Ricette Vegetariane e Vegane

La cucina di Vefa

Amo i Libri Phaidon. Potrebbero propinarmi anche la cucina contro i vegetariani e dare in allegato un cd con spernacchiamenti nei confronti di gente strana come me che si ciba di tofu e seitan. Sarei d’accordo. Entusiasta. E me lo ascolterei pure in loop. Amo i libri Phaidon e tuttiquellichenonmiconoscono li devono amare.

Oltre ad essere esteticamente sempre vincenti sono proprio i contenuti a stupire. Poco importa che siano illustrati o no (perché ne ho di diverse tipologie). De La Cucina di Vefa ho parlato un po’ ovunque ma mai in maniera specifica da poterlo inserire in questa pseudo rubrichetta che mi diverte moltissimo in quanto mi permette di parlottare un po’ come se fossimo tutti insieme davanti a una tazza di tè per parlare dell’ultimo libro letto. Lo consigli o no?

Pur essendo la regina dell’Odioiconsigli eccomi qui a urlare non solo “te lo consiglio eccome” ma pure “ti picchio se non lo compri!”. E’ mia intenzione già da un po’ mettere in palio in maniera del tutto random il libro su cui sproloquio. La facilità di poterlo far recapitare direttamente da Amazon del resto non è che da cogliere al balzo. Eliminare il passaggio della spedizione in questo momento molto frenetico per me è il surplus insperato. Per questo motivo comincio proprio con questo volume. A mie spese naturalmente e non supportata-finanziata-sponsorizzata-frizzielazzidaqualcuno.

Chiedo solo umilmente perdono al mio Max che dovrà occuparsi del file excel per l’estrazione (pistolallatempia e valangadibaci. Sono la sua croce, si sa. Ed io mi permetto perché so di poterlo fare. Se non lo facessi mi scoppierebbe le ruote della macchina giusto per cominciare).

In pratica all’interno della pseudoRubrichetta de La libreria di Iaia, quando sarà il caso e il prodotto sarà degno di nota oltre ad essere vivisezionato dalla mia incommensurabile incapacità oggettiva di valutare un’opera letteraria culinaria, il libro in questione verrà donato al fortunato commentatore estratto in maniera random. La Tombola per Anziani insomma (che in tutto il resto del web chiamano givauei. So giovani loro).

Non potevo non partire con uno dei miei volumi preferiti in assoluto. Il prezzo (è indelicato dirlo ai fini della Tombola ma non per la vivisezione della Rubrica ergo: pardon) di € 39,95 (ma si può trovare a qualcosina in meno) non deve spaventare perché  non solo ne vale almeno il doppio ma perché in definitiva stringendostringendoinsintesi è uno di quei classici libri malloppo che ti accompagneranno per tutto il resto della vita. Non importa quale occasione sarà. Sicuramente non ve ne sarà una specifica. Per una cena speciale. Per una cena normale. Per un pranzo veloce. Per un pranzo romantico. Per un pranzo di lavoro. Per un.

Per qualsiasi cosa davvero Vefa c’è e non delude. Ed è proprio questa la caratteristica principale di questo diario-libro-racconto-vita che si ha per le mani. Le fotografie, pur non essendo una per ogni elaborazione (le ricette sono davvero tante e sarebbe stato impossibile del resto), si alternano tra onde e mari che fanno sognare un po’ le isole, l’estate e il Mediterraneo a piatti magistralmente ritratti che odorano di casa e soprattutto ricordi. La cucina greca non è poi così dissimile da quella sicula; neanche a scomodare la storia della Magna Grecia, insomma.

Gli ingredienti principi sono pur sempre gli stessi fatta eccezione per rari casi. Basta dare un’occhiata ai dolci pasquali per rimanere allibiti ed io proprio sulla cuddura sicula e la coullura greca ho fatto diversi strambi trattati durante queste  Pasque passate insieme. Giusto per citare un post potrei dire questo qui, giusto per citarne un altro anche questo qui. E giusto per smetterla perché basta andare nel mio indice o mettere nel motore di ricerca del Gikitchen e digitare cucina greca per veder apparire di tutto. E insomma. La carta è liscia e lo stile è casareccio ma non fintamente alla Jamie Oliver. E’ proprio casareccio e basta. Le indicazioni generali non mancano e neanche la traduzione greca che è sempre una curiosità carina. Cenni storici interessanti fanno da introduzione alle ricette e due comodissimi laccetti fermapagina, che non dovrebbero MAI mancare in un libro da cucina, ti aiutano mentre sfogli, cerchi, ti acculturi e sogni una spiaggia di Mykonos. Un bel riso pilaf ai funghi. Sole sugli occhi e peperoni ripieni.

