Ricette Vegetariane e Vegane

Tempeh: cos’è, come si cucina e le varianti

Quando vedi il tempeh dici: “non lo mangerò mai!”  e ti capisco. È successo anche a me e pure per un decennio. Una volta l’ho provato crudo e senza tanti fronzoli e sono rimasta praticamente sconvolta. Dal “non lo mangerò mai” sono passata a “non lo mangerò mai più neanche pagata profumatamente” e invece da qualche anno, ovvero da quando ho capito quello che fa per me, il marchio che mi piace di più e come cucinarlo correttamente il tempeh è entrato a far parte della mia alimentazione e trovo che venga fuori il ragù vegetale più buono. Più di quello di lenticchie, più di quello con il granulare di soia e pure di seitan o tofu. Tra tutti i ragù vegetali lo reputo il migliore; rimane un’opinione chiaramente ma spero che qualcuno possa ridare una chance al tempeh perché ne vale davvero la pena.

Ma che cos’è?!

Il tempeh ha origini indonesiane e si produce con la soia come il tofu, ovvero dai fagioli di soia cotti e fatti fermentare a circa 30 gradi con un lievito attivo. È sicuramente più saporito rispetto al tofu e ha le stesse proteine della carne. Il tempeh non serve per fare il ragù (ridacchio mentre ticchetto questa frase): siamo noi italiani che rendiamo ragù il tofu, il seitan, il tempeh e il granulare di soia perché in Indonesia, America e diversi altri luoghi di certo non vi è questa “necessità”. Io per prima e per arrivare dritta al punto ho adoperato l’esempio del ragù.

Questo per dire che con il tempeh ci puoi davvero fare di tutto. Il suo gusto è molto particolare. Chi ci sente della nocciola, chi ancora delle noci o comunque un sapore di frutta secca e chi ancora dei funghi. Ha una sua personalità anche piuttosto forte, il tempeh. Trovo che sia buonissimo nelle zuppe e anche nelle insalate magari dopo averlo piastra. Saporito se tagliato a fette e fritto ma c’è chi lo gradisce anche bollito con delle verdure e ortaggi. Davvero in ogni modo (anche con il ragù, sì*ridacchia ancora*)

A differenza del tofu è meglio cuocerlo per togliere quel sapore amaro tipico del tempeh. A me, per esempio, piace molto il tempeh di ceci che trovo di un gusto più delicato. € ricco di calcio, ferro, vitamine B, oli insaturi. È povero di grassi, molto digeribile

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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