Ricette Vegetariane e Vegane

Uova di cioccolato con panna cotta dentro? Sì può!

Qualcosa mi fa sospettare seriamente che io abbia una capacità ; quella di entrare in contatto con persone meravigliosamente particolari. Su Instagram accade l’ennesimo caso, così giusto per dire. In questo frullato di idee, visioni, momenti di vita vissuta non ci si rende conto, o meglio non abbastanza, quanto esattamente può accadere. Se, a maggior ragione, fai tutto senza uno scopo pare poi diventi quasi un’assioma. E’ il caso delle Pastiglie Leone, questa volta. Pazzesco come gli oggetti che per me hanno un significato sentimentale diventino veicolo per questo tipo di conoscenze. Come altrettanto pazzesco è leggere dei ringraziamenti fatti alla mia persona sulla pagina di Facebook ufficiale delle Pastiglie Leone.

Fermi tutti. Quindi non sono io a doverlo fare considerando che sono le prime caramelle mangiate con il Nippotorinese e le stesse che dentro la latta tengono ben saldi sotto forma di zucchero e spezie momenti importanti? Cos’è ? C’è un mondo parallelo dove sta accadendo esattamente il contrario? E’ innegabile quindi che io oltre ad esserne lusingata ( oltre che estremamente imbarazzata) mi godo questo momento inaspettato mangiandomene almeno tre. Di pastiglie. Ma non quelle senza zucchero eh. Me ne mangio tre. All’anice. Con lo zucchero. E non penso a niente. Solo al fatto che un premio devo darmelo, sì. Adesso devo solo reperire al più presto le pastiglie leone alla liquirizia che per qualche inspiegabile motivo scarseggiano nella parte orientale della Sicilia e fare un party a base delle suddette. Creando collanine, braccialetti e sparandomi pure il tubo di cioccolato cremoso in bocca (oh. Se devo sognare voglio farlo in grande). 

Inconsapevolmente questa settimana si è trasformata nella settimana dell’uovo. In tutte le forme, salse e contenuto sto soltanto blaterando su di lui. Ed è la volta dell’ovetto al cioccolato con dentro cosa? tadan! La panna cotta. Sì perché mi ero messa in testa già da un po’ di fare una cosa del genere. Su Pinterest (mannaggia a pinterest!) avevo notato delle uova di cioccolato contenenti creme. E’ ovvio che Pinterest serve proprio a questo. Giusto una come musa ispiratrice perché la maggior parte delle volte non si viene reindirizzati a food blog o annessi e rimangono solo immagini. Proprio per questo amo il mezzo di condivisione pinterestiano. Ti dà un’idea e puoi rielaborarla a tuo piacimento e quello che avevo in mente era proprio un’idea ultra veloce dell’ultimo minuto ma ad alto effetto scenico.

Un’idea veloce ma sfiziosa che poteva chiudere il pasto pasquale in un modo inusuale ma che al tempo stesso come le elaborazioni precedenti potesse essere un segnaposto divertente e particolare tanto da generare curiosità e ammirazione. Visto che con le creme ho giusto qualche problemino mi sono detta: Panna cotta! Perché come più volte è stato ribadito la panna cotta rimane uno dei dolci più semplici e gustosi. Generalmente, a secondo di come viene aromatizzata, poi piace. Perché affondare il cucchiaino e trovarci una volta la cannella, altre volte il cioccolato bianco o l’aroma di pepe rosa sino ad arrivare a una buona vaniglia Bourbon è sempre piacevole. Per questo motivo ho preparato una panna cotta semplicissima con base alla vaniglia e dopo averla divisa in più ciotoline e colorato singolarmente la porzione prescelta, ho infilato tutto dentro un classico ovetto kinder e via. Un’oretta in frigo e tadan! Meraviglia. Certo è snervante trovarsi una matta invasata per casa che fa prove. Ogni festività diventa un’agonia e dura più del previsto. Come quando a Natale qui si è cominciato a novembre e al 25 Dicembre si faceva difficoltà a credere che fosse ancora Natale, considerato il fatto che lo era dal 20 Novembre e con Cey si era addirittura festeggiato il Finto Natale con tanto di Turducken che ancora non ho documentato (santo cielo ma sono in ritardo?). Pasqua è già arrivata da un po’ e si arriverà alla domenica attesa con lo stesso entusiasmo di una craniata sulla testa. L’idea di questa panna cotta nell’uovo la trovo adorabile e non tanto perché è una mia stupida elaborazione ma proprio perché in pochissimi minuti queste uovetta golose e colorate catturano e rapiscono visivamente.