Amo le pentole di rame che contengono le patate novelle con coriandolo alla cipriota come quelle che tengono il riso abbracciato allo spinacino fresco accompagnato dalla feta sbriciolata e l’oliva nera che mi ricorda quelle sotto sale di nonna sotto il lavandino.

La zuppa di pesce alla greca, la zuppa di pesce all’uovo e limone e la magiritsa di agnello. La moussaka di verdure che mi ricorda Parigi e il quartiere latino mentre mamma, papà e io progettiamo l’indomani a EuroDisney, all’epoca appena aperto, e il signore greco che ci invita a spaccare il piatto dopo aver mangiato la moussaka di carne (avevo dodici anni e non la mangiavo mancoammazzata!). La casseruola di ceci e melanzane di Serres mi ricorda la composizione del piatto di mia nonna e accade pure con i fagioli rossi in umido.

Vi è capitato mai di sfogliare un libro di cucina e notare che in quelle trame di pixel c’è qualcosa di familiare? Un piatto che somiglia a quello di vostra madre. Di vostro padre. Di vostra nonna. A me accade raramente e la prima volta, e forse l’unica, è stata con Vefa. E’ per questo che amo questo volume come pochi e ne sono irrimediabilmente attratta.

Vefa è come quella borsa con cui anche se sgualcita, con cuciture saltate e completamente fuori luogo per l’occasione, sai che starai bene. Sai che non ti deluderà. Non deluderai te stessa. Che è la cosa più importante.

Perché per quella determinata cena il pagello con salsa olio, limone e olive è troppo semplice tanto quanto le crocchette di merluzzo ma sono una ricetta di Vefa e pure l’orata alla griglia non sembra una ricetta inutile.

C’è il glossario dopo ben 440 pagine dove vieni bombardato piacevolmente da reti di pescatori, piatti casalinghi e pentole di rame che somigliano a quelle della mia bisnonna. E dopo vi è un indice accurato e meticoloso che ti aiuta in qualsiasi scelta. Nozioni e tradizioni. Dolci. Primi. Contorni. Accompagnamenti. Di tutto. Mancano i fuochi d’artificio ma si sentono mentre leggi del Pastitsio e delle mele ripiene con la carne. E’ quando ti viene voglia di leggere un libro di cucina così.

Non perché devi cucinare ma proprio perché hai voglia di una storia. Di un inizio e di una fine. E non è così assurdo trovarla in una ricetta. Anzi.

Si può trovare molto più in ingredienti e preparazioni che in insulsi bestseller estivi soprattutto (ne abbiamo un fulgido esempio proprio nell’estate 2012. Che era molto più sensuale leggere la ricetta della frittata. Premettendo che no. Non l’ho letto. E sì. Sono prevenuta. Snob. E qualunquista).

La cucina di Vefa va comprato. letto. regalato. messo in palio in tombole per anziani e divulgato fino allo stremo delle forze perché è davvero un ottimo prodotto a un prezzo apparentemente esoso ma che si rivelerà una bazzecola non appena tre (ma anche due) pagine verranno sfogliate.

Tombola per Anziani: Come faccio ad accappararmi la Cucina di Vefa?

Lascia quanti più commenti fino al 11 Dicembre  ( avevo sbagliato pardon. Non 10 ma 11 ! ) alle ore 23.59 ( che poi scatta il 12.12.12 )  momento in cui la tombola verrà chiusa. San Max da Roma protettore di tutte le Maghette in difficoltà ed esperto conoscitore di lunghe passeggiate e guanciali di Norcia estrarrà il fortunato/a quando più gli sarà comodo e solo allora verrà comunicato il vincitore. Direttamente da Amazon mi premurerò di farvi inviare il volume. Non dovrò impacchettare nulla fisicamente, mandare qualcuno alla posta e blablabla. Fare tutto in un semplice clic sarà per me semplicissimo.

Mi mancavano molto le tombole. E mi mancano ancora. Come mi mancate voi.

Ma so che:

celapossiamofarcela.

Grazie e che la tombola abbia inizio! (io dall’aifon prometto di buttare idiozie qua e là non appena ho un momento. Anche mezzo)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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