Ho ricevuto questo regalo, insieme a un altro di cui parlerò prestissimo, dal mio adorato Stefano. La casa editrice è Sonda, che non si smentisce mai e si riconferma tra le mie preferite per la tipologia di pubblicazione. Apparentemente più di nicchia e meno patinata ma tutti dovrebbero godere di queste pubblicazioni incredibilmente piene di dettagli, informazioni e ricette molto particolari. Come sempre non farò alcun tipo di manifesto vegan ma tra i libri sul cioccolato vegan che mi è capitato di leggere questo vince a mani basse. Sempre di Sonda ho parlato di “Fai come Isa”, “L’essenza del crudo”, “Formaggi Veg” e “Grigliate Vegan Style”. Fran Costigan is the queen of vegan desserts, e questa me la devo segnare perché santapizzetta non lo sapevo. Mi documento per bene e scopro che Fran è una pasticciera e istruttrice culinaria a livello internazionale come autorità sui dolci vegan. Hanno parlato di lei The New Yorker, New York Magazine, Vegetarian Rimes e VegNews e pare che sia davvero un’autorità in fatto di torte al cioccolato e che abbia spopolato non soltanto nel mondo vegano con questa sua ultima opera. E che stiamo noi qui a pettinare il cavolo verza? (ci hai fatto caso che sembra abbia il friseè?) Giammai! Fiondiamoci subito alla scoperta di quest’opera. Il prezzo essendo un regalo non lo so ergo questa informazione in questo specifico caso non so dartela. Controllare la trovo una cosa indelicata. Senza neanche fare la finta scema -anche perché lo sono davvero- posso però asserire con certezza che si tratta come tutte le pubblicazioni Sonda di un prezzo accessibile con una qualità altissima. La cosa che non è mi è mai piaciuta in molte pubblicazioni Sonda è il font. Oh l’ho detto. E semmai Sonda dovessi capitare qui (perché succede sempre, eh).
Il Video
Le foto sono troppo ravvicinate per quello che amano le mie pupille, ma belle pulite e con un contrasto molto forte. Poi ce ne sono alcune più “spaziose” a tavolo aperto davvero belle. Rustiche ed essenziali senza troppi gingilli o accortezze particolari di ricami, ma schiette e sincere come fossero catturate in quel determinato momento di convivio. Ho avuto come l’impressione fossero fotografate da occhi diversi qualche volta. Perché cambia davvero tanto lo stile di inquadratura nonostante i colori rimangano pressoché gli stessi. In alcune compaiono anche posate pregiate dal gusto antico e dal sapore vintage che mi fanno impazzire, soprattutto nelle prime pagine. Chi ama il cioccolato e spera pure in qualche dolce più leggero da portare nel pancino entrerà in un’estasi senza fine, insomma. Ricordando sempre che vegano non significa light nell’accezione di leggerezza estrema. Leggerezza estrema è una bella foglia di lattuga e una zuppa senza olio. Che non vorrei passare per quella pessimista ma neanche per quella che dice fesserie. Le dico ma in altri ambiti, mettiamola così. Le pagine sono colorate e francamente mi chiedo il perché ma lo sostiene una monomaniacadelbianco come me, quindi credo che la stessa domanda se la possano porre gli altri dicendo: uffaquellasempretuttobianco. Considerazioni sciocche e di nuance a parte, ogni ricetta svela qualsiasi tipo di segreto. Ti spiega come assemblare e risolvere anche dilemmi culinari che si possono presentare durante l’esecuzione. Molto attente ai dosaggi e alle scritture e perfettamente tradotte (almeno finora. E per quelle poche che ho provato. Poi come sempre ci saranno eventuali aggiornamenti se occorreranno) con tanto di consigli per impiattare e servire e conservare. E non è da tutti, insomma. C’è l’introduzione e anche i consigli sul piano di lavoro per i vari passaggi. Insomma quello che salta agli occhi è che queste ricette non sono state scritte tanto per fare un delizioso copia e incolla veloce, ma sono delle vere e proprie lezioni culinarie che Fran Costigan ci regala e che possiamo seguire e riseguire a nostro piacimento sul divano di casa mentre bramiamo di alzarci per correre a pasticciare in cucina.
