Ricette Vegetariane e Vegane

Macaron al Pistacchio, Elfi e lotte ancestrali di Maccheroni contro Macaron

Quando siamo entrati da Pascal Caffet, a Torino, per scegliere delle praline per la nostra bellissima Estella siamo rimasti basiti davanti alla varietà, bellezza e perfezione di quel minuscolo ma ricchissimo angolo che si affaccia su Piazza Castello. Il resto non veniva offuscato, come generalmente avviene, dalle piramidi di macaron perché oggettivamente era tutto così stramaledettamente curato che a fatica si credeva fossero realmente commestibili. Ho rigirato questi macaron tante di quelle volte da sbriciolarli mentre lui tentava di raccoglierne pezzi per fagocitarli, salvo poi scoprire che non erano questo granchè. Meglio di altri certo ma la passione per il macaron non è scattata in maniera violenta, diciamo così. Al contrario visivamente però l’entusiasmo si è centuplicato. Una mera passione estetica. Mi sono convinta proprio in quei giorni avendo l’opportunità di “studiare” questi macaron con ogni sorta di ripieno e colore che indubbiamente fossero prodotti dagli elfi, assistenti di Babbo Natale.

Che sicuramente in Lapponia c’era una sezione”Elfi Francesi pasticceri specializzati in Macaron” che provvedevano alla realizzazione di questi per poi essere trasportati in tutte le parti del mondo. Converrete con me che fosse davvero l’unica spiegazione plausibile. Mi sono convinta altresì che avrei provato quindi i macaroon durante il periodo natalizio in modo che lo spirito elfico macaroonesco pervadesse un po’ anche me. La cosa buffa è che sono astemia e che tutto questo non è frutto di una divertente mattinata con una bottiglia sotto braccio. Ieri pomeriggio con il mio grembiulino di Babbo Natale e lui costretto ad indossare il cerchietto della renna abbiamo trascorso due orette così: sfornando Macaron, dopo aver scoperto che Epic Mickey non è questo granché.

Ho voluto sfidare la sorte affidandomi come prima volta a Nigella prendendo quella che lei definisce essere la ricetta di cui va più orgogliosa in assoluto nel libro “Delizie Divine”. Avrà fatto pure gli spaghetti agli smarties e le cotolette con salsa di snickers ma a onor del vero bisogna dire che ogni volta che si prova una sua ricetta: riesce. E me lo conferma anche Fio.  Non c’è trucco e inganno . Sempre e comunque riesce e le indicazione che dà sono  riscontrabili nel reale al contrario che ne so del panettoncino della Bianchessi che sarà pure buono ma panettoncino non è.

Quelli che  venuti fuori sono dei veri e propri macaroon. Imparagonabili a quelli di Pascal Coffet ma santo cielo non si sperava tanto chiaramente. Come primo esperimento il risultato è da capogiro. Poche volte sono rimasta così soddisfatta in seguito alla realizzazione di una ricetta. Mi ero documentata parecchio sui macaron e con cura appuntata tutti i segreti per ottenere l’impasto perfetto. L’albume invecchiato in frigo, le placche di salvataggio nel forno per non fare arrivare troppo calore e un’imbarazzante etcetera. E nei prossimi, perché ho appena cominciato, applicherò meticolosamente pian piano tutte queste robe qui ma . Ma la prima volta senza particolari segreti frizzi e lazzi grazie a Nigella è andata più che bene. La soddisfazione di vedere realizzato un piccolo sogno con poca fatica.  E’ una di quelle ricette credo che si divulghino a malincuore o almeno così mi è parso di intuire dalla sua breve introduzione. Quella ricetta di cui sei tanto orgogliosa ma che senti un po’ tua e quasi non puoi separartene. Ecco quindi a voi la ricetta facile dei Macaron al pistacchio. Nigella ci consiglia di servirli a fine cena accompagnati da lampone o panna o semplicemente anche col caffè. E da oggi quello che dice Nigella è legge intesi? Dovesse dirci di farli fritti e poi metterli in salamoia questi macaron !* disse visibilmente agitata

La Ricetta

Per 20 macaron (40 biscotti singoli) : 75 grammi di pistacchi, 125 grammi di zucchero a velo, 2 albumi piuttosto grandi, 15 grammi di zucchero semolato.

Per la crema al burro che occorrerà da farcia: 55 grammi di pistacchi, 220 grammi di zucchero a velo, 125 grammi di burro ammorbidito.

Riscaldare il forno a 180. Tritare i pistacchi con lo zucchero semolato dentro un robot da cucina in modo da farli diventare un’ unica polvere. Montare a neve gli albumi finchè raggiungono una consistenza compatta ma non troppo dura. Unire quindi lo zucchero semolato incorporandolo pian piano facendolo cadere a pioggia e montare il tutto a neve fittissima questa volta. Fino a raggiungere un composto molto compatto. Aumentare nel caso leggermente la velocità.

 E’ il passaggio fondamentale per la corretta riuscita dei nostri dolcetti. Incorporare quindi la polvere di pistacchio e zucchero al composto albumi-zucchero con movimenti molto attenti e lenti dal basso verso l’alto fin quando il composto risulterà solido ma al tempo stesso molto cremoso/setoso. Fare cadere quindi dei cerchi di impasto sulle placche utilizzando un beccuccio liscio di 1 cm o procedere con particolare attenzione usando solo un semplice cucchiaino ( io ho fatto così perché con il beccuccio faccio sempre pasticci). Un cucchiaino è sufficiente per la misura corretta dei macaron. Lentamente lasciar quindi scivolare il composto sulla placca da forno foderata con la carta e procedere distanziando sempre un po’. Lasciare riposare il tutto dieci minuti in modo che si formi una sorta di pellicina sulla superficie. Trascorso il tempo metterli in forno per 10-12 minuti massimo nel forno preriscaldato a 180. Devono essere compatti ma non secchi.

Togliere dal forno e raffreddare i biscotti sulle placche. Nel frattempo preparare la crema che è davvero semplicissima: macinare i pistacchi con lo zucchero a velo come quando si è preparato il composto per i macaron. Lavorare il burro con lo sbattitore elettrico e nel frattempo a pioggia unire i pistacchi con lo zucchero. Si deve ottenere una crema al burro soffice ed omogenea. Unire con questa le coppie di biscotti e servire.

Adesso devo solo capire come smettere. Perché ho la cucina invasa da impasto. Oggi pomeriggio voglio provare soltanto le quindici tonalità diverse di coloranti alimentari. E che sarà mai*disse trastullandosi le ditina e guardandosi i piedini visibilmente imbarazzata

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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