10 Motivi per mangiare le Alghe
Vuoi i primi dieci motivi? Eccoli. Te li ho scritti su RunLovers.
Ho dedicato una puntata del mio podcast alle alghe:
Puoi ascoltarla su Spotify qui.Â
Da brava invasata di alghe, della Goma Wakame ho parlato diverse volte e giusto per annoiare anche tutta la comunità di running italiano anche su RunLovers. Insomma non mi sono mica risparmiata! Del resto mi sono anche “ammalata” di carotenemia, ricordi? Ero diventata un umpa lumpa a causa del sovraccarico di vitamina A contenuta nella Nori. Insomma dopo essermi beccata la carotenemia sono un’istituzione in fatto di alghe, no? (reggimi il gioco, grazie)
Procediamo per gradi però, altrimenti come sempre mi/ti confondo. Oggi siamo qui riuniti per ricominciare a parlare di alghe perché è davvero da un bel po’ che non facciamo una ripassata. Sarà che la stramaledettissima prova costume sta per arrivare. Che poi per stramaledettissima prova costume io intendo “dobbiamo scoprirci un pochino”, eh. Perché io non sono certo una da bikini tutti in spiaggia stipati come sardine a pressione nella lattina. Ma più da protezione cinquanta, sotto l’ombrellone in un’isola deserta “sparo a vista al primo che si avvicina”. La solita simpaticona, insomma.
Sta di fatto però che anche il solo “dobbiamo scoprirci un pochino” può fare venire quel pizzico di ansia. Il mio pizzico quantificalo moltiplicando per enne miliardi di milioni. Non mi piace scoprirmi. Non amo stare con le maniche corte. Non indosso canottiere. Non indosso shorts, minigonne e solo il cielo sa cosa. E detesto -ribadisco DETESTO- quella sensazione di non avere le calze. Non sono una da “infiliamoci il vestitino svolazzante e andiamo!” perché poi ho un’altra milionata di paranoie che ti risparmio. Non in ultimo io indosso il NERO sempre e comunque. Perché mi appartiene, mi sento io e. E la gente non smette mai di dirmi: ma sei così carina colorata, Iaia!
E la voglia di spaccare loro il setto nasale si fa più forte ogni anno. Non detesto l’estate per il caldo perché -rullo di tamburi- io non ho mai caldo, anzi. Non mi lamento neanche del caldo, dell’estate, del sudore e di tutte quelle robe lì. Mi lamento di chi si lamenta di questo, in compenso. Detesto il sole e scoprirmi un minimo, tutto qui. I rotolini sotto il cardigan sono così carini e rassicuranti. Ti fanno compagnia sotto l’albero di Natale tra lucette e regali ma sotto la maglietta, no. Ecco sotto la maglietta, no. Perché non siete solo tu e loro. Siete tu e loro e il resto del mondo.
Sembra che io abbia nascosto un salvagente sotto la maglietta e non mi va, uff. Chi segue un’alimentazione veg come me saprà che per assurdo si creano gonfiori, causati dall’eccessivo consumo di verdura e frutta, che molte volte diventano causa di fortissimo stress e demotivazioni. In pratica fermentano e diventi come la bimba tutta vestita di viola della Fabbrica di Cioccolato. Manca poco che ti libri in aria, insomma.
Le alghe per una pancia piatta
Oh. Io la pancia piatta l’avrò quando mi convincerò ad andare dal chirurgo (o a Lourdes per un tuffo nell’acqua santa) a togliere la pelle che pende per la perdita di peso, facciamola breve ma. Ma se avessi una pancia normale come la stragrande maggioranza delle donne potrei dirti che sì. Le alghe aiutano a sgonfiarti tantissimo e sono amiche della pancia piatta. Che poi dai, mica ‘sta maledetta pancia deve essere piatta, dura, addominali scolpiti, costole di fuori e idiozie del genere. Basta che non ci sia il salvagente, no? Quello che continuo a ripetermi è (non ci sono ancora riuscita. tu?) avere un altro tipo “di canone” o presunto tale. Perché se è Charlize Theron, ahem. Faccio prima a comprarmi una camicia con i lacci e ad andare a costituirmi in un reparto con stanza imbottita. La Signorina Silvani del Ragioner Fantocci, potrei avere come canone. Fisicamente non era affatto messa male e aveva un panciotto di tutto rispetto. Sano, ecco. Me la ricordo ancora in bikini quando parte in viaggio di nozze, o presunto tale, con Fantozzi. Questo mi fa anche ricordare che io debba rivederli tutti.