 So già per certo che i più piccolini impazziranno. Il Nippotorinese ha fatto fuori i primi con il cucchiaino e un fare molto glamour e poi si è prestato sotto mio invito a sgargarozzarne (termine che nulla c’entra ma che mi piace e dovevo adoperare) tre tutti in un sol colpo. Oh vien bene a mangiarli anche a morsi perché la panna cotta fredda solidifica. Certo magari la camicia si macchia un po’ ma santapizzetta vuoi mettere la goduria di addentare? Poi si va di candeggio. In pratica si prepara la panna cotta ma se si ha in mente di fare una qualsiasi cremina o budino potrebbe pure andare bene lo stesso e poi dopo aver privato l’uovetto della parte superiore (ed essersela infilata in bocca durante la preparazione) si fa colare dentro la panna cotta (dopo averla opportunamente colorata) e via. E’ un bene però (perché ho fatto la stupidata) farla raffreddare e pure bene la panna cotta altrimenti il calore farà squagliare in dieci nanosecondi l’uovo di cioccolato. Quindi  ledisendgentelmen (che io l’inglese lo so):

  • colorare la panna cotta
  • fare raffreddare la panna cotta
  • privare della calotta superiore l’uovo di cioccolato
  • versare all’interno dell’uovo di cioccolato la panna
  • far riposare in frigo minimo un’ora
  • servire immediatamente tolto dal frigo

Per la panna cotta

500 ml di panna, 4 fogli di gelatina, 1/2 cucchiaino di vaniglia fresca e 4 cucchiai non troppo abbondanti di zucchero

  • fare ammollare in acqua ghiacciata la gelatina
  • fare sobbollire la panna con lo zucchero
  • strizzare la gelatina dopo 15 minuti e buttare nella panna e zucchero che stanno sobbollendo
  • aggiungere vaniglia o aroma preferito
  • terminata la panna cotta
La domanda serissima di oggi è : ma voi l’avete scelto il Menù di Pasqua? Oh perché sto qui a raccontarla ogni giorno sfornando roba incomprensibile ma voi? E’ una società questa eh. Fuori il vostro menù che ovviamente io devo prendere pure spunto.

Anche se già c’è chi  sospetta un bel pollo dal girarrosto. Vorranno mica che io cucini dopo queste tre settimane di prova? Mapppeffarrrvoooore. Ieri mi sono esaltata non poco vedendo su Instagram le uova pulcino di Cri, al secolo conosciuta come il grandeamoremiounicoindissolubilemiglioreamicaèsolomiaviammazzotuttinonviavvicinate Bibi >>>> clicca qui per il Blog e leggitelo tutto Un titolo breve ed efficace.

E sono molto più credibili così eh! Sembrano pelosetti con il ripieno di tonno e tuorlo e maionese (Cri amore c’era la maionese? chesoscemaenontelhochiesto) e hanno pure il prato verde. Nanda ha gridato al miracolo urlando un ” sìììììììì” soddisfatto, annuendo e accarezzando l’icona del Blog di Cri sul suo Ipad ( sappi che ti legge davvero e ha pure visto il video sulla Semi Sfoglia otto volte dicendo ” ma è bravo Mat a tenere la telecamera”. Coredezia) 

Per dire che ritiro tutto quello che ho detto sul Post Le uova Pulcino che hanno riscosso un successo su Instagram pazzesco, dove più di 5.300 persone mi hanno fatto sempre l’entusiasmante domanda ” Sono uova?” ( ma ho risposto solo a 4.800 perché fondamentalmente sono una persona schiva e antipatica)

Che nessuno osi farle come me. Nude e crude senza nulla. Il ripieno peloso uovoso pulcinoso. Questa è la soluzione definitiva. E qui oggi a rischio di non farli arrivare a Pasqua per morte improvvisa da colesterolo a ottocento, ne faccio giusto una quintalata. La verità è che Cri mi ha dato l’ispirazione necessaria per la svolta. Quale? Le zampette. A questi faccini pelosi deliziosi mancano le zampette. E zampette avranno!
(ma come hanno camminato sinora senza? Questo mi chiedo. Solo Pani ha la risposta lo so)

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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