Ammetto che tra me e lo zenzero c’è un rapporto controverso. La prima volta è stato orrore allo stato puro e ricordo esattamente il momento. Anche la borsa che indossavo, ma non credo sia interessante ai fini del discorso. Non che il resto lo sia, ma insomma. Sto divagando e non posso attribuirne la colpa alla temperatura in netto aumento. Era candito e chiuso in un sacchetto. La provenienza era dubbia tanto quanto l’odore. Stoica ed impavida ne ho assaggiato giusto un pezzetto per decretare che il nostro rapporto d’amorosi sensi era appena cominciato e finito. Generalmente apprezzo qualsiasi cosa provenga dall’estremo Oriente, giusto per partito preso. Così è stato con il wasabi nonostante le papille gustative facessero a cazzotti, che rimane pur sempre ostico anche per i palati più arditi. Ed io non appartengo certamente a questo gruppo.
Ho proseguito questo impervio cammino con lo zenzero grattugiato fresco, che non ha sortito nessun effetto contrario; ha proprio confermato che le nostre strade non si sarebbero mai più incontrate. Infine in polvere. Zenzero comune in polvere, trovato in un biologico sconosciuto, e tadan!! (anche se sarebbe il caso di dire ” e tuppete!”). Si capovolgono le sorti. Forse, mi dico, ha qualche chance. Non troppe eh ma qualche.
Perché lo zenzero non è un tipo che ti conquista a prima vista. Deve faticare. Diciamo che non si può certamente paragonare al cioccolato, giusto per fare un esempio, che è un po’ il Brad Pitt della situazione. Lo zenzero è Nicolas Cage. Non è certamente paragonabile per bellezza e savoir faire (anche se io non credo assolutamente che il biondino abbia alcun savoir faire. Ma giusto per andare al sodo e non dilungarmi come sono solita fare. E ammetto che neanche Nicolas Cage mi piaccia, anzi. Ma con 38 di febbre alle undici del mattino è difficile far sottigliezze) ma alla lunga ti conquista. Qui in casa avendo un Nippotorinese a cui dare da mangiare è diventato a tutti gli effetti un alimento base. Non credo sia mai mancato lo zenzero in casa da quando condivido la vita con lui. Fresco, grattugiato o in polvere Nicolas è con noi. Da sempre e aggiungerei per sempre.
Lo mangia in tutte le varianti e con una voracità preoccupante. Potesse chiamare un nostro eventuale figlio: Zenzero, lo farebbe. Ho imparato quindi ad apprezzarlo e insaporire moltissimi piatti e dolci con questa enigmatica e affascinante spezia.
A me non può non venire in mente la ricetta principe qui in casa. Quella più veloce, di facile realizzazione, dal sapore orientale per omaggiarne l’origine e soprattutto gustosa. Certo è che essendo vegetariana faccio pochissimo testo in tutto questo ma ammetto di averne un ricordo gradevole. Generalmente anche i più restii nei confronti dei piatti etnici, davanti al Maiale con lo zenzero cedono. Un po’ come avviene con il Tonkatsu; e se ne capisce il motivo guardando gli ingredienti perché sono davvero pochi e semplici. L’ottima riuscita di questo piatto difatti dipende proprio dalla scelta di questi ultimi, che dovranno essere di primo ordine. Non si incorrerà poi nei classici tentennamenti “lo farei ma mi scoccia recuperare gli ingredienti” perché ormai anche il supermercato di provincia possiede la salsa di soia (sul mirin non ci giurerei ma tant’è).
La Ricetta
Ingredienti per 4 persone: 400 grammi di spalla di maiale, 400 grammi di bok choi (cavolo cinese o in alternativa cavolo cappuccio andrà benissimo), 1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato, 90 ml di salsa di soia, 60 ml di mirin, olio vegetale che si preferisce, sale e pepe per condire.
Procedimento: avvolgere le fettine di maiale nella pellicola o metterle all’interno dei sacchetti che si usano generalmente per conservare la roba in freezer. La carne dovrà essere a temperatura ambiente. Con l’aiuto di un martelletto da cucina battere le fettine fino a renderle sottilissime. Tagliarle poi con l’aiuto delle forbici a piccoli tocchetti.
Preparare la salsa che occorrerà per la cottura emulsionando la salsa di soia, il mirin e lo zenzero fresco grattugiato. Mescolare bene.
Dopo aver lavato accuratamente il cavolo, tagliarlo finissimamente e mettere sul fuoco una pentola con un po’ di olio a fiamma piuttosto vivace.
Saltare le foglie del cavolo per qualche minuto. Le foglie dovranno rimanere croccanti. Togliere dal fuoco.
Immergere quindi i tocchetti di maiale nella salsa ottenuta (soia,mirin e zenzero) e far dorare nell’olio bollente dove si è cotto il cavolo precedentemente.
Servire il maiale e il cavolo insieme mettendo a tavola nel caso un po’ di salsetta avanzata che i vostri commensali potranno usare per pucciarci dentro qualche pezzetto. E accade. Assicuro: accade, eccome.
[Piccolissimi incisi: Il piatto non deve in alcun modo risultare acquoso ed è per questo che il maiale deve essere cotto a temperature altissime. Il maiale non va immerso troppo nella salsa prima di cuocere perche rischierebbe di diventare duro e secco. La ricetta originale difatti prevede l’esatto contrario]
Crollo sul divano in preda ad attacchi febbrili che mi faranno delirare al grido di “Nicolaaaaaaaaaaasssssssssssssssss”. Senza un perchè.Aiutatemi.