Domenica scorsa ci siamo lasciati con il mito della colazione a letto, ricordi? Non sono riuscita, mea culpa, ancora a bere neanche un caffè. A dirla tutta neanche a bere una spremuta. E se proprio devo sbilanciarmi con i dettagli no. Neanche il giornale. Non dico quello che bramavo lanciato dal postino come nei film americani ma neanche quello sull’iphone, per dire. Però sono riuscita a far fare un brunch al torinese in questi giorni. Non tanto perché volessi prepararglielo -sono pur sempre un animo spietato- ma per continuare nella mia opera di (anche auto) convincimento ai tuoi danni sull’importanza di questa coccola almeno durante le feste natalizie. Un sandwich con fesa di tacchino, senape e un mezzo cucchiaino di miele e sale. Un avocado da mangiare a cucchiaiate con il pepe e limone e un uovo fritto cotto in un altro di quei pentolini che mi ha regalato mamma (regalo di nonna), preziosissimi a dir poco. Sarebbe una colazione sostanziosa che ti permetterebbe di affrontare una bella passeggiata. Magari un’ultima corsa ai regali. Arriveresti sazio a pranzo e mangeresti leggero e non in ultimo questa botta di proteine, carboidrati e grassi accelererebbe il metabolismo (facendola spesso e non solo una volta, omettiamolo altrimenti ci viene la depressione).
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