Il libro è così composto:
Ingredienti e attrezzatura
- I tartufi
- Dolci lievitati
- Torte Capolavoro
- Biscotti e barrette
- Torte ripiene e crostate
- Creme, budini e gelatine
- Gelati
- Piccola pasticceria
- Bevande
- Ricette di Base
- Indice delle ricette
- L’autrice
Nell’introduzione racconta di come il suo amore per il cioccolato sia nato molto presto, ovvero quando la madre Shirley le dava il gelato al cioccolato a colazione (che infanzia meravigliosa, l’ho esclamato pure io sì!). Non riusciva a mandar giù il gelato e quando era possibile quindi la mamma la offriva deliziosa preparazione piuttosto che propinarle il latte come le era stato imposto dal pediatra. Da lì dice di aver -giustamente- sviluppato una dipendenza per il cioccolato. Studia alla scuola alberghiera di New York e diventa chef pasticciere in una gastronomia da asporto gourmet all’Upper East Side di Manhattan. Prepara muffin, scones, biscotti, torte e crostate usando montagne di burro, panna, uova e zucchero bianco. Poi cominciò ad avere problemi di digestione e di affaticamento e non riusciva più a lavorare. Cosa che le fece perdere il lavoro. Dopo una serie di vicissitudini comincia a eliminare lo zucchero bianco e da lì il cambio di vita. Cominciò a preparare dolci che non contenessero lo zucchero bianco raffinato e sempre più volti al vegan e ci vollero -dice- moltissimi esperimenti. Le ricette vegane di Fran si sono evolute con il tempo e non hanno fatto rimpiangere assolutamente quelle della sua “vita precedente”. Per i principianti del dessert questo libro è una guida pratica per svelare i segreti dell’arte del dessert vegan, mentre per i professionisti e tutti coloro a metà strada tra le categorie è una fonte esauriente. Dice proprio così e mi sa che centra il punto in modo sintetico, diretto e pragmatico. E’ l’assoluta verità. Quello che mi è piaciuto infinitamente di questo libro è che può essere assaporato da tutti. Da chi si avvicina a chi c’è dentro fino al collo. Da chi vorrebbe esserci dentro fino al collo a chi proprio vuole buttare la testa giù e affondare tra delizie vegan al cioccolato.
Seguono consigli sulle farine di frumento e non frumento, sulla frutta essiccata, sugli addensanti e gli estratti ed essenze e i grassi. Un ampio capitolo dedicato agli agenti lievitanti e quindi il bicarbonato di sodio, l’aceto, l’aceto di mele e molto altro in modo da fugare qualsiasi dubbio sugli agenti lievitanti nei dolci vegan che sono chiaramente ben diversi da quelli presenti nella pasticceria tradizionale. I diversi tipi di cioccolato e un ampio capitolo sui dolcificanti fanno ancora una volta la differenza. Ma ho parlato troppo e non ho elencato neanche una delle infinite e deliziose ricette contenuti. Pronti con il secchiello per raccogliere i rivoli di bava alla bocca? Io ce l’ho e tu? Via!
- Tartufi quadrati dolceamari alla crema agli anacardi
- Tartufi al limone e olio di oliva
- Tartufi al curry veloci
- Tartufi al cioccolato arancia e sesamo
- Torta al cioccolato per cui vivere senza olii aggiunti
- Torta al cioccolato, arancia, mandorla e olio di oliva
- Torta al caffè al cioccolato, noci pecan e mirtili rossi
- Torta al cioccolato mescolata nello stampo
- Cupcake al cioccolato e fudge
- Cheesecake al cioccolato bianco e nero
- Torta allo specchio di cioccolato e ciliegie
- Torta a sei strati al cioccolato e nocciola
- Purea dolce di prugne secche fatta in casa
- Bocconcini di brownie senza glutine
- Brownie con gocce di cioccolato molto fudgy
- Graham Crackers
- Moon Pies
- Biscotti senza glutine con pezzi di cioccolato
- Crostatine al limone e cioccolato dolceamaro
- Budino di cioccolato quasi instantaneo
- Panna cotta al cioccolato
- Crème Brulée al caffè
- Budino di pane con banana e pezzi di cioccolato
- Gelato al burro di arachidi variegato al fudge
- Dolcetti al riso soffiato e no-mallow
- Tazzine al cioccolato e burro di arachidi
- Mendiant
- Crostini al cioccolato
E tantissimo ma tantissimo ma davvero tantissimo altro. Sono solo pochissimi dei titoli strepitosi che Fran ci regala facendoci sognare, nonostante si tratti di dolci chiaramente molto particolari per palati che tendono a non discriminare ma capiscono la diversità.
Stefano che dire? Oltre a dichiararti amore imperituro: Grazie infinite per questa perla che consiglio caldamente a tutti. Vegani o no. Un’esperienza assolutamente da fare.