sapere che nel 1829 (ho la pagina aperta e copio paro paro. Peccato che è scritta in inglese e finirà tipo la traduzione “Morituri te salutant” con “I morti ti salutano”. Tipo una puntata di Cesare in The Walking Dead per dire) in Bound Brook, New Jersey, il ministro presbiteriano Sylvester Graham si sveglia e dice: oggi invento un cracker che diventerà famoso in tutto il mondo (io domani voglio svegliarmi e dire: ora parto per l’Olanda e trovo il mio amico immaginario fan di Jamie Oliver. Una cosa così). In pratica il cracker è salato e viene ricordato come snack degno di questo nome. Il Signor Sylvester non ci sta e per forza deve rivoluzionare il concetto di cracker stesso facendone uno dolce. Ho trovato roba sconvolgente su Graham (spero che Google traduci sia impazzito e che io stia vaneggiando sempre come se fossi insieme a Cesare nell’ultima puntata di The Walking Dead) che non approfondisco ma pare che  ci siano diverse teorie a sfondo sessuale in correlazione con i crackers (il mio insegnante di inglese ha fatto bene a dirmi che ero negata in inglese mi sa). Niente zucchero raffinato per i Graham Crackers (anche se Marc Grossman ci consiglia una versione pure con lo zucchero bianco raffinato ahia ahia). Tanto miele e zucchero di canna per una botta di salute.
Questi cracker diventati ormai cibo cult americano, al pari dei Kellogg’s per dire, e dei biscottoni ammeriggani con le gocce di cioccolato al secolo conosciuti semplicemente come Cookies (abbiamo la ricetta? Eccerrrrrtto) te li lanciano letteralmente dietro e fanno a quanto pare parte della tradizione Americana tipo per noi il Tegolino del Mulino Bianco). Ora io perché la sto facendo tanto lunga con i Graham Crackers?
Boh.
Perché è estate e io odio l’estate. Perché sono esaurita e nessuno deve osare contraddirmi. Perché ho adoperato una tecnica infallibile al pari di bottoncini a caso ovvero: non sai quale ricetta fare? Chiudi gli occhi. Afferra un libro. Apri. E punta un dito. L’ho fatto con quattro libri davanti, ok. Ho bluffato un po’ ma è capitata questa e questa ho fatto. Tra l’altro mi sono anche (forzatamente) entusiasmata perché pare che questi Graham Crackers siano quelli perfetti per la preparazione degli S’More (ANVEDI mi sono detta, manco avessi origini Romane. L’influenza aliena della mia Ombrella sta cominciando a dare i primi frutti, che sia avocadosalsadisoiaesemidipapavero?).
Gli S’More e chi non se li ricorda? Li ho fatti lo scorso anno a Halloween. Pure la VideoRicetta. L’unica italiana a fare gli S’more, eh! La dice lunga su quanto siano richiesti, quindi. Dolcetti facilissimi da microonde. Paninozzi da imbottire con marshmallow e cioccolato. Santi quanto i semi di chia, le bacche di Goji e tutti i salutismi su cui vaneggio. Bello poi notare come inizi con una filippica sullo zucchero raffinato dei Graham Crackers e poi ci piazzi marshmallow e cioccolato, vabbè.
La coerenza.
Indubbiamente però facili da preparare e perfetti per chi ama questo genere godurioso (nessuno dica porcelloso! Oh!). Sugli S’more qui c’erano stati diversi gridolini di approvazione. Anche da persone insospettabili.No. Non guardate me. Sto mangiando liquirizia senza zucchero e sono felice (mi ficcherei in bocca ottochilidimarshmallowecioccolatononlhodettoio!).