- Per la colite? Alghe.
- Per la depurazione? Alghe.
- Per il mal di pancia? Alghe.
- Per una pelle giovane? Alghe.
- Per dei denti meravigliosi? Alghe.
- Mens sana? Alghe.
Certo l’ultima voce non si direbbe essendone testimonial io, ma queste sono davvero alcune delle proprietà che hanno le alghe in generale e anche questa goma wakame che dire buona è riduttivo. Ogni volta che la fotografo o mostro nelle instagram stories in cucina (da iaiaguardo, non da maghetta, perché ho due account adesso) mi vengono fatte sempre le stesse domande: dove la trovi, come l’abbini o cucini, è davvero così buona?
E allora rispondiamo ancora una volta che non si sa mai.
La trovo così come la vedi. Surgelata e nel negozio etnico più fornito di Catania (Cristaldi e quindi se sei di Roma per esempio da Castroni). Questa nello specifico è la Undaria pinnatifida, ovvero un’alga bruna commestibile appartenente al genere Liminaria. Generalmente vengono fatte essiccare (wakame, ricordi? ne ho parlato tantissime volte) per poi essere idratate in acqua. Questa in pratica è la versione fresca che viene fatta scottare in modo da inibire la crescita di microrganismi che fermentano e poi surgelata per farla arrivare in questa forma piuttosto che in quella comune secca. Poi viene condita con aceto e sale (c’è anche una piccola parte di zucchero, ahimè. Ma è davvero pochissimo il quantitativo) e via. C’è anche l’agar agar, dimenticavo. Il contenuto calorico, come tutte le alghe, è bassissimo e si parla di 60-70 Kcal per 100 grammi di prodotto. C’è anche il peperoncino (nota dolente per chi come me non ama il piccante) ma è ben visibile e può essere rimosso senza alcun tipo di problema. Dopo averla scongelata puoi lasciarla tranquillamente in frigo per 7 giorni, al termine dei quali non può più essere mangiata, ovviamente. La trovo in confezione da un chilo. La trovo una cosa assurda per certi versi, perché potrebbero pure fare delle porzioni più piccole avendo a disposizione solo sette giorni per consumarla e si sa poi diventa ripetitivo -per alcuni- mangiarla ogni santo giorno ma capisco pure che la richiesta e l’importazione ha dietro dei giri ben precisi. Comprensibile, insomma.
Se te ne innamori però -come è accaduto qui ormai un decennio fa- ti assicuro che un chilo lo fai fuori in poco tempo.
Come l’abbino?
Ti dirò. Semplicemente in insalata, soprattutto con l’avocado, e un pizzico di salsa di soia -come si suol dire- è la morte sua. Con l’aggiunta di sesamo la trovo gustosissima. Mi piace moltissimo in abbinamento e contrasto con la rucola e la valeriana ma anche la scarola. Te la consiglio anche con elementi dolci tipo frutta, sì. Per contrastare quel tipico sapore “di mare” qualora dovesse risultare troppo forte. Con i pomodori pachino è un idillio e con tutto quello che è verde vai sul sicuro.
Un bel piattone di goma wakame con edamame, spinacino e avocado può farti raggiungere l’estasi. Mi piace moltissimo anche con il limone, semplice così. E con le fave? Cielo. Con le fave. In quel caso però aggiungi un pizzico di wasabi nella salsa di soia per sprigionare una sinfonia di note papillogustative degne di nota.